𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝟏𝟐: 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒐 𝒇𝒊𝒅𝒂𝒓𝒎𝒊 𝒅𝒊 𝒕𝒆?

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''La fiducia si guadagna goccia a goccia, ma si perde a litri.''
-Jean-Paul Sartre
Soundtrack: Prom Queen – Molly Kate Kestner

Per il resto del giorno, ho preferito gettarmi a capofitto nel lavoro, e ignorare qualsiasi tipo di distrazione

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Per il resto del giorno, ho preferito gettarmi a capofitto nel lavoro, e ignorare qualsiasi tipo di distrazione.
La sera ho cenato da Candice e, dopo aver visto e pianto per l'ennesima volta davanti a ''The Greatest Showman'', ho deciso che non avrei risposto né al mio finto fidanzato, né a mio padre. Non avevo bisogno di pressanti messaggi di scuse, né delle migliaia di notifiche che ricevo sui social, che di solito riguardavano gente assetata di notizie sulla mia pseudo relazione.
Neanche una volta ho visto comparire la scritta: "Come va?''
Mia madre si è limitata a mandarmi una delle sue frasi motivazionali, ma niente di più. La sua vita da star del life coach la tiene perennemente occupata e, a quanto pare, fin da quando avevo quindici anni, la sua priorità non sono mai stata io e nemmeno mio padre. Ci ha lasciato entrambi per seguire la sua vocazione, dato che – a detta sua – la vita che stava conducendo non la rendeva abbastanza felice.

È come se fossi destinata a vedere andare via le persone che più amo, come se non fossi mai abbastanza.
Ogni tanto, vorrei soltanto avere qualcuno che rimane.

Basta paranoie, Maisie.

Scaccio via quei pensieri e torno a concentrarmi sul mio portatile, dato che sto cercando di perfezionare i dettagli del primo outfit da creare, in modo da poter iniziare a lavorare sul modello. Ho cominciato la giornata piena di voglia di fare, come non mi accadeva da tempo, ho preferito non perdere neanche un secondo.
Il problema, però, è che sono dannatamente indecisa.
Cambio colore alla gonna almeno tre volte, e non mi arrendo fino a quando il risultato non mi convince al punto da confermare il primo bozzetto e inoltrarlo alla ragazza che lavora ai prototipi.
Controllo il telefono che continua a vibrare, e roteo gli occhi quando scorgo la chat di Davian, che mi segna dieci messaggi non letti. Vado direttamente all'ultimo.

Irritante Superstar:
Continuerai a ignorare ogni mio messaggio? Forza, leonessa, non farti pregare.

Non posso fare a meno di sorridere, e scuoto la testa divertita.

Io:
Ammetto che sarebbe interessante.

Irritante Superstar:
L'ho sempre detto che sotto quella faccia d'angelo, si nasconde un vero diavolo tentatore.

Io:
Non hai un album a cui lavorare?

Irritante Superstar:
È di questo che volevo parlarti... ti dispiacerebbe venire al mio studio di registrazione? Vorrei farti sentire una cosa.

La domanda mi spiazza, e io lascio la chat aperta, incapace di rispondere. Non capisco perché gli interessi, o perché mi voglia lì, eppure il mio cuore perde un battito e le labbra si schiudono in un sorriso naturale. L'ho sentito abbozzare una canzone il giorno dell'intervista, il testo continua a risuonarmi nella testa senza sosta, come se mi sentissi già legata a quella melodia.
È una sensazione inspiegabile, eppure so che è così. Non erano soltanto parole improvvisate sul momento, ma qualcosa di più profondo, che ha iniziato a mettere radici dentro di me.

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