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Caro diario,
Non ti ho scritto per una settimana, ma non ho trovato il tempo, sono stato impegnato con alcuni compiti, e poi Frank..oh Frank..
Durante uno dei soliti pranzi a scuola, andai in bagno, era tutto vuoto.
O almeno così credevo.
Sentii strani rumori, sentii conati di vomito.
Non ero solo.
Pensai a Frank, mi precipitai fuori.
Battei forte sulla porta, chiedendo se andava tutto bene.
Sentii un fievole 'sto bene'.
Ero quasi sicuro fosse Lui.
Mi stava per esplodere il cuore.
Spalancai la porta ed era lì.
Accovacciato, indifeso come un bambino, gli occhi persi e il viso stanco.
Mi accovacciai accanto a lui.
Scoprii che non era un indigestione né qualcosa del genere.
Si induceva il vomito.
Le lacrime ancora gli scendevano sulle guance e lo presi per le spalle.
Ci guardammo soltanto negli occhi.
Nei suoi occhi vedevo ciò che provava per lui, per il mondo.
Capii in un attimo quanto si odiasse, è che quel suo meraviglioso sorriso era solo uno scudo per non mostrare le sue cicatrici.
Era un fiore strappato, bellissimo fuori è morto all'interno.
Le lacrime continuavano ad uscire, quella scena mi stava distruggendo.
Era così indifeso.
Lo strinsi con cura mentre gli accarezzavo la schiena.
Sentii il suo respiro farsi più calmo e sentii le sue braccia stringersi forte.
Da quell' istante capii che dovevo dargli tutto l'amore che io non avevo ricevuto mai.
"ti prego non dire a nessuno che ho pianto, non dire a nessuno di questo."
Fu l'unica cosa che disse fra i singhiozzi.
Ci alzammo e lui si asciugò le lacrime, uscì dal bagno come se non fosse successo nulla e andò via senza nemmeno guardami.
Rimasi lì cercando di capire perché fosse andato via in quel modo.
Nemmeno un'altra parola.
Era quasi diventato un enigma, magari avevo solo scoperto un pezzetto del quadro della sua vita.
E nonostante si prospettasse quasi un disastro, continuavo ad amarlo.

Gerard's diaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora