Pagina 33 (Dal diario di Frank)

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Caro Larry,
Stamattina a scuola non è stato una merda.
Mille volte di più.
Mi sono svegliato 15 minuti prima della campanella che da il via a tutte le lezioni, e io 10 minuti li impiego solo per arrivarci a scuola.
Ma sinceramente me la sono presa molto con comodo, non mi aspettava di certo un giro al luna park.
Ho preso una maglietta nera e un jeans nero, dalla sedia vicino la scrivania.
Probabilmente li avevo messi altre migliaia di volte ma non mi importava.
Ho messo le convers ormai da buttare, ma se dovevo farmi uccidere da quelli la, volevo morire almeno comodo.
Ho preso lo zaino e sono uscito, avrei dovuto correre ma ho soltanto camminato, e pensato.
Quel pezzo di merda non sarebbe stato solo e lo sapevo.
Doveva umiliarmi davanti mezza squadra di football, non che mi importasse la loro opinione ma ovviamente mi avrebbero accerchiato e avrebbero fatto quello che volevano con me.
Mi domando quando saranno padri, e diranno ai loro figli quello che facevano da giovani, e spero provino vergogna ripensandoci, ma dato il loro quoziente intellettivo di adesso, dubito possa migliorare avanti con gli anni.
Spero che avranno figli sfigati come me.
Ho camminato e sono passato davanti la caffetteria, dentro, credo di aver visto Tom prendere un cornetto ma non ne sono sicuro.
Mi domando cosa pensi adesso, e mi domando se le voci su me e Gerard gli siano arrivate all'orecchio.
Infondo mi dispiace per lui.
Sono comunque andato avanti, non mi sembrava il caso di intrattenere una conversazione.
Subito dopo la scuola sarei dovuto andare da Gerard, ma sapevo che mi avrebbero fatto nero quindi sarei passato per casa a mettere una maglia a maniche lunghe magari, e a coprirmi gli occhi neri.
Perché non si limiteranno a farmelo succhiare.
Se ci penso mi viene da vomitare.
Mi fanno semplicemente schifo.
E alla fine so che a loro piace eccome, non penso di essere l'unico ragazzo con cui hanno avuto rapporti o comunque che hanno che costretto a fare questo.
Ma si comprino una bambola gonfiabile o qualche giochino e non rompano il cazzo.
Che pezzi di merda.
Ero davanti al cancello quando ho visto il famigerato gruppetto.
Avevano le divise della squadra è un sorriso cattivo sulle labbra.
"A dopo Frankie."
Mi ha gridato uno sghignazzando con i suoi.
Ho abbassato lo sguardo e sono entrato.
Non ero mai stato più felice di fare un ora con la prof di matematica, ero al sicuro in quel momento.
Di certo ho fatto tutto tranne che pensare, mi sono rigirato nel banco terrorizzato, ho fissato l'orologio tutto il tempo.
Le lancette sembravano muoversi troppo velocemente, magari fossero sempre così.
Suonata la campanella mi sono fatto il segno della croce nonostante non avessi mai creduto in Dio.
Sono uscito dalla classe lentamente, avevo la gola incredibilmente secca e ho guardato ovunque consapevole che sarebbero venuti a prendermi.
Ho sentito il loro passi nel corridoio farsi pesanti mentre ormai tutti erano a pranzo.
Ho visto il gruppo avvicinarsi e io sono rimasto immobile.
Da lontano hanno iniziato a ridere e ad indicarmi.
"Ecco chi stavamo cercando, Frankie la puttanella!"
"Sai cosa? Ho raccontato di te agli altri e di quanto tu sia esperto in queste cose, quella checca di way è la tua migliore cliente vero? Vogliono provare anche loro."
Il suo sorriso maligno ha fatto spazio ad un espressione quasi di vendetta.
Mi ha preso per il braccio è letteralmente trascinato insieme alla sua banda in un bagno.
Ha aperto la porta con violenza e mi ha spinto contro il muro.
"In ginocchio puttana."
Di mia volontà non mi sarei mai abbassato.
E probabilmente deve averlo avvertito.
Mi ha messo la mano sulla spalla e l'ha stretta così forte da farmi inginocchiare dal dolore.
Mi hanno accerchiato tra le risate, uno mi teneva fermo.
Intanto lui si apriva la zip e si abbassava le mutande.
Ho iniziato a piangere, volevo solo uscire da lì dentro.
Le loro risate, l'odore sgradevole del bagno e l'espressione divertita sul suo volto mi stavano mandando in crisi.
Ho iniziato a gridare che volevo andare via, a gridare aiuto.
Nessuno mi avrebbe sentito, erano tutti fuori.
"Sta zitto Frankie, ti piacerà." Mi ha detto ridendo.
Avrei preferito morire in quello stesso momento.
Uno di loro mi ha preso la testa e mi ha aperto la bocca.
Ho dovuto farlo, piangendo.
Ho dovuto farlo, costretto e imprigionato dalla forza di mani grandi quali quelle degli altri giocatori.
Mi spaccavano le ossa.
Ho odiato il genere umano.
Mi sono odiato.
E l'unica che cosa che mi faceva stare meglio era che in quella situazione non c'era Gerard.
Quel dolore lo avrebbe fatto morire.
Continuavo a piangere e stavo quasi per soffocare.
Poi si sono fermati e mi hanno spinto a terra, iniziando a darmi calci ovunque, la mia costola ora è rotta.
"A domani Frankie. Cerca di migliorare." Mi ha detto sempre il solito tipo e se ne sono andati come se non fosse successo nulla.
Mi sono trascinato e chiuso in un bagno, appoggiato contro la parete e rannicchiato su me stesso.
Mi sono preso la testa fra le mani e mi faceva quasi schifo toccarmi.
Facevo schifo, mi sentivo sporco.
Sentivo fitte ovunque, ho aspettato un po e sono corso in questo infermeria.
Non c'era nessuno.
Solo la dottoressa Wood che è rimasta sorpresa nel vedermi, e anche spaventata.
Mi sono seduto sul lettino bianco con la solita striscia di scottex gigante.
"Frank cosa è successo? Chi ti ha ridotto così?"
"N-nessuno.Sono caduto dalle scale."
"Ah e quante volte?18?"
Non le ho risposto, mi ha visitato.
Ha sentito la mia costola e mi ha consigliato di andare all'ospedale più vicino perché lei non aveva le cure adatte, ma mi ha fasciato per bene e mi ha detto di stare a riposo.
Non ho parlato per tutta la visita, mi sono limitato a guardarla mentre mi puliva il sangue.
La dottoressa Wood è sempre stata una donna pacifica e buona, ci trattava come suoi figli essendo madre di due ragazzi, che avevano frequentato in precedenza la nostra scuola.
I primi mesi qui mi ritrovavo spesso da lei, mi portavo lo skate ovunque ed ero quasi ogni giorno lì per una nuova ferita.
Con il tempo sono migliorato e poi annoiato ho smesso, e le visite sono diminuite.
Probabilmente erano mesi che non andavo da lei per farmi medicare.
Ha dei bellissimi occhi verdi e la pelle chiara, ed è capace di farti ritornare il sorriso anche se probabilmente stai morendo.
È una brava donna.
"Direi che mi ha fatto piacere rivederti ma nelle tue condizioni avrei preferito non medicarti per un altro anno."
Ho riso leggermente.
"Sai che sono sempre qui Frank. Se vuoi parlare..sfogarti.."
"Lo so dottoressa, lo so, grazie."
Mi ha dato un lecca lecca alla fragola, sì, da lecca lecca alla fragola a diciassettenni, ma chi dice che noi non possiamo averli?
Ho continuato le mie lezioni ancora terrorizzato e ho avvisato i genitori di Gerard che avrei fatto più tardi.
Probabilmente adesso la dottoressa Wood mi vedrà più spesso di quanto immagina.
Che l'inferno abbia inizio.

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