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Caro diario,

La situazione è divantata  molto imbarazzante sai?

Tom mi tiene spesso per mano, tenta di baciarmi, cerca di rendermi felice.

Lo devo amare controvoglia e non è molto facile.

Spesso incrociamo Frank e la sua ragazza, che ho scoperto si chiami Alex.

Che nome da puttana.

Ma non voglio parlare di lei, ma anzi di Frank, che adesso mi guarda, infastidito dai comportamenti di Tom.

Fa sguardi schifati, e adesso è lui che nelle ore di lezione tende a guardare i miei movimenti, i miei occhi.

Forse si sente come mi sentivo e sento io, perchè continuiamo in questo modo se adesso ci desideriamo entrambi?

Perchè non mi ha parlato da quel bacio?Non mi ha detto cosa vuole fare?

Non mi parla mai.

Sono così confuso, e sono passati i giorni, le settimane, e domani avrò la visita dallo psichiatria.

Non so che dire.

Frank mi manca, e Tom per quanto ci si metta di impegno non riesce a colmare i miei vuoti.Non riesce a dirmi le cose nello stesso modo di Frank, con quel suo dolce tono, con quel suo viso da bambino.Non ci riesce.E questo mi ferisce perchè io vorrei amarlo, non si merita di essere preso così in giro, ma non riesco a fare altro, non trovo altri modi.

Frank quasi mi evita ma è uno strano modo di evitarmi, e non l'ho mica capito questo suo modo di affrontare la realtà, di affrontare me.

Perchè è anche colpa sua se siamo arrivati a questo punto, che il bacio ce lo siamo dati entrambi, lui voleva e io volevo.

E adesso capisco tutti quei discorsi insensati, che adesso hanno un senso, che faceva mia nonna nella vecchia cucina, che mi diceva che quando avrei trovato l'amore sarebbe stato incasinato, tutt'altro che facile, e io le dicevo che non sapevo nemmeno cosa fosse l'amore, e lei teneramente mi stringeva e diceva che prima o poi lo avrei provato.

Se adesso potesse vedermi mi direbbe che aveva ragione lei.

E aveva davvero ragione.

Forse non ha accettato il fatto di essere gay, forse questa sua natura lo spaventa e ha trovato la prima ragazza disposta a fargli da copertura, è da poco qui e forse non vuole essere etichettato, ma se mi parlasse sarebbe più facile.

A quel gioco a cui stava giocando, adesso sono entrato a tutti gli effetti anche io, e anche Tom, e anche Alex.

Tutti nella stessa trappola.

Ed è uno strano gioco di sguardi, di orgoglio e di paure.

Ed è tutto un mancarsi ed evitarsi.

Che grande stronzata.

Gerard's diaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora