Pagina 35 (dal diario di Frank)

729 122 28
                                    

Caro Larry,
Mi aspetta un'altra giornata di merda.
Mi picchieranno ancora, lo so.
Ho cambiato le bende e messo la prima cosa che ho trovato.
Ho fatto la solita strada con i soliti negozi.
Ho visto Tom nel bar, ma appena mi ha visto è uscito.
Mi ha messo una mano sulla spalla e mi sono girato.
L'ho guardato.
"Devo parlarti."
Doveva parlarmi, okay.
Da quando si era fidanzato con Gerard i nostri rapporti erano diventati freddi, ci parlavamo poco, quasi per niente.
Sono rimasto un po' confuso.
Ci siamo seduti ad un tavolo fuori, quel bar era davvero grazioso, aveva delle grandi colonne di legno e anche l'insegna, e le colonne erano avvolte da piante rampicanti che però non soffocavano affatto l'ambiente.
Era grazioso.
"Sono vere le voci che girano?"
"Dipende quali voci girano."
"Che Gerard sia impazzito e sia chiuso in casa, e che tu sei l'unica persona che vede.E che sei il suo nuovo ragazzo.
No perché sai, fino a prova contraria Gerard è mio."
Non sapevo come rispondergli, avrei preferito fosse Gerard a dirgli che non lo amava, che non lo aveva mai amato, era compito suo, ma in quello stato..
"Probabilmente."
Ha battuto un pugno sul tavolino.
"Stronzo.
Sei riuscito nel tuo intento lo sai? Ti sei messo in mezzo dall'inizio.
Gli hai fatto avere dubbi fino alla fine, e sei stato tu a ridurlo così! Brutto bastardo!.
Gerard è il mio Gerard."
"Senti non ci posso fare niente se il tuo ragazzo è corso da me.."
Mi ha interrotto.
"Lascialo o le tue pestate in bagno diventeranno qualcosa di più.
Se continui ad andare a trovarlo ci sarà qualcosa di più di un occhio nero."
"La squadra di football ha avvisato tutta la scuola?"
"L'ho mandata io."
Ho spalancato gli occhi, era peggio di una fidanzata psicopatica!
"C-Come l'hai mandata t-tu?"
"Qualche compito di matematica e puoi ottenere quello che vuoi da quegli idioti sai?
Possono fare anche di peggio se hanno una buona ricompensa"
Un ghigno è comparso sul suo viso.
"Continua ancora e Gerard dovrà andare al tuo funerale."
Ha riso.
Mi sono alzato di scatto.
"Mi fai schifo."
Gli ho detto, cazzo se mi fa schifo.
"Oh lo so, ma questi sono solo piccoli avvertimenti.
Oggi a pranzo penso che scorderai totalmente la strada per casa di Gerard sai?
Non vedo l'ora."
L'ho guardato terrorizzato, mi fa paura.
L'unico psicopatico in quella scuola è lui.
"Adesso vai, altrimenti farai tardi a lezione.
E non pensare di scappare via, perché sappiamo dove abiti, e sappiamo dove abita Gerard."
Ha sorriso e ha sorseggiato il suo caffè grande.
Sono corso via terrorizzato.
La mia vita si è trasformata in un disastro da un momento all'altro.
Mi sono innamorato di qualcuno, ma codardamente l'ho nascosto per troppo, tanto che lui ha cercato di andare avanti.
L'ho fatto soffrire, io mi sono nascosto.
Ma adesso che sembrava andare bene, che la situazione si stesse aggiustando compare questo figlio di puttana.
Fa tutto così schifo che mi viene da vomitare.
Sono dovuto andare a scuola ma durante il tragitto ho iniziato a piangere, e per alcune ore ho dovuto trattenere le lacrime.
Poi è suonata la campanella, sono dovuto uscire, sono scoppiato in un pianto disperato.
Gli idioti mi hanno visto, continuavo a singhiozzare di lasciarmi andare, di andare via, che non sarei andato da Gerard.
Mi hanno comunque trascinato nel solito bagno.
Ho continuato a supplicarli, ho gridato di disperazione.
Mi hanno tappato la bocca.
"No Frankie non piangere, oggi giochiamo ad un gioco.
Si chiama strupriamo la puttanella piagniucolona."
A quel punto, mi sono sentito morire, ho pensato ai miei genitori, a Gerard, a donna way, alla dottoressa.
È una cicatrice che porterò per sempre, e mi farà sempre male.
È qualcosa che non posso dimenticare, mi hanno violentato fisicamente e psicologicamente.
Mi faccio schifo.
È stato straziante.
Come possono delle persone provocare tutto quel male?
Come possono vedere la sofferenza sotto i loro occhi e continuare?
Posso ancora sentire le loro mani stringermi, il loro alito sul collo, posso ancora sentire le loro grida.
I loro "stai zitto."
Posso ancora vedere quel soffitto bianco e quelle piastrelle sporche.
Mi premevano sui lividi, sono svenuto dal dolore e dal desiderio di morire.
Sono rimasto in quel bagno fino alla fine, a piangere, nudo, con quelle immagini nella testa che mi porterò dietro e che mi lacereranno lentamente.
Diventerò pazzo.
Mi ha sfiorato il pensiero di uccidermi.
Mi sono sentito e mi sento sporco.
Ho avuto la forza di tornare a casa mentre i miei erano a lavoro, mi sono chiuso in bagno.
Sono stato nella vasca per circa 4 ore, strofinando la mia pelle fino a farla diventare rossa, fino a sentire il sangue.
Ma non sarò mai pulito, perché sono sporco dentro.
E mentre l'acqua della doccia mi scendeva sul viso scendevano con lei e mie lacrime.
Ho pianto fino a finirle, avrei potuto morire disidratato se solo non fossi stato in quella vasca.
Tutto quel bianco delle mattonelle mi sembrava così candito e puro, e lì dentro, se avessi guardato, sarei spiccato immediatamente.
Sono sporco, sporco dentro.

Gerard's diaryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora