Caro diario,
Stamattina non sono andato a scuola.
Ero lì per uscire ed è squillato il telefono.
Mi hanno chiamato da un ospedale vicino, mia nonna Helena si è sentita male.
Mi sono precipitato lì correndo.
È così strano come le persone possano essere così lontane da te.
Mentre correvo, immerso nella paura, lacrimando, ho visto gli sguardi dei passanti, completamente indifferenti, continuare la loro vita.
Ed è stato così surreale, probabilmente per loro è stata una giornata normalissima, hanno fatto colazione in un bar, poi sono andati a lavoro, si sono lamentati del caldo, del freddo, continuando a lavorare, monotonamente.
Non curandosi d'altro.
E probabilmente ogni giorno succede qualcosa di male a qualcuno, e noi non sappiamo nulla, e viviamo non curandocene.
E fa abbastanza schifo.
Sono arrivato lì, ho corso per i corridoi.
La stavano operando.
Ma io sono entrato comunque in sala operatoria e spalancando gli occhi, ho visto sangue, ovunque.
E l'unica cosa che mi è venuta da fare è stato vomitare.
Mi hanno portato fuori, cercando di tranquillizzarmi.
Mi hanno ripetuto che sarebbe andato tutto bene e che sarebbe finito presto.
Peccato siano passate cinque ore, e ancora devono uscire di lì.
I miei sono con me,cercando di distrarmi.
Mio padre tenta in vano di raccontarmi storie della sua gioventù passata "divertenti".
"Non ero esattamente un bravo ragazzo, ecco perché tua madre si è innamorata di me." mi ha detto ridendo.
"Si bello, molto interessante."
Ho detto, andandomene via.
Sono uscito nei giardinetti dell'ospedale.
Sono seduto su un muro.
Le mie lacrime consumeranno le pagine, ma cosa importa?
Spero si sistemi ogni cosa, altrimenti non so cosa accadrà.
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Gerard's diary
Romansa"Amavo quel ragazzo come si amano i tramonti, in silenzio e da lontano"