Appena arrivati alla festa, un forte odore di alcol mi invase le narici. L’aria era densa, appiccicosa, satura di sudore, fumo e fragranze dolciastre che sapevano di vodka alla pesca e gin lemon. Feci una smorfia di disgusto e Jayla se ne accorse, ridendo.«Amò, io vado a bere qualcosa. Vieni?» disse, cercando di rompere il ghiaccio.
«Ovvio, me lo chiedi pure?» risposi in modo allegro, anche se dentro ero già stanca di quel tipo di serate.
«Due vodka lemon, grazie» ordinò Jayla al bancone, poggiando il gomito con sicurezza sul legno appiccicoso.
«Ecco a voi» disse poco dopo il barman, porgendoci i bicchieri con un sorriso distratto.
Lo ringraziammo e ci dirigemmo verso la pista. Jayla iniziò a ballare con la sua ragazza, mentre io mi guardavo attorno. La musica rimbombava nelle orecchie, le luci stroboscopiche lampeggiavano con troppa insistenza, e la gente sembrava voler solo dimenticare qualcosa, ballando come se non ci fosse un domani.
Dopo dieci minuti mi stavo già annoiando. Così decisi di andare a prendere un altro drink.
«Ehi, devi essere Stella, ti ho vista spesso in giro l'anno scorso a scuola. Io sono Harry» mi disse un ragazzo, avvicinandosi con un bicchiere in mano.
«Ehi, piacere» risposi, un po’ titubante, ma incuriosita.
«Vuoi ballare?» chiese subito, con un sorriso che cercava di essere sicuro di sé.
«Sì, perché no» risposi, abbozzando un sorriso.
Andammo in pista e cominciammo a ballare. La musica mi faceva impazzire, era reggaeton, con quei bassi che sembravano spingermi a muovermi. Iniziai a strusciarmi su di lui. Dopo Javon, avevo bisogno di un altro tipo di contatto fisico, ma non fraintendetemi. Non era attrazione vera e propria, era più un bisogno di sentire che potevo ancora piacere.
A un certo punto ci chiamò Jayla: «Vieni a giocare a Obbligo o Verità?»
La fulminai con lo sguardo. Sapeva benissimo che odiavo quei giochi da adolescenti in cerca di drama, ma decisi comunque di darle retta. Henry non venne, ma sinceramente non mi importava. Avevo bisogno di staccare il cervello, dopo il mio ritorno.
Mi avvicinai a lei per raggiungere il gruppo. Purtroppo con noi c’era anche Javon. Lo sentii prima ancora di vederlo, quel modo di ridere troppo forte, il suo profumo che conoscevo fin troppo bene. Dopo qualche giro, toccò a me.
«Stella, obbligo o verità?» mi chiese un ragazzo che non conoscevo, seduto accanto a una ragazza che non smetteva di sistemarsi i capelli.
«Verità» risposi, incrociando le gambe e cercando di sembrare più tranquilla di quanto fossi davvero.
«Ti manca Javon?» chiese lui, diretto, senza nemmeno pensarci un secondo.
«No» risposi secca, anche se forse stavo mentendo. Non lo so, ero molto confusa. Sentivo uno sguardo addosso, intenso, e vidi Javon che mi guardava male. Sulle sue gambe c’era seduta Coco, intenta a baciarlo sul collo, ma lui era concentrato su di me. Ricambiai lo sguardo in modo provocatorio, alzando un sopracciglio.
Dopo poco, con il cuore che batteva forte, uscii fuori per prendere una boccata d’aria. Jayla mi seguì poco dopo.
«Amò, ti va di andare a casa?» mi chiese, avvolgendosi nel suo giacchino di jeans.
Senza esitare risposi: «Sì, non vedevo l’ora che me lo chiedessi».
Fece un sospiro di sollievo. La conoscevo bene, sapevo che anche lei si era già stufata. Una volta arrivate a casa, lei si tolse le scarpe lanciandole in un angolo.
«Vuoi dormire da me?» mi chiese.
«Amò, non ho il cambio… come faccio?» domandai, sedendomi sul letto.
«Dov’è il problema? Ti presto qualcosa io» replicò sorridendo.
«Sai che sei la mia vita?» dissi, guardandola con affetto.
«Sì, e tu sai che sei la mia?» rispose abbracciandomi.
Entrammo in casa, mi misi il pigiama prestato e ci mettemmo a guardare un film sul suo laptop. Dopo nemmeno mezz’ora, ci addormentammo, crollate l’una accanto all’altra.
Durante la notte mi svegliai per bere un bicchiere d’acqua. La cucina era in penombra, silenziosa, e l’orologio sopra il frigorifero segnava le 3:12. Mentre riempivo il bicchiere, sentii la porta aprirsi. Era Javon.
Indossava ancora gli stessi vestiti della festa, ma sembrava diverso, meno sicuro. Si avvicinò.
«Nana, io ti manco, e anche tanto. Non negarlo» disse, la voce bassa, quasi un sussurro.
Si riferiva chiaramente a quella verità detta durante il gioco.
«Oh, Walton, non ci credere» replicai, stringendo il bicchiere tra le mani.
«Nana, lo so che è così» continuò.
«Okay, Walton, non pensare a me ora. Hai la tua Coco» dissi, infastidita.
Stavo per andarmene quando sentii due mani afferrarmi i fianchi. Erano le sue. Mi girai di scatto. Eravamo a pochi centimetri. Potevo sentire il suo respiro.
«Nana, tanto tornerai ad essere mia» mi sussurrò.
«Non esserne così sicuro» risposi, scostandomi da lui.
Sentivo che mi stava fissando mentre tornavo verso la camera, ma non mi voltai.
«Ma guarda che convinto del cazzo» dissi tra me e me.
Però… non mi sarebbe dispiaciuto. Ma se voleva un nostro ritorno, avrebbe dovuto faticare per ottenerlo. Non avrei ceduto così facilmente.
Una volta in camera, mi rimisi a letto. Ma non riuscii a dormire subito. Continuavo a pensare a quelle sue fottute mani, al modo in cui mi aveva guardata. La mia coscienza urlava che non dovevo cascarci, che poi lui non aveva mai davvero tutti i torti. Ma il problema era che non ero ancora del tutto uscita da quella storia. Era come se una parte di me fosse rimasta lì, ferma a un ricordo.
Dopo la rottura con lui, avevo fatto una promessa a me stessa: mai più lasciar decidere solo il cuore. Mai più.
Non ci lasciammo bene. Lui era troppo geloso, e io non lo sopportavo più. Anche se eravamo piccoli, rispetto ad ora che abbiamo diciassette anni, io lo amavo. E credo che anche lui mi amasse. Siamo stati insieme un anno. Un anno pieno di emozioni, litigi, risate e lacrime.
Ripensandoci, c’erano momenti che avrei voluto rivivere, e altri che avrei voluto dimenticare per sempre.
Dopo questi pensieri, finalmente mi addormentai. Ma con lui ancora nella testa.
spazio autrice
ei come state spero bene
spero che la storia vi stai piacendo se volete potete lasciarmi un commento o una stellina grazie in anticipo a chi lo farà🫀
un bacio🫀✨

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love each other again
FanfictionAnd I'ma love you girl The way you need Ain't no one gon' stop us He's what you want I'm what you need Baby, leave them high heel shoes 'Cause I love it when you're looking down at me I'm looking up at you FAN FICTION ITALIANA 🇮🇹 🥇#javonwannawalt...