sette

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Si stava avvicinando per baciarmi, ma io mi scansai velocemente.

«Jaden, che cazzo ti dice la testa?» dissi, incazzata, cercando di trattenere la rabbia che mi stava per esplodere dentro.

«Sono obblighi da fare a due ex?» continuai, con voce acida e l'espressione del viso che non riuscivo a nascondere.

«Oh... scusa, stella, è solo che vi ho visti abbracciati e quindi ho pensato...» si fermò di colpo, non osando continuare.

«Pensavi cosa?» chiese Jayla, arrabbiata quanto me. I suoi occhi erano pieni di furia, ma anche di confusione, come se cercasse di capire cosa stesse succedendo.

«Ma la volete smettere?» intervenne Javon, con tono seccato. «Ve la state prendendo con lui solo perché ha fatto un cazzo di obbligo. Siete ridicole!»

Io lo fulminai con lo sguardo, ma non dissi nulla. Mi voltai e andai in camera di Jayla, chiudendo la porta dietro di me.

«Io non ce la faccio più così» affermai, sentendo un nodo alla gola. Stavo per piangere, ma cercai di trattenere le lacrime. Non volevo mostrare quella parte di me in quel momento.

«Amore, non piangere. Senti, domani andiamo a una festa, d'accordo?» mi consolò Jayla, avvicinandosi e mettendomi una mano sulla spalla.

«Va bene, amore, ho bisogno di conoscere gente nuova» dissi, cercando di sorridere. Avevo bisogno di distrarmi, di cambiare aria.

Io e Jayla ci demmo la buonanotte, e prima di addormentarmi, pensai a quanto stavo cambiando. La mia vita non era più quella di un tempo, ma in fondo avevo bisogno di un cambiamento.

La mattina seguente, mi svegliai con una sensazione di stanchezza addosso. Salutai Jayla, poi uscii di casa, diretta a danza. Ne avevo davvero bisogno. L'allenamento sarebbe stato il mio rifugio per la giornata.

Passai a casa a prendere tutto ciò che mi serviva, e poi mi diressi verso il centro danza. Quando arrivai, Alysia mi salutò con un sorriso.

«Ei, amo, come stai?» mi disse con un tono allegro.

«Diciamo bene, tu?» risposi con un sorriso forzato. Non volevo parlare dei miei problemi, quindi cercai di apparire più tranquilla di quanto fossi in realtà.

«Bene, grazie!» rispose lei, facendomi un cenno per indicarmi di entrare.

Dopo poco entrammo in sala per provare. L'intensità dell'allenamento mi fece dimenticare tutto il resto per un po'. La concentrazione che mi richiedevano i movimenti mi distrasse dai pensieri.

Dopo ben due ore, ci fu la pausa pranzo di mezz'ora.

«Che fatica, però sono contenta che stiamo lavorando bene» dissi, ancora con il fiatone. La giornata stava passando veloce e mi sentivo un po' più serena.

«Sì, concordo» mi rispose Alysia, sorseggiando un po' d'acqua.

Appena finita la pausa, era ora di tornare in sala, ma questa volta per fare danza classica. Andai nello spogliatoio, mi misi il body e le punte. Quando uscii, la stanchezza cominciava a pesarmi, ma cercai di concentrarmi sugli esercizi.

Dopo due ore e mezza di lezione, finalmente fu tutto finito. Erano le 16:30 e decisi di tornare a casa, dove c'era mio fratello.

«Ma non vuoi più passare del tempo con il tuo fratellone?» mi disse, quasi arrabbiato.

«Ma se ho sempre da fare! Come faccio!?» risposi, stanca, ma cercando di mantenere la calma.

«Lo trovi un modo!» esclamò, ridendo.

love each other againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora