dodici

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Certo! Ecco il testo riscritto in modo più fluido, corretto e coinvolgente, con le virgolette sostituite da «» e la parola *tiene* cambiata in *Stella*:

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Appena entrai in camera cercai di passare inosservata, sbirciando di sottecchi, ma come potevo davvero evitare Jayla? Era sdraiata sul letto a guardare il telefono, e appena mi vide non perse tempo.

«Amo, non mi scappi! Raccontami tutto» disse sorridendo mentre si faceva spazio vicino a me. 
Mi sedetti accanto a lei e iniziai a raccontarle ogni singolo dettaglio. Jay ascoltò in silenzio, un po' scioccata, forse perché non si aspettava tutto ciò… o forse sì. Ma preferì non fare domande.

Dopo qualche secondo di silenzio, fu lei a romperlo: 
«Fra un mese Jav ha un incontro… pensi di venire? A lui farebbe davvero piacere.»

«Mh... penso che verrò» risposi fingendo di rifletterci. La verità? Era ovvio che sarei andata. Vederlo combattere era una delle cose che mi piacevano di più al mondo.

Jay abbassò la voce, quasi sussurrando: 
«Ti devo confessare una cosa... da quando vi siete lasciati, non ha mai portato un’altra ragazza a un incontro. Gli ho chiesto il motivo, e mi ha risposto: “Perché solo i suoi occhi mi hanno sempre incoraggiato.”»

Rimasi senza parole. Quelle stesse parole risuonavano dentro di me da tempo. 
«E io, da quando ci siamo lasciati, non ho mai fatto venire nessun ragazzo alle mie prove o ai miei spettacoli… Mi fa piacere saperlo.» 
Il cuore mi sorrise, una sensazione che non provavo da tanto. Una piccola scintilla di emozione tornò a farsi sentire.

«Amo, sicuramente sarà lui a invitarti. In ogni caso, io non ti ho detto nulla» disse Jay con tono complice.

«Tranquilla, amo! Ora dormo… sono davvero stanca.» Mi sdraiai accanto a lei.

«Notte, amo» sussurrò, baciandomi sulla guancia.

. . .

**Il giorno dopo**

Mi svegliai con il suono insistente del telefono. Ancora mezza addormentata, lo presi in mano: era mia cugina Camilla dall’Italia.

«Camii! Da quanto tempo! Come va?» risposi, incuriosita. Non la sentivo da un bel po’.

«Bene tata! Zio mi ha detto che potrei venire a passare l’estate lì con te… ti dispiace?» fece una risatina timida. 
Papà era in Italia e la vedeva spesso. Camilla per me era più di una cugina: era come una sorella che non avevo mai avuto.

«Amo, meno male! Ho davvero bisogno di te.» 
Continuammo a parlare un po'. La sua voce mi fece stare bene.

Poi scesi giù per fare colazione, cercando di non inciampare sulle scale: ero ancora mezza addormentata.

«Buongiorno, piccola Stella» mi accolse DJ non appena entrai in cucina.

«Buongiorno, gran DJ» risposi abbracciandolo. Mi diede un bacio affettuoso sulla testa.

«Buongiorno, Nana» mi salutò Javon, mentre versava il latte in una ciotola già piena di cereali e me la porgeva.

«Buongiorno, Jav» dissi con un sorriso. Si avvicinò e mi abbracciò. Rimasi un po’ sorpresa da quel gesto.

Jayla lo notò subito e fece una risatina, seguita da Jaden. Li fulminai entrambi con lo sguardo.

Dopo colazione tornai a casa. Durante il tragitto pensai solo a Javon… e a come sarebbe potuto essere un nostro possibile ritorno.

«Piccolina, come va?» mi chiese Chri facendo capolino dalla cucina.

«Tutto bene, e tu?» risposi, avvicinandomi curiosa per vedere cosa stesse cucinando.

love each other againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora