8J - Comincia per R e finisce per Uby

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Quando metto piede in casa, a sei abitazioni di distanza da quella di Jordan e Calista, rilascio un profondo sospiro e mollo il borsone sul pavimento con un tonfo. Filo dritto in cucina, dove bevo un po' d'acqua. Mi guardo intorno, osservando l'ambiente vuoto e ampio. Quattro stanze da letto, cinque bagni, cucina, salone e tanto altro spazio di cui non so che farmene. All'inizio pensavo che prima o poi, un giorno molto lontano, avrei fatto buon uso di quelle camere. Adesso? Inizio a pensare che forse dovrei solo cambiare casa. Non che abbia vissuto chissà quanto in questo posto.

L'ho comprata sei mesi fa. È durata uno a malapena. E adesso eccomi qui: solo, sentimentalmente disastrato e con un pensiero fisso che sarebbe dovuto svanire nell'istante in cui ho messo in moto l'auto e mi sono lasciato lo chalet alle spalle. Invece Ruby Baxter me la porto appresso anche sotto la doccia, persino quando mi preparo per raggiungere il Suncorp e rivedo i miei compagni di squadra.

Jordan è il secondo che saluto, mi ringrazia di aver fatto compagnia a sua sorella. Il punto è che ho fatto ben di più che mera compagnia. Me la sono scopata. Su ogni superficie disponibile. E mi è piaciuto da matti. Fatico ancora a crederci, delle volte. Mi fermo, ovunque mi trovi, e ripenso a ciò che ho fatto. Io. Jaxon Mayer che si porta a letto una ragazzina dieci anni più piccola. Qualcuno potrebbe dire che ho qualche problema ma la verità è che Ruby Baxter è magnetica. Per forza. Non trovo altra spiegazione. Sguardo ammaliante, profumo che irretisce e un corpo in grado di mettere in ginocchio qualsiasi uomo.

Avrei tanto voluto avere la forza di dire no, di fare la cosa giusta e rispettare Jordan, ma... non ce l'ho fatta. O meglio, non ho voluto. Lei era lì, aveva il mio stesso bisogno ed è stato fantastico, cazzo. Per un breve lasso di tempo mi sono permesso di non pensare a niente che non fosse prenderla o chiacchierare di sciocchezze. Sono stato libero di ogni pensiero, preoccupazione. C'eravamo solo noi, nudi o vestiti, circondati dal calore del camino, la neve al di fuori e tanta pace.

«E allora? Piaciuta la settimana di vacanza?» Loris, braccia stese in alto, mi scruta.

«Settimana? Al secondo giorno ho ricevuto una strigliata del coach che mi ha tenuto sveglio per i restanti giorni.» Rabbrividisco.

Loris e Seamus, al suo fianco, sghignazzano. «Cazzo, penso l'abbiano sentita persino dall'altro lato del mondo. Era livido. Calista si è arrabbiata da morire e l'ha strigliato a sua volta per bene. Jordan mi ha detto che è stato il giorno più bello della sua vita ma non dirlo a Cali» dice Loris.

«Se Calista lo venisse a sapere Jordan sarebbe fottuto» concorda Seamus.

Alex, seguito proprio dal diretto interessato si avvicinano, due ovali in mano. A quanto pare partiremo dai passaggi oggi.

«Però, JB ha ragione. Sapete cosa vuol dire vedere il coach sottomesso a qualcuno? Restare in silenzio mentre viene rimproverato? Un sogno.» Sospira Alex.

«Non parliamone più. Potrà sembrare il contrario ma ci sente ancora più che bene» borbotta Jordan, spostandosi verso sinistra.

«Signorine lì in fondo! Vi pagano per muovere quelle gambette che vi ritrovate, non per spettegolare!» sbraita proprio il coach Spencer. «Potrete raccontarvi i segreti a vicenda questa sera, adesso muovete quei culi e iniziate l'allenamento!»

In un'altra situazione riderei, in questa? Nessuno fiata. Perché nessuno va contro David Spencer. E poi ci teniamo tutti a mantenere l'udito intatto ancora per qualche anno.

Iniziamo a muoverci nello spazio che ci spetta, lanciandoci l'ovale a vicenda ed effettuando passaggi dopo passaggi. L'allenamento prosegue per una mezz'ora piena prima che il coach ci mandi in palestra. Faccio pesi da tutta la settimana, sono prontissimo a farmi distruggere. Prima, però, mi posiziono sul tapis roulant. Inizio con una camminata leggera.

𝐓𝐇𝐄 𝐅𝐔𝐋𝐋𝐁𝐀𝐂𝐊 𝐏𝐋𝐀𝐍 [𝐓𝐓𝐙'𝐬 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐨𝐟𝐟]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora