38R - Sai cosa so io?

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Sono nervosa.

Stanca e nervosa. Ma ormai ci siamo, perciò tanto vale essere del tutto oneste.

Non mi aspettavo questa giornata si sarebbe conclusa con Jaxon nel mio appartamento, men che meno con la sottoscritta che si dichiara. Tuttavia, sono pronta a mettere le cose in chiaro e andare avanti. Un interesse non corrisposto non ha mai ucciso nessuno. Già.

Devo focalizzarmi su questo mantra. Per forza.

Andrà tutto bene.

Ammetto che non pensavo avrei discusso di certe cose sotto queste circostanze; mi aspettavo una conversazione tranquilla, naturale, adesso invece voglio che conosca le mie ragioni perché mi importa di ciò che pensa di me. Essere etichettata come una ragazzina non mi offende, è ciò che sono, ma usarla come scusa per allontanarmi non mi va giù. Voglio mettere in chiaro che capisco ciò che ha provato, ciò che ha subito.

Prendo un respiro, cercando di organizzare i pensieri e non risultare un pesce che boccheggia alla ricerca d'acqua. Posso farcela, avrei comunque voluto parlargliene prima o poi. «In generale non penso di essere una codarda, cerco di affrontare le situazioni al meglio e di trovare una soluzione. Eppure, quando qualcosa mi riguarda in prima persona, quando percepisco un pericolo, tendo a chiudermi. Vuoi per tutte le battutine che ricevevo a scuola per il mio fisico, per gli insulti a causa del mio aspetto da perfetta Barbie o per l'esperienza che ho vissuto, ma... è così. Mi piaci, Jaxon» rivelo per la seconda volta nell'arco di qualche ora. «Mi piaci e non volevo rimanere ferita da ciò che mi avresti detto, così ho colto la palla al balzo. Ho sbagliato, è vero, avrei dovuto dirtelo dal principio, evitare la settimana di silenzio radio e delusione, ma non è semplice.» Mordicchio il labbro inferiore. «Si sa che è meno doloroso ferire che essere feriti, no?»

Riuscire ad aprirmi dovrebbe essere semplice, specie quando lui mi ha sempre fatta sentire a mio agio; tuttavia, ho difficoltà. Ci sono argomenti che preferisco non trattare perché mi feriscono e ciò mi porta ad avere bisogno di un po' di tempo.

«Affrontare un problema o una discussione che sai potrebbe non andare come preferisci non lo è mai» commenta Jaxon. «E attuare dei meccanismi di difesa è normale.»

Annuisco. «Avrei voluto ascoltare tutto ciò che avevi da dirmi, ma allontanarti era la cosa migliore che potessi fare per preservare il mio cuore. O almeno, era di questo che il mio cervello era convinto. Sentirti dire quelle cose...» Scuoto il capo. «Ti capisco. Davvero, magari non mi crederai però ti capisco e se sei disposto ad ascoltare, ti spiegherò il perché.»

Jaxon si muove sul divano, avvicinandosi un po'. «Voglio sapere ogni cosa, fammi capire.»

«Sono tornata in Australia più o meno un anno e mezzo fa, prima sono stata a Manchester per due anni, mi ci ero trasferita con il mio ex ragazzo. Stavamo già insieme da un annetto e ho pensato: "perché no?". I primi tempi è stato bellissimo, vivevamo il sogno inglese e, anche se pioveva quasi sempre e la cosa mi faceva stare male, stavo con lui, perciò facevo il possibile per non pensarci. Ho frequentato un master in Photography and Visual Design in quel periodo, volevo portare avanti la mia passione e occupare il tempo, magari trovare un lavoretto lì stesso e costruirci pure un futuro. Oliver lavorava come cuoco in un ristorantino a Castelfield, era agli inizi e trascorreva più tempo fuori casa che con me, ma lo capivo e facevo il possibile per non arrabbiarmi. Durante i giorni liberi, però, preferiva restare a casa... in sostanza, mi trascurava.»

Jaxon non commenta, si limita ad ascoltare. Prende un sorso di tisana dalla mia tazza, gesto che mi fa sorridere. Sono anche queste piccole sciocchezze che me lo fanno apprezzare sempre di più: non si pone il problema dei germi o tutte quelle stronzate lì, resta imperturbabile.

𝐓𝐇𝐄 𝐅𝐔𝐋𝐋𝐁𝐀𝐂𝐊 𝐏𝐋𝐀𝐍 [𝐓𝐓𝐙'𝐬 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐨𝐟𝐟]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora