51J - Tensioni e leggerezza

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Non prendere parte al Grand Final è un gran dispiacere, ma non mentivo nemmeno quando dicevo a Ruby che lei è più importante. La strada per arrivare dov'è che siamo adesso non è stata priva di intoppi, per questo non vedo l'ora di godermi la mia ragazza alla luce del sole. Resta solo una cosa da fare: affrontare Jordan. Ci sono delle cose che non quadrano, e voglio capire quali.

Nella mattinata del venerdì i genitori di Ruby si presentano in ospedale, preoccupati per la figlia. Dopo una sfilza di rassicurazioni, Ruby li informa della nostra relazione.

Ammetto di aver temuto per l'altra guancia quando il padre della biondina mi ha rivolto una strana occhiata. Cinque minuti dopo, stavo ricevendo abbracci calorosi da entrambi. Il primo per aver salvato Ruby, il secondo per renderla felice. Ho rilasciato un sospiro di sollievo grande quanto l'ospedale quando sono andati via, non prima di averci soffiato la promessa di una cena.

Qualche ora dopo, a seguito di una serie di accertamenti, finalmente riusciamo ad andarcene. I Broncos hanno mandato una macchina sul retro per evitare di incappare nella sfilza di giornalisti e paparazzi pronti ad avventarsi su di noi.

Se qualcuno dovesse chiedere, non negherò, ma prima ho bisogno di parlare con il mio amico e mettere in chiaro ogni cosa.

Recupero il cellulare dalla tasca, le sopracciglia scattano all'insù quando leggo il messaggio del mio avvocato.

«Tutto bene?» domanda Ruby poco prima che la macchina accosti dentro il mio vialetto.

«L'avvocato mi ha appena informato che Alina ha firmato i documenti, lunedì li presenterà in tribunale ed è fatta. Ufficiosamente, sono libero. È solo questione di qualche giorno per mettere in pari la burocrazia, ma...»

Ruby emette uno squittio e si avventa su di me, sempre attenta a non sfiorare la spalla ferita. Le stringo una mano attorno alla vita e sorrido. Sorriso che però si smorza quando porto gli occhi sul finestrino e intravedo la sagoma possente di Jordan Baxter.

«È già qui?» bofonchio.

«Ma chi?» Ruby si scosta per potermi guardare.

Punto un dito sul finestrino. «Tuo fratello.»

«Santo cielo.» Alza gli occhi al cielo e poi apre lo sportello. «Grazie mille, è stato gentilissimo» ringrazia l'autista.

L'uomo ricambia con un cenno cortese e un breve sorriso. Lo ringrazio anch'io l'attimo successivo e attendo che lascia la proprietà.

«Come sei entrato?» sento Ruby domandare.

«Conosco il codice di accesso, esattamente come il resto della squadra» ribatte suo fratello.

Raggiungo l'entrata e recupero le chiavi dalla tasca. C'è parecchia tensione. Non mi aspettavo di avere questa conversazione così, ma ormai ci siamo quindi meglio levarsi via il dente.

«E Calista?»

«Mia moglie è a casa, a riflettere sul fatto che lei, insieme alle sue amiche e a diversi miei compagni, coach incluso, erano a conoscenza di questa... cosa e nessuno ha pensato di dirmi niente» sibila.

«Relazione» lo corregge Ruby. «Non "cosa".»

Massaggio una tempia e raggiungo la cucina, non prima di aver studiato il modo in cui Jordan si guarda intorno mentre ci segue. È come se realizzasse quanto è reale la nostra storia. Nota la presenza di sua sorella nelle piante, nei piccoli canovacci colorati in cucina o nei quadri rappresentanti luoghi differenti appesi alle pareti.

Ruby fa parte di questa casa, tanto quanto fa parte del mio cuore e mi piace che Jordan se ne renda conto. Non la lascerò andare, perché la amo e desidero costruire qualcosa di duraturo con lei.

𝐓𝐇𝐄 𝐅𝐔𝐋𝐋𝐁𝐀𝐂𝐊 𝐏𝐋𝐀𝐍 [𝐓𝐓𝐙'𝐬 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐨𝐟𝐟]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora