11J - Bocca insolente

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Corro verso metà campo, supero la linea dei cinque metri e lancio l'ovale a Loris che, con prontezza, se ne appropria e sfreccia tra due Cowboys. Con un punteggio di 35 a 26, siamo in ampio vantaggio, ma mancano ancora venti minuti alla fine della partita, tutto è possibile. I miei compagni attuano lo schema numero 4 mentre mi sposto verso la parte esterna del campo.

Le ali, i gemelli Newman, corrono dritti verso i due Cowboys che intercettano Loris. Il pilone, però, li scansa ancora una volta e passa l'ovale a Jordan. Il nostro vicecapitano corre lateralmente, scontrandosi con un altro Cowboy.

Lo perdo di vista quando vengo atterrato da tre avversari. Tre, cazzo. Vogliono farci stancare. Non sono agili, non sono preparati per le qualificazioni, figuriamoci per il Grand Final. Lo sanno, quindi mirano a distruggerci fisicamente. È questa la cosa divertente delle altre squadre: credono che durante i bye ci adagiamo, ma non hanno idea di quanto cazzo il coach ci faccia allenare. Se possibile, diventa ancora più duro di quanto non lo è già. Da un lato è un punto a nostro favore, dall'altro mi sembra idiota da parte loro non riuscire a capire che ci alleniamo il doppio. I loro coach dormono durante le partite, altrimenti non si spiega come possano essere così imbecilli.

Mi rimetto in piedi, aiutato da Liam che accorre in mio soccorso, e mi sposto verso destra. Dobbiamo distrarre quegli stronzi in modo da liberare la linea di meta, sono un cazzo di muro ambulante.

Scatto a sinistra, placcando lo stronzo numero uno. Un suo compagno corre nella nostra direzione, lasciando scoperta la loro seconda linea. Bene. Molto, molto bene.

Corro in direzione di Jordan e Alex, occupati ad atterrare altri due Cowboys. L'ovale è in mano a Seamus, nostro altro pilone, che sfreccia lungo il campo, dritto verso la meta, al suo fianco i gemelli Saltzman. Giunto quasi al punto, vira verso destra, passando l'ovale a Sun, il nostro capitano e mediano di apertura. I Cowboys, troppo presi da noi, non si rendono conto di aver lasciato scoperta non solo tutta la seconda linea, ma anche la linea di meta sinistra. Sun si getta a capofitto oltre la linea, atterrando sulla try zone, l'area di meta. Il Suncorp si illumina di bordeaux e giallo, grida di esultanza, la folla in delirio. Mi fermo sul margine destro del campo, ammirando il nostro punteggio. 40 a 26. Se portiamo a casa la trasformazione sono altri tre punti. Non c'è modo che ci battano, mancano cinque minuti alla fine. È fatta, cazzo.

I miei occhi vagano per il campo e mi paralizzo sul posto quando noto una chioma bionda, accovacciata sul margine opposto al mio, una macchina fotografica che le copre il viso giovane.

Ruby Baxter, cazzo.

Quando l'ho vista entrare negli spogliatoi, l'ora precedente, mi è preso un colpo. Stretta in un paio di jeans scuri, un maglioncino azzurro e una tracolla professionale in pelle a stringerle schiena e spalle, mi è sembrata una visione. Credevo che, tornando alla realtà, me la sarei dimenticata in un baleno. Dopotutto, ha ventun anni e ci conosciamo a malapena. Eppure, così non è stato. Ma ora che potrei potenzialmente averci a che fare ogni sacrosanto giorno – il solo pensiero mi mette i brividi nonostante sia contento che abbia trovato lavoro – devo attuare un piano. Capire come evitarla il più possibile. Perché so cosa mi smuove quando la vedo e di sicuro non posso andare in giro con erezione perenne nei boxer. Quindi devo rimuoverla, concentrare la mia attenzione altrove. Magari un'altra donna... no, non al momento. Se Ruby è entrata nella mia vita è solo per mero caso. Al momento non ho proprio né la forza né la voglia di imbarcarmi in relazioni.

Ruby si rimette in piedi, scosta la macchina fotografica dal volto e mi punta gli occhi addosso. Fingo di non vederla, anche se so che dovremo parlare per mettere in chiaro la situazione, e corro verso il centro campo, dove l'arbitro fischia la fine della partita e la nostra vittoria. Lancio uno sguardo veloce al tabellone notando lo stesso punteggio di prima. Sun non deve aver portato a casa la trasformazione ma va bene così, è comunque un ottimo risultato, un'altra vittoria che ci porta più vicini alle qualificazioni.

Altra vittoria, altro festeggiamento. Stavolta, però, abbiamo optato per ritrovarci in un nuovo ristorantino. Le WAGS ci raggiungeranno a breve, così ne approfitto per recarmi al bar e farmi un drink. Quando noto una bionda familiare, butto fuori un sospiro e l'affianco.

Ruby Baxter, gomiti poggiati al bancone e quella che sembra una Coca-Cola in mano, mi rivolge uno sguardo seguito da un piccolo sorriso.

«Ehi.»

«Ciao.» Posa il bicchiere sul bancone.

«Com'è andato il primo giorno in campo?» chiedo.

Gli occhi di Ruby si illuminano. Credo abbia appena trovato una nuova passione e le sono bastate due misere ore. «Benissimo! All'inizio è stato strano ritrovarmi a bordo campo, soprattutto sapendo che potevo muovermi liberamente. Certo, ho temuto un po' che mi arrivassero pallonate in faccia ma tutto bene. Ho fatto un sacco di foto e più tardi le inoltrerò tutte a Laura.»

«Lo sapevi?» Vado dritto al punto perché non ha senso girarci intorno.

Il suo sorriso si smorza, ma rimane. «No. All'inizio credevo fosse stato Jordan a raccomandarmi, ma mi ha detto della situazione particolare del vecchio fotografo e so che altri giocatori hanno fatto delle proposte. E poi, potrei anche non aver soddisfatto a dovere Louis e Laura, quindi c'è la possibilità che non abbia ottenuto il lavoro.»

«Credi che non sarà tuo?»

Lei si mordicchia l'interno guancia, poi scuote il capo. «Credo che otterrò il lavoro perché sono brava e gli scatti di stasera lo dimostreranno.»

Annuisco. «Bene, visto che c'è una grossa probabilità—»

«Grossa?» M'interrompe lei.

«Non ti conosco ma vedo la tenacia che hai dentro e sospetto che se ne accorgerà Louis» spiego.

Ruby arrossisce, poi sorride ancora una volta. «Grazie.»

«Come stavo dicendo: essendoci la possibilità, penso che dovremo parlare di come comportarci.»

«Non preoccuparti, Jaxon.» Prende un altro sorso del suo drink e strizza gli occhi l'attimo dopo. «Ecco, forse dovrei prima cenare e poi continuare a bere.»

«Non è Cola?» Aggrotto la fronte, confuso, prima di toglierle il bicchiere di mano e annusare. Rum. «Ruby» sibilo.

«Che c'è? Bisogna festeggiare. È solo che ho fatto un pranzo leggero e adesso ho bisogno di mettere qualcosa nello stomaco. Non fare il papà con me, Jaxon Mayer.» Mi punta un dito contro. «Comunque...» Si riappropria del bicchiere ma solo per posarlo sul bancone. «Dico davvero, non devi preoccuparti. Faremo finta di niente. Sei d'accordo?»

«Avevo dimenticato quanto fosse insolente quella bocca.» Sospiro, massaggiando la fronte.

Un altro sorriso, stavolta più furbo. «La mia bocca è ben altro che insolente, ma credo che quello lo ricordi abbastanza bene.»

«Ti prenderei a sculacciate se potessi» ringhio, avvicinandomi di un passo.

«Ehi, voi due!»

Scatto sull'attenti quando Seamus, Christopher e Paul si avvicinano.

«Di che parlavate?» domanda Chris.

«Già, vi abbiamo visti confabulare e dovevamo venire ad impicciarci.» Sghignazza Paul.

Ruby sorride, recuperando il bicchiere. «Vecchi ricordi, niente di che. Ci vediamo, ragazzi.» Un altro sorso di rum e cola.

Dovrei dirle di smettere subito di bere se non vuole ubriacarsi, ma non è la mia donna e ho già oltrepassato la linea della decenza dicendole che l'avrei sculacciata.

Ottimo piano, Mayer, proprio un genio. Sono certo che così la terrai lontana. Giusto un paio di passi di distanza dalla tua camera da letto.

Non insulto la mia coscienza questa volta, so che ha ragione. Sono un idiota. E devo mantenere le distanze. Altrimenti sarà la fine.


nota: WAGS, acronimo che sta per Wives and Girlfriends e indica le mogli e le fidanzate dei giocatori sportivi.

𝐓𝐇𝐄 𝐅𝐔𝐋𝐋𝐁𝐀𝐂𝐊 𝐏𝐋𝐀𝐍 [𝐓𝐓𝐙'𝐬 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐨𝐟𝐟]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora