28R - Spit

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Oggi i Broncos stanno giocando contro i Roosters, e stanno perdendo. Mancano venti minuti alla fine della partita e sono sotto di svariati punti. Il Sydney Cricket Ground sostiene più che può la sua squadra, peggiorando il morale della nostra.

Credo sia anche colpa mia.

Mettiamo ben in chiaro una cosa: non sono una persona scaramantica; tuttavia, sapere che i Broncos fanno affidamento sul mio braccialetto, mi fa sentire a disagio. Perché stamattina l'ho dimenticato a casa.

Ieri sera, prima di andare a letto, ho fatto la ceretta alle braccia e ho tolto qualsiasi cosa mi fosse d'intralcio, poi me ne sono andata a letto, con l'idea che avrei rimesso tutto il mattino dopo. Peccato che al risveglio avessi notato di essere in ritardo, di conseguenza non ho messo né il braccialetto, né l'orologio. È solo quando siamo giunti a Sydney, dopo un'oretta e mezza di volo in cui ho continuato a sonnecchiare, che mi sono resa conto dell'enorme problema.

Quando ho fatto la foto prepartita di rito ho agitato il polso e penso che nessuno si sia accorto di niente ma adesso stanno perdendo e... dovrò dirlo.

Mi sento davvero in colpa, è solo che ho perso la cognizione del tempo ed ero in super ritardo, non avevo il tempo di stare apprezzo a certe frivolezze.

Be', le "frivolezze" stanno facendo perdere la squadra.

Stupida coscienza, si fa viva sempre nel momento meno opportuno.

30 a 20.

Dieci punti sotto.

I Broncos perdono e anche se i tifosi fanno il possibile per supportare la squadra, è chiaro che sono tutti sottotono.

Giunti in spogliatoio vedo il coach in piedi, al centro della stanza. Mi sistemo in un angolo, le macchine fotografiche penzolanti perché non c'è niente da immortalare.

«Li abbiamo sottovalutati. Oggi i Roosters si sono dimostrati dei validi avversari e la prossima volta ci riprenderemo la vittoria. Da questa sconfitta impariamo, come sempre, e ci rialziamo. Lunedì revisioneremo la partita, capendo dove agire e cosa evitare. Gli schemi sono efficaci ma loro li hanno intercettati molto bene, pertanto è giunto il momento di cambiarli. Riposate nel fine settimana e non mangiate pesante.» Il coach lascia gli spogliatoi, rivolgendomi un veloce sorriso.

Dovrei uscire e lasciare loro lo spazio per potersi cambiare e fare una doccia. Non so nemmeno se Jaxon voglia partire. Il piano ideato era molto semplice: trovandoci già a Sydney, avremmo raggiunto Falls Creek in auto, mettendoci due orette per arrivare. Non sarebbe stato strambo perché di solito la squadra si divide. C'è chi resta e c'è chi preferisce tornare a casa. Noi saremmo rimasti a Sydney per poi andarcene, inventando la banale scusa del "scusate, preferisco tornare a casa". Anche questo nella norma, in poco più di un mese che lavoro con i Broncos, mi è già capitato di vedere gente che cambia idea all'ultimo minuto. Ora, invece, non so se le cose siano cambiate o meno.

«Ragazzi, posso rubarvi due minuti?» Giocherello con l'orlo del maglione, con fare nervoso.

«Rubs. Tutto okay?» Jordan viene subito in mio soccorso.

Accenno un sorriso. «Sì, sto bene, solo... devo dire una cosa.»

Jaxon mi guarda, noto confusione sul suo volto un po' ammaccato, forse persino un pizzico di timore.

«Piccola Baxter, dobbiamo strigliare qualcuno?» domanda Loris, scrocchiando le dita.

Annuisco e sollevo una mano. «Proprio me. Colpevole.»

«Non capisco. Dobbiamo urlarti contro?» chiede Filippo.

«Magari è ubriaca» commenta Paul.

«Ma piantala.» Liam gli riserva uno scappellotto.

𝐓𝐇𝐄 𝐅𝐔𝐋𝐋𝐁𝐀𝐂𝐊 𝐏𝐋𝐀𝐍 [𝐓𝐓𝐙'𝐬 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐨𝐟𝐟]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora