𝐓𝐇𝐄 𝐅𝐔𝐋𝐋𝐁𝐀𝐂𝐊 𝐏𝐋𝐀𝐍 [𝐓𝐓𝐙'𝐬 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐨𝐟𝐟]

46J - La mia casa

Lunedì arriva prima di quanto volessi. Detesto vedere andare via Ruby ogni volta, ma restare è troppo rischioso. Delle volte, come stamattina, Jordan mi passa a prendere per andare allo stadio. Non c'è mai stato bisogno di grandi organizzazioni; suona e se ci sono, lo raggiungo in macchina.

Quella di oggi è stata un gran fortuna perché ieri sera ho fatto di tutto pur di convincere Ruby a restare. Se mi avesse ascoltato... ecco, diciamo che la mattina sarebbe iniziata con un sano attacco di panico. Giusto quello che serve prima di colazione, per svegliarsi al meglio.

In auto non abbiamo parlato un granché, ma a me è sempre andato bene. Conosco Jordan, è uno dei miei amici più cari, e conosco anche il suo passato. Non ho bisogno di una chiacchierata quando ci sono questi piccoli gesti che dimostrano quanto ci tenga. Delle volte può trattarsi di una bottiglietta d'acqua in più o di uno spuntino che è "avanzato da casa". Nonostante si sia aperto molto di più con la squadra negli anni e il rapporto si sia solidificato, il silenzio resta parte del suo carattere e per noi non è un problema.

Questa squadra è la rappresentazione di come dovrebbe essere una famiglia.

Nessuno mi ha abbandonato quando dal vecchio Jaxon, sempre pieno di battute e risate, sono diventato questa nuova versione più contenuta. Ho subito una graduale trasformazione, eppure i miei compagni sono rimasti al mio fianco, Jordan incluso.

Adesso sento di starmi riscoprendo e amo che Ruby sia al mio fianco. Mi rende migliore, più tranquillo e libero. Non mi sento in difetto al suo fianco. Dapprima mi focalizzavo sulla differenza d'età così da trovare il pretesto perfetto per allontanarla. Ora? Non mi importa più. Ha ventun anni, pazienza, mi fa impazzire lo stesso. E poi, se proprio vogliamo mettere i puntini sulle "i", dovrei essere l'ultima persona a contestare un argomento come questo vista l'età della mia ex moglie. L'importante è esserci arrivato, no?

Comunque, non ho alcuna intenzione di fossilizzarmi su qualsiasi tipo di pensiero. Vedo solo Ruby nel mio futuro, nella mia quotidianità ed è su questo che mi focalizzerò quando, concluso il Grand Final, affronterò Jordan.

«Mayer, muovi quel culo!» La voce squillante del coach mi riporta alla realtà, quella in cui ci sta spezzando ogni osso del corpo in vista della finale.

Raggiungo i miei compagni alle slitte e mi metto in posizione. Oggi trascineremo ben quaranta chili da una parte del campo all'altra. Insomma, il modo perfetto per concludere l'allenamento pre pranzo. Qualche ora fa, appena arrivati, siamo stati accolti da venti giri di campo seguiti dal Bronco Test, esercizio che valuta la capacità massima di resistenza di un giocatore e che fa correre per milleduecento metri. Giunti alla fine ho creduto di aver perso mobilità alle gambe.

Il tutto mentre Ruby gironzolava per il campo indisturbata. Ogni tanto scambiava qualche parola col coach e questo mi ricorda che non le ho ancora detto un dettaglio irrilevante: il suo caro nonnino sa di noi.

Quando il coach è soddisfatto di averci sfiancato a dovere, ci lascia liberi. Per fortuna per oggi abbiamo concluso, anche se ci ha raccomandato un'ora di esercizio in casa.

Ho intenzione di rapire Ruby. Non la tocco da ieri sera e oggi è stata più dura del solito non guardarla. Il punto è che più andiamo avanti, più ciò che sento nel petto quando la penso si amplifica. Da un lato mi sembra pure sciocco reagire come un ragazzino alle prime armi; dall'altro, invece, è rigenerante. Sto riscoprendo la parte sana di una relazione, quella giusta. Anche discutere con lei, sabato, è stato istruttivo. Non ci siamo urlati contro, né detti oscenità. Ci siamo presi del tempo, abbiamo comunicato. È stato come prendere una boccata d'aria fresca dopo essere stato confinato in uno spazio angusto per tre anni.

Scrivo a Ruby, chiedendole cos'ha intenzione di fare, prima di dirigermi verso le docce. La sua risposta arriva all'istante.

Sorrido, soddisfatto, e mi affretto anch'io. Ci vediamo da lei.