31J - Alina

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Lo ammetto, non è stato molto maturo da parte mia, ma provocare velatamente Ruby durante gli allenamenti mi è piaciuto. Le ho solo fatto provare un pizzico di ciò che subisco io giorno dopo giorno non potendola toccare come e quando mi pare.

Sono soddisfatto. Sì.

Ridacchio sottovoce, scuotendo piano il capo, e continuo a recuperare i tappetini. Ben e Liam mi stanno dando una mano, gli altri sono scappati dritti in sala per scofanarsi il pranzo. Bastardi.

«Abbiamo fatto. Ci pensi tu a finire?» domanda Liam.

Sollevo il pollice. Abbiamo suddiviso le zone così da sbrigarci. Mi mancano giusto due tappetini da arrotolare e ho fatto.

«Jaxon.»

Mi paralizzo sul posto. All'inizio penso di essermelo immaginato, poi la sento chiamarmi ancora una volta.

Quando mi volto, per la prima volta dopo ormai sei mesi, la rivedo. Stretta nel suo abito firmato – sono sicuro sia uno Chanel – i capelli scuri perfettamente acconciati e il trucco da star che non la fa sembrare affatto una quarantaduenne... Alina Carpenter. La donna con cui credevo avrei trascorso il resto della mia vita, quella che pensavo di amare più di ogni altra cosa al mondo, quella che ero certo fosse la mia persona. Peccato si sia rivelato tutto un bel sogno, quello di un uomo in cerca d'amore. Buffo dirlo, eppure sono stati proprio Calista, Jordan, Natalie e Loris a farmi desiderare una famiglia. Vedere il modo in cui si guardavano, supportavano, amavano... lo desideravo anch'io.

Scoparsi una donna diversa al giorno era divertente, ma anche parecchio solitario. Di ritorno a casa, non c'era nessuno ad accogliermi, nessuno a confortarmi dopo una sconfitta o una semplice giornata "no". Non c'era nessuno con cui festeggiare, da stringere... niente. Poi ho conosciuto Alina, per caso, in un locale a Sydney, e ho creduto di essermene innamorato. La pensavo sempre, volevo stare con lei, sapere come stesse e se anche lei mi pensava. Non siamo stati subito a letto insieme, no, l'ho portata a un appuntamento e poi un altro e un altro ancora prima di accettare il suo invito e seguirla in casa.

Dopo a malapena un anno le ho chiesto di sposarmi; avevo ventotto anni quando abbiamo promesso, davanti a una chiesa gremita di amici e parenti, che ci saremmo amati per sempre. Eppure così non è stato perché ci sono bastati tre anni per capire che non eravamo fatti l'uno per l'altra.

All'inizio era tutto bellissimo, poi sono arrivate le richieste, i dissapori. Ammetto che è stato sciocco da parte mia non affrontare determinati argomenti prima del matrimonio, ma nemmeno lei si era posta il problema, di conseguenza siamo andati avanti come un treno merci, con un unico risultato: uno schianto.

«Che ci fai qui?» Vado dritto al punto perché non ho intenzione di girare attorno all'argomento.

«Volevo parlarti, vederti, e sapevo che non avresti risposto al cellulare, così ho pensato...»

«Di venire sul mio posto di lavoro, non richiesta» concludo per lei, finendo di arrotolare l'ultimo tappetino. «E poi, come sei entrata?»

«Sono ancora sulla lista» risponde.

«Ma certo, la lista. Provvederò a far rimuovere il tuo nome.»

«Jaxon» rilascia un sospiro e compie un passo in avanti. «Mi va bene, non è un nome sulla lista ciò che desidero.»

«Ciò che...» butto fuori una risatina secca. «Ciò che desideri non ha alcuna rilevanza per me, Alina. Fa' quello che devi fare e chiudiamo questa storia una volta per tutte.»

«Vorrei che mi dessi una chance, Jaxon» mormora, prima di passarsi una mano tra i capelli. Lo fa sempre quand'è frustrata perché non riesce a ottenere ciò che desidera.

𝐓𝐇𝐄 𝐅𝐔𝐋𝐋𝐁𝐀𝐂𝐊 𝐏𝐋𝐀𝐍 [𝐓𝐓𝐙'𝐬 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐨𝐟𝐟]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora