30R - La visita inaspettata

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Grazie al fantastico meteo che ieri preannunciava forti piogge in serata, abbiamo deciso di lasciare lo chalet dopo pranzo. Giunti a Sydney, abbiamo preso un volo uno a distanza di un'ora dall'altro per evitare che potessero girare foto o video di entrambi. Mi sarebbe piaciuto trascorrere un altro paio d'ore insieme tuttavia abbiamo creduto fosse meglio non giocare troppo con la sorte.

Stamattina, tornata al mondo reale ho steso i panni prima di andare al lavoro e mi sono promessa di dare una pulita. Mi rilassa.

E adesso eccomi qui, nel mio ufficio, in attesa che arrivi la squadra, intenta a revisionare gli ultimi scatti.

Seppur una sconfitta, alcuni dei momenti che ho immortalato valgono la pena di essere postati sui social, pertanto mi impegno a editare ancora qualche minuto. Me ne bastano trenta, poi farò pausa caffè e dritta in campo.

Oggi l'allenamento sarà più pesante, lo sento, e non vorrei proprio trovarmi al posto dei Broncos.

Quando concludo, recupero il caffè e ritorno di sotto, pronta a cominciare. Poco fa ho sentito diversi schiamazzi, segno che la squadra deve essere già arrivata.

Getto il bicchiere di carta vuoto in uno dei tanti cestini e acciuffo la Canon.

«No, le fasce di resistenza no» sento qualcuno lamentarsi.

Fasce di resistenza? Non mi sembra di averli visti ancora all'opera con quegli affari. Dovrebbero essere, tipo, degli elastici più grandi, no?

«Cominciamo con la parte inferiore» istruisce il coach. Lo raggiungo in fretta e lui mi riserva un sorriso. «Buongiorno, tesoro.»

«'Giorno. Perché non ho mai visto quelle fasce? A che servono?» chiedo, curiosa.

«Seguiamo degli allenamenti settimanali. Questa è quella dedicata alle fasce. Servono a migliorare la loro resistenza, fare ottimo stretching e a rafforzare il muscolo in funzione.»

«Interessante.» Porto la macchina fotografica al viso e faccio un primo scatto.

Si stanno tutti sistemando sui materassini posti sul campo, due compagni per fascia. Non capisco bene che stanno facendo ma non commento, mi limito a gironzolare e scattare. Sistemati all'interno delle estremità delle fasce, li vedo inginocchiarsi, gambe leggermente divaricate e braccia tese poste sul tappetino.

Il coach fischia e... i Broncos iniziano a mimare una perfetta posizione da missionario. Non c'è altro modo di descriverla. Si chinano e spingono in avanti con i fianchi, stendendo le gambe. Prima uno e poi l'altro. A turno.

Abbasso la macchina fotografica con estrema lentezza e mi schiarisco la voce. Credo... credo di avere bisogno di un po' d'acqua. Il modo in cui flettono i muscoli delle cosce, lo sforzo evidente e le braccia in tensione... è tutto molto, come dire, erotico.

«Tesoro» mi richiama il nonno.

«Sì?» continuo a guardare la squadra muovere agilmente i fianchi, affondando in... qualcosa di invisibile. Pensare che fino a ieri mattino c'ero io lì sotto, Jaxon mimava proprio la stessa posizione.

«Vorrai iniziare a scattare o ti stai prendendo una pausa?» domanda.

Mi raddrizzo, scosto i capelli dal volto sicuramente più rosso di un peperone e annuisco. «Comincio subito.» Sento alcuni di loro ridacchiare ma li ignoro e scatto, pronta a lavorare.

È parecchio complesso immortalare uomini sensuali con tronchi al posto delle gambe che continuano a mimare posizioni sessuali. Davvero, non so come riuscirò ad arrivare alla fine di questo allenamento senza mezzo neurone bruciato.

𝐓𝐇𝐄 𝐅𝐔𝐋𝐋𝐁𝐀𝐂𝐊 𝐏𝐋𝐀𝐍 [𝐓𝐓𝐙'𝐬 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐨𝐟𝐟]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora