- I.N POV (violenza, abuso) -
Erano passati un paio di giorni da capodanno, ciò significava che sarei dovuto andare dai miei a salutarli, peccato che non fossero genitori davvero ecco...carini e coccolosi, soprattutto mio padre. Sul corpo avevo diversi lividi per colpa sua, dappertutto, mentre mia mamma mi faceva male solo verbalmente, e direi meglio così.
Mi stavo preparando una borsa con delle cose importanti dato che sarei andato dall'altra parte di Seoul, ma solo per un giorno, quindi niente valigie; il mio telefono vibrò, erano notifiche dal gruppo con i miei amici.I coreani più fighi (ma ci sono 2 impostori)🏳️🌈🏳️🌈
Binnie⭐️
Dai raga è da 2 settimane che non ci vediamo...
Lo facciamo almeno un pigiama party?Minhinnie⭐️
Io ed Han ci siamo, a casa di chi?Jinnie⭐️
Io vengo, non ho di meglio da fare, se volete casa mia è libera ma vi portate le vostre robe perché io non presto niente.
______________________________________Beh dai, almeno una notizia positiva l'avevo per quella sera, avrei fatto un pigiama party con tutti. Ne avevamo fatti tanti nei mesi precedenti, ma non ci importava, a noi bastava stare insieme ed io amavo quei momenti.
Però, non potevo certo dimenticarmi dei miei impegni principali: i miei genitori.
Nella borsa misi di tutto e di più, soprattutto bende o cerotti nel caso mi succedesse qualcosa di grave.
Partii alle 12, mi ero comprato qualcosa da mangiare in stazione così da evitare di venire avvelenato da mia madre, poi arrivai a "casa" alle 14.
Bussai alla porta e suonai al campanello. <<Alla buon'ora eh.>> Disse mia madre aprendomi la porta per farmi entrare, chiudendola alle mie spalle. <<Buon anno mamma...>> Sforzai un sorriso, che lei ricambiò soffiandomi sul viso il fumo della sigaretta che si stava fumando, facendomi tossire. <<Ehm, papà dov'è?>> Domandai per rompere il silenzio, lei mi indicò con gli occhi il salotto, così andai lì e trovai mio padre sorseggiare la sua solita birra schifosa, con i suoi occhi rossi per quanto aveva fumato, in quella casa era difficile respirare. <<Oh, ciao.>> Non mi degnò di uno sguardo. <<Hai guadagnato qualcosa?>> Domandò poi, alzando il volto e facendomi cenno di sedermi di fronte a lui, io rifiutai. <<No.>> Dissi mentendo, al bar guadagnavo ciò che mi serviva per vivere, non avrei dato niente a loro. <<Vado ancora a scuola.>> Continuai serio. Lui mi guardò dall'alto al basso, giudicando ogni centimetro del mio corpo. <<La ragazza?>> Si alzò dalla sua seduta, io indietreggiai. <<Lo sai che mi piacciono i ragazzi, comunque niente.>> Lo guardai serio. <<Ah vero, quindi non era una fase, frocio del cazzo?>> Mi diede uno schiaffo diretto, veloce ma che bruciava. <<Non era una fase.>> Mi massaggiai la guancia. <<Un figlio frocio, se sempre può venir considerato come "figlio".>> Parlò tra sé e sé ad alta voce. <<Ti rendi conto di che disgrazia sei?>> Rise iniziando a liberare tutto il suo odio sul mio corpo, calciandomi e dandomi pugni in punti casuali, come se fossi solo un oggetto. <<Papà ti prego...>> Provai a non piangere dal dolore, non avevo intenzione di dargli quella soddisfazione.La "tortura" continuò per almeno 15 minuti, finché mia madre non intervenne. Non mi picchiarono più, ma mi gettarono addosso la peggio merda, ogni genere di commento indesiderato, alcuni sul mio viso, altri sul mio orientamento, altri ancora sul mio corpo. Mi sentivo così fottutamente debole, ero solo un qualcosa su cui liberare le proprie insicurezze, ed ovviamente non si facevano scappare le poche possibilità annuali che avevano per vedermi.
Riuscii a liberarmi di quell'inferno un'ora dopo, alle 15, correndo più veloce che potevo alla stazione per tornare al mio amato appartamento. Non vedevo l'ora che arrivassero le 19, quando sarei dovuto andare da Hyunjin con gli altri per la "festa". Mi sedetti sul treno e dormii per tutto il tragitto, provando a dimenticarmi delle cose appena subite, seppur fosse difficile.Tornai a casa mia per le 17, avevo un'ora per prepararmi. Mi feci la doccia per fermare il sangue che mi usciva da alcune delle ferite, non troppo grandi ma dolorose, poi mi asciugai i capelli e li piastrai come mi aveva insegnato Felix. Indossai vestiti pesanti: maglione bianco e jeans larghi neri, poi preparai un borsone con pantaloncini corti da basket e una maglia a maniche lunghe abbastanza stretta, ma comoda. Portai anche delle patatine e degli elastici per chi volesse farsi la coda, poi uscii alle 18:45 e camminai verso casa di Jinnie.
Ci stavamo divertendo, fortunatamente i miei lividi non erano stati notati da nessuno, non volevo creare drammi. Bevevo e bevevo, il gusto della vodka alla pesca mi piaceva troppo e mi ero scolato un'intera bottiglia da solo, ma perfortuna reggevo bene l'alcol...circa.
Mi cambiai nel salotto del corvino, allontanandomi un po' da tutti. <<...Innie?>> Chan mi diede un colpetto leggero sulla spalla prima che mi rimettessi la maglietta, non ero imbarazzato del fatto che mi stesse vedendo semi-nudo dato che eravamo letteralmente andati tutti in piscina assieme pochi mesi prima. <<Dimmi Channie-hyung!>> Sorrisi al ragazzo. <<Mi vuoi parlare un po' di...questo?>> Indicò, indovinate? Uno dei lividi, il più grande, era sul mio fianco e si vedeva bene seppur ci fossero i led nella stanza. <<Oh, niente, ho sbattuto su uno spigolo.>> Indossai la maglia prima che si mettesse ad ispezionare di più il mio corpo. <<Jeongin, ti prego, ne ho viste di tutti i colori e si vede che quello non è tanto casuale.>> Sospirò mettendomi una mano sulla spalla, io lo guardai sforzando un sorriso, prima che le mie labbra iniziassero a tremare. <<Ragazzi, io ed I.N andiamo un'attimo nella stanza degli ospiti, torniamo tra poco.>> Chan mi prese in braccio, comunicando ai ragazzi del nostro spostamento. Io rimasi sorpreso ma non agii contro di lui.<<Fammeli vedere.>> Disse con voce calma mettendomi seduto sul letto, per poi posarsi in ginocchio davanti a me. Annuii e mi tolsi la maglietta, mostrandogli ogni piccolo e grande livido che avevo sul petto anche se non volevo che il mio amico si preoccupasse per me. <<Autolesionismo?>> Domandò, io scossi la testa provando a trattenere le lacrime mentre passava le sue fredde dita sulla mia pelle, facendomi tremare, ma non per la paura. <<Riesci a dirmi chi?>> Si sedette vicino a me, prendendomi in braccio e facendomi sedere sulle sue gambe dopo avermi rimesso la maglia, io negai nuovamente con il capo mentre singhiozzavo sul suo felpone. <<Scusami, è tanto difficile.>> Riuscii a dire tra una lacrima ed un'altra, provando a farmi perdonare per quanto fossi infantile. <<Innie guardami, va tutto bene, non sei obbligato a dirmi nulla, respira e piangi, so che ne hai bisogno.>> Cazzo che belle parole, quanto avevo bisogno di sentirle, mi tranquillizzarono molto, eppure continuai a piangere. <<Ci sono io qui per te.>> Continuò a ripetermi mentre mi accarezzava la schiena con le mani, sembrava un papà con suo figlio, quel padre che non avevo mai avuto realmente. <<Chan.>> Mi asciugai le lacrime ed alzai il viso in sua direzione. <<Ti voglio bene, non sai quanto.>> Mi strinsi a lui, affondando il viso nell'incavo del suo collo. <<Anche io te ne voglio volpetto, ricordati che quando ti serve parlare io ci sono sempre.>> Quella sua cazzo di voce, era così calma e rasserenante, sembrava una ninna nanna.
In un momento di silenzio, dove l'unico rumore che c'era erano i miei singhiozzi ormai sull'orlo del terminare, diedi un piccolo bacio sulla guancia al maggiore, come un piccolo ringraziamento. Notai un rossore crescere sul suo viso mentre sorrideva imbarazzato, come faceva ad essere così bello? Intendo...era un bel ragazzo, non potevo non ammetterlo. <<Torniamo di là?>> Domandai sistemandogli i capelli, l'altro si alzò tenendomi tra le sue braccia ed incamminandosi verso il salotto, dove ormai Seungmin e Changbin dormivano, il primo tra le braccia del secondo per riscaldarsi, erano così carini insieme.Mi stavo addormentando anch'io sul divano, distante dai due ovviamente, ed avevo la piccola Kkami tra le braccia, lei si che faceva la nanna. <<Guarda di non farti troppo simpatico con lei, è mia!>> Mi scompigliò i capelli il padrone della cagnolina, facendomi ridere.
Han spense le luci senza chiedere il permesso a nessuno, se lui aveva sonno allora ce l'avevamo tutti, così si gettò sul materasso che aveva preso da casa sua e si addormentò in pochi minuti, abbracciato al suo ragazzo; Avere una relazione come la loro significava aver vinto nella vita, ed era il risultato a cui volevo giungere, pur sapendo che fosse difficile.
Chan si avvicinò a me, abbracciandomi e regalandomi una sensazione bellissima, che si mi causava sonno, ma anche un estremo piacere al cuore. <<Notte.>> Sorrisi mettendomi comodo per poi addormentarmi subito dopo.
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⭐️ 𝙍𝙤𝙢𝙖𝙣𝙘𝙚 𝙞𝙨 𝙗𝙤𝙧𝙞𝙣𝙜 - 𝙃𝙮𝙪𝙣𝙡𝙞𝙭 ⭐️
Fiksi PenggemarFelix aveva lasciato la scuola perché non riusciva a concentrarsi sugli studi, decise quindi di andare a lavorare in un bar poco conosciuto, dove divenne amico di Jeongin e Seungmin, insieme al suo migliore amico Han. Un giorno il fratello di Felix...