Libro 2: 09) Dolori vertebrali

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Che nottataccia.. Un'ora a litigare ed il resto della sera a tenere il muso. Andrea non aveva ancora capito l'importanza della comunicazione in una coppia, perciò non capì nemmeno il motivo della litigata e del mio alzare la voce. Essendo stata sempre da sola, non era abituata a chiedere il permesso agli altri per ciò che le riguardava o non aveva dimestichezza nel condividere ciò che faceva durante la giornata. Inutile dire che non chiedeva consigli a nessuno, senza chiedere agli altri se fossero convenienti i suoi gesti o se ci sarebbero stati degli svantaggi nelle sue azioni. Ripensandoci, non era troppo aperta nemmeno con me. Parlava a stento di ciò che pensava ed evitava, la maggior parte delle volte, di parlare di lei. Mi faceva un sacco di domande sulle mie giornate, quindi sapeva tutto di me, ma, ogni volta che tentavo di scoprire qualcosa su ciò che aveva fatto durante il giorno, trovavo un muro pronto a bloccarmi.

« Che stanchezza.. »

La mattina dopo a lezione ero distrutto sia fisicamente che mentalmente. Dopo la litigata, fui costretto a dormire nella mia vecchia camera ed abbandonare, per quella sera, la camera della rossa, giusto per farle sbollire un po' la rabbia e per farla ragionare. Ovviamente, quella sera, le avrei portato un mazzo di fiori per poter far pace, ma bisognava lo stesso risolvere il problema del lavoro. In un periodo del genere, tra crisi e mancanza di soldi, era difficile trovare un'occupazione. Nel suo campo del gaming era praticamente impossibile. L'unico modo per far soldi sui giochi era quello dimettersi in streaming su Twitch con il seno in bella vista per poter ricevere le donazioni dei fans. E ciò non mi faceva molto impazzire dato che avrebbe dovuto mostrare le sue grazie per ottenere soldi ed avrebbe dovuto elemosinare per ottenere le donazioni. Mi dispiace dirlo, ma gli streamer sono una categoria diversa dai gamers,soprattutto le donne. Le potrei paragonare alle escort del gaming. Hanno un sacco di sponsor, si mettono a novanta per avere sempre più followers e sono costretti a fare le cose più assurde per non annoiare i fan. Andrea non avrebbe avuto troppa difficoltà a trovarsi un pubblico, ma era un concetto che mi dava molto fastidio. Non volevo che altri guardassero la mia ragazza e che le dessero soldi solo per i suoi "polmoni". Tutto ciò avrebbe fatto perdere dignità non solo a lei, ma anche a tutto il genere femminile.

« Tutto ok? »

Mi domandò Carla, vedendomi sonnecchiare sulla cattedra dell'aula. Ogni mattina arrivavo abbastanza presto all'università ed ero sempre il primo a montare il proiettore ed a salutare i colleghi, dato che le altre due rappresentanti arrivavano poco dopo di me. Abitavano abbastanza vicino all'università, ma sapete come funziona.. La vicinanza è direttamente proporzionale al ritardo. Più vicino abiti, più ritardo farai. Ma, tornando alla storia principale, dovevo ammettere che avevo un sacco di sonno a causa del materasso del mio letto che, stranamente, lo ritrovai abbastanza scomodo. Ormai mi ero abituato a dormire sul materasso di piume di Andrea, con lei che appoggiava la testa sul mio petto, quindi feci molta fatica a prendere sonno nella mia stanza. Non avevo più la stufa naturale rappresentata da Andrea ed ero in un letto che trovai eccessivamente largo per una sola persona. Va bene.. Le dimensioni del letto erano normali.. Ma, abituato a dormire nel piccolo letto della mia ragazza, trovai molta difficoltà nel gestire lo spazio attorno a me.

« Solo un po' di sonno.. Ne recupererò un pò durante la lezione di fisiologia di oggi. »

Ironizzai sulla cantilena "ninna nanna" della professoressa. Aveva una voce ipnotica che ti faceva cadere in catalessi e non utilizzava slides per attirare la nostra attenzione. Preferiva usare i lucidi e ciò non faceva altro che rendere più difficile l'apprendimento, dato che disegnava male, ed ad annoiare a morte noi studenti. Per di più, mi costringeva a tirare fuori il proiettore per i lucidi posto dalla parte opposta dell'università.. E non era semplice trasportare quel macchinario per tutto l'ateneo.

« Problemi con la tua ragazza? »

Mi chiese notando le occhiaie ed il mio controllo periodico del cellulare. Aspettavo un messaggio di Andrea per poter far pace e, se non l'avesse mandato lei, sarei stato costretto a chiederle una tregua da questo litigio, rinunciando ad ogni vittoria che avrei potuto ottenere da questa situazione. Ricordate.. Le femmine vincono anche quando hanno torto. Perché? Perché sono femmine.. E, dato che i diritti sulla parità dei sessi servono solo quando sono favorevoli alle donne, ciò ci pone la sconfitta totale del genere maschile su questo paese.

« No.. Colpa del materasso del mio letto.. Mi ha distrutto la schiena e non ho chiuso occhio a causa sua.. »

In effetti la mia schiena era ridotta ad un colabrodo. Il materasso l'aveva completamente distrutta e mi aveva provocato dolori atroci per tutta la notte.

« Vuoi che ti aiuti? Di solito un piccolo massaggio al collo fa miracoli. »

« Allarme rosso! Allarme rosso! Allarme rosso! Se non stai attento, qui rischio la decapitazione! »

Urlò il piccolo Wolf, preoccupato dalla proposta di Carla e dalla gelosia di Andrea. Non credo che la rossa sarebbe stata contenta del fatto che, una ragazza molto attraente della mia classe, mi risollevasse il morale con un piccolo massaggio in una zona dolorante del mio corpo.. Detto così suona malissimo.. Ma almeno avete capito cosa intendevo!

« Non ti preoccupare.. Sono sicuro che passerà presto. »

Cercai di scappare da quel discorso ambiguo il prima possibile, senza deludere troppo la mia collega. Non volevo che incominciassero a girare voci o che mi incominciassero a chiamare "rappresentante provolone".

« Io avrei accettato se fossi stato in te.. »

Una voce alle mie spalle mi paralizzò la schiena. Era una voce conosciuta e familiare, ma era da tanto che non la sentivo. Era pungente e sagace, quindi non esisteva un tono di voce migliore per fare battute al prossimo, dato che scatenavano sempre un gran numero di risate nella gente. Mi girai per poter vedere chi aveva parlato emi sorpresi molto nel rivedere quel volto conosciuto. Erano un paio di mesi che non la vedevo e provai un gran piacere nell'ammirare il suo sorriso.

« Oh! Ciao! »

Urlai non appena riconobbi la neo matricola di ostetricia di Tor Vergata, ovvero colei che, insieme a me, aveva affrontato i test d'ingresso per entrare in quell'inferno di università: Daniela.

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