Ed adesso che vi racconto... Non credo di essere in grado di potervi spiegare le mie emozioni dopo questo fatto, dato che non è mai facile parlare con il cuore spezzato, calpestato o masticato. Nonostante Mirtilla avesse agito con le migliori intenzioni, ovvero quelle di chiudere definitamente il discorso, anche se per me era già stato chiuso due giorni prima, mi sentivo lo stesso a pezzi. Nemmeno Kingdom Hearts riusciva a tirarmi su il morale ed avevo iniziato a passare le giornate a fissare il vuoto. All'università ero poco attento, a malapena leggevo le materie per gli esami, mangiavo poco e solo cibo cinese d'asporto e le sere me ne stavo sdraiato sul divano nero del mio salotto. Ero così giù di corda che non riuscivo manco a far dell'humor sul divano dei film porno che mi ritrovavo in casa. Linda e Mary, quando mi videro con la morte stampata in faccia, cercarono di consolarmi in qualche modo. Mary, purtroppo, non gli ho dato molte occasioni per potermi aiutare. Tornava tardi dall'università e, ogni volta che arrivava a casa, verso le 22, mi chiedeva:
«Ti va di parlarne? O di andare a prendere un gelato? Così fai due passi e non ci pensi.»
Ma la mia testa era altrove. Non avevo alcuna voglia di uscire o passare del tempo a parlare con qualcuno. A malapena lasciavo parlare il piccolo Wolf che, a causa del mio umore nero, si era rintanato nei meandri del mio subconscio a giocare a Spyro 2 con il mio cervello. Si... Il mio cervello ha un processore così vecchio che può esser comparato a quello di una Ps1 scassata.
«Grazie Mary, ma ora ho un po' di sonno e domani mi devo svegliare presto. Casomai sarà per un'altra volta...»
Questa era la mia consueta risposta alla proposta della bella studentessa di medicina, che mi guardava come se fossi un cucciolo di dalmata bastonato dalla una banda Bassotti. Ma apprezzavo molto i suoi tentativi, che miravano a farmi scordare un brutto momento. Non potevo dire lo stesso dei metodi che Linda usava per risollevarmi il morale...
«Che ne dici se ti fai un'oretta con me? Offre la casa e ti sfoghi un po'.»
Sebbene dovessi tenere a freno quel mostro famelico che tutti voi conoscete come "il piccolo Wolf", riuscii a rifiutare la proposta della seducente bionda, nonostante fosse in soggiorno con addosso solo asciugamano. E lo feci per due ragioni valide: non ero dell'umore giusto per pensare ad altro che non fosse il cervello di Cosmo dei "Due Fantagenitori", ovvero il vuoto cosmico, e non avevo alcuna intenzioni di andare a letto con un'escort. Il secondo motivo era, forse, anche quello principale. Non che abbia qualcosa contro di loro, ma non sono il tipo che può fare l'amore con qualcuno per cui non provo nulla. Infatti, chi va con le escort, non prova alcun sentimento per le donne che si porta a letto. Le usa per il piacere o per compensare qualcosa che gli manca, ma di sicuro tutti privi di sentimento, eccezion fatta di coloro che si innamorano di esse... Anche le tipe come Linda, per esempio, fingevano di provare dei sentimenti per i loro clienti. E recitano una messinscena così perfetta, che ti chiedi il motivo del quale delle ragazze del genere non abbiano scelto un'altra strada. Dopotutto, la maggior parte di loro, sono belle ragazze che potevano diventare modelle, attrici o protagonisti di "Uomini e Donne". Ok... Non avrebbero fatto una fine troppo migliore... Ma almeno non porterebbero un nome così pesante e negativo sulle loro spalle. Sono in poche coloro che lo fanno perché costrette da uomini che le tengono al guinzaglio e, di solito, quelle le si possono trovare per strada. Una volta chiesi a Linda la differenza tra una escort ed una puttana. La risposta mi lasciò un po' interdetto.
«Un'escort può essere indipendente. Non tutte, ma la maggior parte lo sono perché hanno scelto questa strada da sole. Molte passano due anni a guadagnare in Italia per potersi permettere una vita di lusso nei loro paesi dell'est. Altre lo fanno perché vogliono pagarsi l'università e vogliono una piccola pensione personale per la vecchiaia. Non tutte possono fare le escort. Basti pensare che dobbiamo imparare più lingue e dobbiamo avere un certo livello di cultura generale per poter parlare con i nostri clienti o per quando ci assumono i ministri per fare le "ragazze" trofeo. Non immagini quante cene ho passato con tipi di sessant'anni che non facevano altro che parlare per ore di politica e che poi a letto non riuscivano a superare i quindici minuti con l'aiuto del viagra. Noi serviamo per chi è solo e non ha mai avuto nessuno da amare, per chi vuole rilassarsi e passare una serata diversa, per chi ha disabilità e vuole pensare di avere una "ragazza" bella come una modella... Le puttane le trovi in mezzo alla strada, con un pappone poco distante da loro, quasi sempre seduto in una macchina ad aspettare i clienti delle loro ragazze. Loro, a differenza di noi, non hanno scelta e lo fanno perché minacciate o per permettersi di vivere un giorno in più. In più, noi possiamo scegliere se andare a letto con un cliente oppure no. Se ci accorgiamo che quello che vuole entrare nel nostro letto è un maniaco, non cacciamo di casa e chiediamo aiuto alla polizia. Le puttane devono farlo e basta. Se poi, la maggior parte delle volte, ci assumono uomini con moglie e figli, noi non ci possiamo fare nulla. Non è colpa nostra e non gli obblighiamo a venire da noi. La colpa è solo loro.»
Un ragionamento che, da quel giorno, presi come modello per poter classificare il mio rapporto con Linda. Non è una cattiva ragazza, ma non ci sarei mai andato a letto. Non rientravo in nessuna delle categorie che aveva elencato e spero di non rientrarci mai in futuro.
«Stai bene?»
Mi chiese, di fronte alla porta del soggiorno, la mia coinquilina. Era passata quasi una settimana ed ancora non riuscivo a reagire. Eppure sapevo che dovevo fare qualcosa per poter levare il culo da quel divano di pelle.
«Non lo so...»
Fu la mia risposta mentre fissavo lo schermo nero e spento della televisione. Mi ero anche scordato di accenderla, nonostante tenessi continuamente il controller tra le mani.
«Prendi... Ti servirà.»
Disse passandomi una birra fredda e sedendosi di fianco a me. Accese la televisione con il telecomando e mi prese il joystick dalle mani per accendere la console. Anche lei, a modo suo, stava cercando di tirarmi su il morale. Ed è strano, dato che io, per primo, l'avevo fatta soffrire rompendo la nostra relazione. Nonostante ciò, Andrea era lì affianco a me, con un'aria un po' fiera ed orgogliosa, così da dimostrare che stava facendo la "matura" nonostante il nostro passato rapporto. Eppure riuscivo perfettamente a vedere in lei un leggero imbarazzo nel starmi vicino ed un pizzico di rabbia nel vedere che stavo male per qualcun'altra.
«Allora... Ho appena comprato Dark Souls 3. Ti va di provarlo e di bestemmiare con me?»
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Uno VS Tre
MizahQuesta è la semplice storia di un ragazzo appassionato al mondo nerd che condivide la casa con una squillo, con un medico ed un beta tester. Come potrebbe essere la vita in un contesto del genere? Sarà un sogno o un incubo? Diciamo che sono più prop...