Libro 3: 28) The end

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Sapete una cosa? Siamo giunti alla fine... La fine del primo anno universitario, la fine della convivenza con le mie tre coinquiline, gnocche oserei aggiungere, e la fine di tutto e niente... Ci sono un sacco di domande a cui mi piacerebbe darvi una risposta: Manterrò i contatti con le mie vecchie coinquiline? Riuscirò a convivere con quelli nuovi? Avrò un nuovo gruppo di amici con cui uscire la sera? Supererò il secondo anno di università? Riuscirò a laurearmi? Avrò lasciato il gas acceso? Queste sono tutte domande a cui non posso rispondervi e che, forse, potrebbero trovare una risposta in futuro. Ma, per adesso, mi ritrovo seduto su quel famoso divano nero in soggiorno, pensando a quanto avrei dovuto faticare fra due giorni a causa del mio trasloco ed osservando Mary mentre imballava le proprie cose per il suo trasloco di domani. C'eravamo divisi in giorni per il "movimento" di tutta la nostra roba, così da poterci aiutare a vicenda per portare gli scatoloni da una casa all'altra.

«Allora ci vediamo presto.»

Disse Andrea salutandoci con un abbraccio sia me che Mary, mentre il suo nuovo ragazzo la stava aspettando sotto il nostro appartamento con altri scatoloni. Lei era stata la prima ad andarsene tra noi tre ed era stata aiutata da Daniele per tutto il tempo, quindi non faticai più di tanto nel suo caso. Quello non sarebbe stato un addio, ma causava lo stesso un pizzico di dolore, soprattutto ripensando a tutti i bei momenti passati insieme ed al nostro primo incontro. La finta rossa aveva definitamente lasciato la casa e se ne stava andando a braccetto con Daniele.

«Questo era l'ultimo...»

Affermò la giovane studentessa di medicina che era riuscita ad impacchettare anche gli ultimi libri. Aveva una montagna di oggetti da trasportare il giorno dopo ed ero abbastanza certo che la parte grossa del lavoro me la sarei dovuta beccare io. Dannato galateo... Ma io dico... Le donne non hanno voluto parità di diritto e parità di sesso? Ed allora come mai sono sempre io a dover trasportare un materasso per le scale mentre lei si becca una lampada da comodino? Divergenze sessiste escluse, eravamo entrambi stanchi morti a causa dell'imballaggio, dato che anche io avevo iniziato ad ordinare le mie cose, così da farmi trovare pronto. Avevo molta meno roba da trasportare delle ragazze, perciò non ci misi molto tempo a finire, e, sebbene il mio livello di pigrizia sia leggendario, ci misi solo un'oretta e mezza...

«Vado a farmi una doccia. Poi ti andrebbe di prendere qualcosa fuori da mangiare e fare quattro passi? Non mi va di cucinare...»

Guardai Mary per un paio di secondi prima di darle una risposta decente, stavo immaginando mentalmente cosa ci fosse nel frigorifero. Dovevo consumare tutto ciò che vi era dentro prima di partire e non potevo sprecare inutilmente del cibo. Tra l'altro le "spese" per quel mese erano diventate pesanti da reggere e non mi rimaneva molto nel portafoglio. Tutta colpa di mia madre che aveva mandato in crisi la mia economia con la sua permanenza... A che mi serviva comprare il pane tutti i giorni? Solo lei lo sapeva...

«Non lo so... Vorrei vedere cosa mi è rimasto da consumare.»

A quella risposta, Mary allargò le spalle e, quasi come se fosse contrariata, andò in bagno senza dire nient'altro.

«Ho sbagliato qualcosa?»

Mi domandai pensando alla ragione di quel comportamento. Alla fine non avevo detto nulla di male. Anzi... Avevo, per la prima volta in vita mia, dato una risposta sensata e basata sui fabbisogni principali dell'uomo. Che sia in uno di quei giorni particolari del mese?

«Sei un deficiente...»

Mi disse il piccolo Wolf, che comparve dal riflesso della mia ombra, manco fosse un personaggio di "Blue Dragon".

«Perché mai? Non abbiamo molti soldi e ci sono ancora i broccoli dell'anno scorso da scongelare e consumare. Capisco che non ti piaccia mangiare "roba verde"... Ma stiamo per muoverci in una casa nuova e dobbiamo svuotare il frigo.»

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