Libro 2: 14) Deliri paterni

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« Perù o Giappone? Quale preferisci? »

Chiesi al piccolo Wolf dopo aver assimilato l'idea che Andrea potesse essere incinta.

« Preferirei il Giappone... Ma tutti si aspetterebbero una nostra fuga nel paese del sol levante. Quindi opto per il Perù. »

Il ragionamento del mio piccolo amico non faceva una grinza, ma non ci tenevo particolarmente a dover vivere nel sud America e non avevo alcuna intenzione di aprire un'allevamento di lama o di alpaca. Per chi non l'avesse ancora capito, mi sto cagando sotto dalla paura. Un figlio cambia la vita. Oserei dire in meglio... Ma, essendo uno studente universitario senza un lavoro e con una relazione agli inizi, non saprei se dire che sia una cosa buona o cattiva. C'è sempre la possibilità che non sia di Andrea il test di gravidanza che ho trovato in bagno, dato che abito con tre ragazze. Ma la mia sfiga è leggendaria e questo lo sappiamo molto bene.

« Vado a comprare un'altro trolley. Quello che ho è troppo piccolo! »

Mi urlò Andrea dal soggiorno prima di uscire dalla casa, lasciandomi da solo con il mio dilemma shakespeariano. C'era da dire che la mia ragazza sembrava molto calma e per nulla preoccupata, ciò non sarebbe possibile se fosse rimasta incinta.

« Forse sono salvo... »

Dissi tornando a finire la mia di valigia. Se Andrea aspettasse un bambino, ci sarebbero stati dei segnali da parte sua o mi avrebbe lasciato dei piccoli indizi disseminati per la casa per farmi abituare all'idea di avere un bambino. Io non sono contro il naturale atto della procreazione, dato che adoro i bambini. Sono il primo di undici cugini ed ho cresciuto la metà di questi preoccupandomi per loro. Mi sono assicurato di fargli vedere solo i cartoni migliori, di fargli ascoltare solo la musica dei maestri del passato di non fargli frequentare brutta gente. Sono stato un cugino modello.

« Sicuro? Nell'ultimo anno non ci sei stato, saranno rimasti gli stessi? »

Mi domandò il piccolo Wolf. Non credo che un anno di lontananza possa rovinare totalmente anni ed anni di educazione amorevole. Vero?

« Ti dimostrerò che i miei metodi reggono anche la lontananza. »

Accesi il computer ed entrai nel loro profilo Facebook, giusto per poter controllare cosa mi fossi perso nell'ultimo anno. A causa del trasferimento a Roma e dell'incidente, non ero riuscito a vederli negli ultimi mesi e li avevo sentiti solo per il loro compleanno. Ma, sicuramente, non saranno cambiati così tanto.

« Gesù imbianchino! »

La bestemmia era d'obbligo... Partiamo con la rassegna dei cinque cugini, più mio fratello minore. Primo cugino di diciotto anni: dalle foto si nota che ha iniziato a fumare e che è pieno di lividi a causa del suo nuovo sport, la boxe; dagli stati e dagli avvenimenti posso intuire che sta andando bene a scuola e che ha deciso di andare all'università di filosofia, in pratica è spacciato e non troverà lavoro neanche tra vent'anni. Secondo cugino di sedici anni: nelle foto è ritratto sempre in discoteca e sempre con un drink e con una birra in mano, in più si è fatto la cresta; dagli stati deduco che si è messo con una ragazza, poi si è lasciato con questa, poi si è rimesso ed ora aspetta una femminuccia, condoglianze. Terza cugina di quindici anni: Ascolta gli One Direction ed è andata al loro ultimo concerto, non aggiungo altro. Quarta cugina di otto anni: il profilo della madre mi fa intuire che è sempre circondata da "fidanzatini" e che sta andando bene a scuola; il profilo del padre, invece, mi fa capire che ha ricevuto un pupazzo di Peppa Pig per il compleanno, non si è salvata neanche lei. Quinto cugino di cinque anni: dal profilo della madre e del padre si intravede la sua grande passione per la Playstation e per gli sparatutto; c'è anche una foto con il piccolo che tiene in mano una copia di Call of Duty ed una pistola in mano, devo stare attento con questo, è armato e sa come si uccide a causa dei videogames. Mio fratello di diciotto anni: dalle foto vedo che ha iniziato a giocare a pallavolo, che si è fidanzato e che sta studiando per entrare a medicina; in più legge manga e vede anime a tutta forza. Possibile che solo quel deficiente di mio fratello sia migliorato con la mia lontananza?

« Dove ho sbagliato? »

Mi chiesi demoralizzato e con l'intenzione di trafiggermi la pancia con un coltello da cucina, così da eseguire il seppuku per depurare la mia anima...

« Non posso diventare padre! Non ora! »

Urlai in preda al panico. Non posso dar inizio ad una nuova vita a soli ventitré anni. Non ho una macchina, non possiedo un lavoro, non ho ottenuto una maturità cerebrale per poter insegnare ad un bambino i valori della vita. In più non so nemmeno se voglio passare il resto della mia vita con Andrea. Ci siamo messi insieme da pochi mesi, come posso decidere se lei è la donna della mia vita? Come posso sapere se anche lei sarà una buona madre? Come posso mantenere una famiglia senza avere un soldo in tasca? Ma, soprattutto, come posso dire a mia madre che ho messo incinta la mia ragazza? Quella mi ammazza!

« Che urli? Qui c'è gente che cerca di dormire! »

Linda uscì dalla sua camera in pigiama e mi sgridò per aver alzato la voce. A quanto pare, la notte precedente aveva lavorato più del solito e non si era ancora svegliata.

« Guarda! »

Gli indicai il test di gravidanza gettato nel cestino del bagno e non feci minimamente caso, per la prima volta, alle sue curve. La situazione mi preoccupava più del previsto.

« Beh? »

Mi rispose non capendo la gravità del fatto. Anche lei non era preoccupata alla vista di quel test, quindi voleva dire che la "gara" era tra Andrea e Mary. Ora le mie possibilità di essere il padre sono aumentate fino al 50%, 95% se contiamo la sfiga.

« Andrea è incita. Me lo sento! Maledico quel giorno in cui non ho usato il preservativo! Anzi, maledico il giorno in cui sono stato circonciso! »

« Volevi che te l'avessero tagliato alla radice? »

Rispose il piccolo Wolf ai miei deliri mentali, mentre io cercavo di calmarmi in qualche modo. Linda, invece, mi guardava scettica e si diresse verso il cestino del bagno.

« Scusami, la prossima volta butterò la mia spazzatura nel cestino di camera mia. »

Detto questo, chiuse la porta per tornare a dormire, lasciandomi da solo in un imbarazzante silenzio. Avevo commesso una figuraccia tremenda. Quel test di gravidanza era di Linda.

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