Libro 3: 03) Discussioni post-rottura

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Fa sempre uno strano effetto incontrare la propria ex con un altro ragazzo o con il suo gruppo di amici. Non so il perché, ma nella mia testa immaginavo sempre che, dopo la rottura, le mie ex non sarebbero mai più uscite di casa e che avrebbero passato la loro intera esistenza a rimpiangere di avermi perso. Lo so, avevo un pensiero maschilista e da Johnny Bravo, ma ero figo lo stesso. No?

« Sicuro che stanno messe peggio di noi? »

Mi domandava il piccolo Wolf quando, qualche volta nei miei momenti di solitudine, ripensavo ad una delle nostre vecchie ragazze.

« Ma certo. Da quando ci siamo lasciati le nostre ex sono ingrassate, invecchiate ed hanno perso pure qualche dente. »

Cercavo di dire alla mia coscienza, per rendere meno dura la situazione da single. Non riesco a spiegarmi bene il motivo, ma in passato preferivo credere che dopo la rottura io, in un modo o nell'altro, stavo in una condizione migliore sia al livello sociale che di bellezza. Con la maturità acquisita nel corso degli anni e con il mio istinto alla Conan, posso affermare che raccontavo una marea di cazzate al mio piccolo amico. Non avrò avuto così tante ragazze, ma, quelle poche con cui mi sono frequentato, dopo la rottura sono diventate ragazze di successo: una si è iscritta a medicina a Siena ed ha scoperto la cura per il cancro; un'altra è diventata una ballerina di fama internazionale ed ora gira l'Italia vincendo premi su premi con le sue danze del ventre; una si è sposata con un attore di film per ragazzi; e di molte altre, invece, ho perso completamente le tracce, dato che, dopo la rottura, mi avevano bloccato da Facebook. La maturità... Secondo le statistiche, chi mi lasciava o chi era lasciato da me avrebbe avuto un futuro ed una carriera radiosa. Come se fossi un'ancora che non le permetteva di salpare verso gli oceani del successo. È un po' strano, ora che ci penso, che tutte loro si siano in qualche modo affermate nella vita, mentre io passo ancora il tempo a sognare ed a lavorare a gratis all'interno dell'ospedale. Ok... Ok... Quel lavoro non retribuito lo chiamano "tirocinio" e serve per la nostra formazione professionale... Ma passiamo lo stesso sette ore al giorno in reparto per sei giorni alla settimana e lo considero lo stesso sfruttamento del personale, dato che i normali infermieri lavoravano solo quattro giorni a settimana ed avevano le nostre stesse ed identiche ore di lavoro.

« Ti va di parlare? »

Chiesi ad Andrea a bruciapelo, sotto lo sguardo imbarazzato di Mirtilla e di Mary. Lei mi fisso per qualche secondo, con uno sguardo misto di rabbia e di nostalgia. Ma, alla fine, uscì fuori dal locale.

« E' meglio se prendiamo da portar via. Prendetemi una margherita con bufala e poi andiamo a casa a finire di mangiare. Giusto il tempo di farmi sbranare dal leone e torno. »

Dissi a Mary che, comprendendo la situazione, annuì senza dire una parola. Dopo aver lasciato la mia ordinazione, raggiunsi Andrea al di fuori della pizzeria e, in quel momento, vidi un'altra cosa che mi lasciò un po' basito.

« Hai iniziato a fumare? »

Chiesi alla rossa che aveva tra le mani un pacchetto di Camel da dieci. Quante cose erano cambiate in queste settimane? Purtroppo non posso nemmeno dire che non mi accorsi della puzza di fumo all'interno della casa, dato che sia Linda che Mary erano delle fumatrici.

« Ne fumo giusta una o due al giorno. Solo quando sono stressata. »

Conoscendo lo stress che le portano i videogiochi, potevo immaginare il grande numero di sigarette che consumava quando perdeva. Ma non volli aggiungere altro sull'argomento fumo. Io stesso provenivo da una città che ha fatto del fumo il suo marchio di fabbrica, in tutti i sensi possibili ed inimmaginabili. Quindi pure io avevo nel mio DNA la puzza di fumo perenne sui miei vestiti. Ma, tornando alla realtà, non sapevo come iniziare un discorso con lei. L'avevo chiamata per parlare fuori ed ora non sapevo manco cosa dirle.

« Vai di petto e sputa la prima cosa che ti viene in mente. È sempre meglio di questo silenzio imbarazzante. »

Il piccolo Wolf aveva ragione. Certe volte il silenzio era la peggiore delle ipotesi, soprattutto perché nemmeno lei aveva alcuna intenzione di iniziare a parlare per prima. Ed era giusto... L'ho chiamata io, perciò era corretto che fossi io ad "iniziare le danze". Ma era giusto andare di getto? Senza manco pensare a quello che dicevo? Non posso mica gettarmi da un aereo senza paracadute. Devo ragionare e pensare sempre a ciò che sta per uscire dalla mia bocca.

« Chi era quello li? »

Idiota! Idiota! Idiota! Tra tutte le domande possibili ed inimmaginabili di questo mondo, dovevo proprio scegliere quella? La prossima volta mi sparo ad un piede prima di dare retta alla mia coscienza. Dannazione a me ed alla mia gelosia! Lei non era più la mia ragazza, quindi era giusto che uscisse con chi le paresse. Ed allora perché l'ho chiesto? Sono un imbecille!

« È solo un collega e non credo che ti debba interessare con chi esco o con chi ci sta provando con me, dato che non stiamo insieme. »

Dalle sue parole si poteva sentire chiaramente l'odore velenoso del cianuro che mi serviva per suicidarmi. Ma, comunque, quelle parole mi fecero uno strano effetto. C'eravamo detti sempre tutto in passato e non ero abituato a sentire un tono del genere uscire dalla sua bocca. L'odia porta tanti cambiamenti nella gente...

« Poi hai del fegato a chiedermi una cosa del genere... Io almeno ho avuto la bontà di cuore di non chiederti chi è quella che ti sei portato in pizzeria con Mary! »

« Colpito ed affondato! Fuggi finché sei in tempo! »

Mi consigliò la mia coscienza in quel momento. Dovrei attuare la cosiddetta ritirata spagnola? Per chi non capisse la citazione di quest'ultima frase, studiasse meglio storia, altrimenti rischia il debito nella suddetta materia al liceo. Come me... Meglio sorvolare sul mio quarto anno delle scuole superiori. Ed è meglio sorvolare anche sul terzo anno. Prendevo un sacco di debiti in quel periodo...

« È una nostra amica ed almeno io non vado in giro con il suo braccio attorno al mio collo. »

Ahi... Sappiamo bene dove andrà a finire questo discorso ed era meglio se mi fossi portato uno scudo ed una spada, perché avrei dovuto affrontare un drago dai capelli rossi che sputava fuoco e veleno. A saperlo mi sarei portato anche i dadi a dodici facce per poter ottenere punti magici extra.

« Peccato che il mio sia gay! Puoi dire lo stesso della tua? »

« Credo che abbiamo perso... Consegnerò i termini della resa domani mattina con la richiesta della decapitazione del re in cambio della clemenza verso il popolo e verso le truppe. »

Il drago mi aveva staccato la testa di netto con un solo morso. Sono durato di meno della popolarità di una Facebook Star a caso su internet. Sono stato battuto e non sapevo come rispondere a quel colpo. Lei, sapendo di aver vinto il confronto mentale con il proprio ex, incominciò ad incamminarsi verso il locale, dove il suo gruppo l'attendeva. Ma, per un attimo, si fermò e volle aggiungere una frase che, nella mia testa, risuonò come il "Finish him" o "Fatality" di Mortal Kombat.

« Poi non capisco il perché ti importa tanto che altra gente ci provi con me... Sei stato tu a lasciarmi! »

Urlato ciò, se ne tornò dai suoi amici, lasciandomi da solo fuori dal locale. Demolito, distrutto e demoralizzato perché aveva perfettamente ragione.

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