Libro 1: 23) Summoner's Rift

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L'aria si era fatta più pesante e un filo di vento arrivava da Nord. Io rimanevo fermo al mio posto, aspettando l'arrivo dei soldati semplici, pronti a essere sacrificati come pedina di una scacchiera al solo scopo di dare soldi ed esperienza ai "pezzi" più importanti, noi campioni. L'arena era formata da tre vie: una superiore, una inferiore e una centrale. Queste erano separate da una giungla piena di mostri e di imboscate da parte dei nemici. Solo i più coraggiosi potevano affrontare tali pericoli.

«Sta arrivando!»

La vidi da lontano, la mia nemica, armata di un corpetto argentato, di un bastone di luce e una lunga chioma bionda. Bella e forte, chissà se sarei riuscito a sconfiggerla con il mio solo guanto mistico. Uno speciale guanto, dotato di diamante che poteva emettere dardi di luce. Lei non perse tempo e attaccò i miei soldati semplici. In questa battaglia prima riesci a portarti in vantaggio, meglio è. Così non mi persi d'animo, tirai un profondo respiro e mi buttai anche io nella mischia, non pensando ai miei compagni che combattevano nelle altre corsie. Dopo qualche minuto abbiamo avuto il nostro primo scontro, senza vincitori. Tentò di bloccarmi con un raggio di luce, ma io riuscii a evitarla spostandomi in tempo e cercai di colpirla a mia volta con un dardo. Senza alcun successo.

«Dannazione!»

Non avevo molta energia per sparare liberamente i miei colpi più forti, ma anche lei doveva dosare le sue forze per continuare l'offensiva. Non le avrei mai permesso di conquistare il mio territorio e di distruggere la mia torre. Non ci volle molto per attendere un altro tentativo da parte della bionda. Cercò di avvolgersi con una barriera di luce e poi lanciò un incantesimo particolare. Rifletteva la luce e rallentava il tempo. Molto pericoloso per la mia salute, dato che tutti i miei movimenti erano stati rallentati. Mi trovavo proprio al centro della corsia quando tentò di colpirmi con la sua magia. E, per mia sfortuna, intervenne dalla giungla una sua alleata che, con giganteschi pugni, mi stordì e mi buttò a terra.

«Peccato. La prossima volta cerca di non farti uccidere così facilmente... Nabbo!», disse la ragazza dai capelli corti e rosa. E, con un pugno micidiale in pieno volto, mi uccise.

«Primo sangue.»

Fu quello il momento in cui mi risvegliai dall'incubo. Ero ancora all'interno dell'aula dell'università di Tor Vergata e il test d'ingresso era appena finito. Per tutto il tempo non avevo fatto che fantasticare su un gioco per PC e su una ipotetica ragazza dai capelli corti. Ma la cosa più grave era che mia madre si era accorta che non avevo preso seriamente il test d'ammissione all'università, dato che mi controllava dall'oblò e digrignava i denti per la tensione.

«Ora mi uccide nella realtà...», bisbigliai consegnando tristemente il foglio alla professoressa che dirigeva il servizio d'ordine. Avevo risposto a una cinquantina di domande, ma giuro che almeno la metà erano messe a caso. Non ero concentrato e la mia testa era altrove. Il mio cervello non smetteva di pensare a quella dea dai capelli corti e, una volta finito, la cercai con lo sguardo. Ma niente... Era già uscita dall'aula. Faceva da comunicatore tra le varie stanze ed era normale vederla entrare e uscire dall'aula. Da notare che nei momenti in cui lei non c'era, io riuscivo a rispondere con sicurezza assoluta alle domande.

«Come è andata?», mi chiese Satana, leggendo dalla mia faccia lo stato di delusione e confusione dovuti alla fine di quella terribile prova.

«Vedremo... Bisogna aspettare i risultati.», svicolai dall'argomento bollente con quella frase, ma in cuor mio sapevo che avevo fatto schifo. Mi sentivo tanto un Ed di "Ed, Edd ed Eddy"... Un idiota senza cervello.

«Tanto male è andata?» , mi chiese Andrea quella sera, poco dopo che mia madre se ne era andata a dormire. La casa era in completo silenzio e non avevo molta voglia di parlare, ma non potevo stare zitto quando, colei che si era impegnata così tanto per farmi studiare, mi fissava.

«Purtroppo si... Ho dato il primo sangue al loro jungler e abbiamo perso tutti draghi e il Barone. Poi la Bot lane ha feedato troppo gli avversari... Non avevamo alcuna speranza di vittoria.», dissi ironizzando sulla mia fantasia videoludica. Riuscii a strapparle un sorriso, ma ciò non cambiava molto la situazione. Il primo test era andato male. Ne mancavano altri due: scienze Scienze infermieristiche e Scienze biologiche. E, anche se non lo ammetterò mai, avevo di paura di fallire anche in quelle prove.

«Dopotutto non sono e non sarò mai uno studioso... Non credo che riuscirò a superare i test.», esclamai con un pizzico di tristezza. Ma, per mia fortuna, c'era Andrea a tirarmi su di morale, appoggiando la testa sulla mia spalla e cercando di confortarmi.

«Ci riuscirai. E ricordati che tu hai qualcosa che gli altri non hanno!», esclamò con un sorriso che le fece illuminare il volto.

«Bravura e intelligenza?», chiesi scherzando con me stesso.

«No... Culo.», disse riferendosi a quando l'avevo sconfitta a Tekken una settimana prima. La sconfitta le bruciava ancora parecchio.

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