Capitolo 1

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Eleonora

<<Dov'è finito? Lo stiamo aspettando da mezz'ora>>  brontolò Valentina, la schiena appoggiata alla rampa per gli skate e gli occhi fissi sullo schermo del telefono. 

<<Almeno li ha letti i tuoi messaggi?>> mi chiese di nuovo, per la terza volta in pochi minuti. <<No, non è online da un sacco di tempo...Magari si è addormentato>> provai a dire, conoscendo Blake non era un'ipotesi tanto assurda. 

<<Forse sì, però aveva detto che sarebbe uscito con noi oggi pomeriggio>>, <<lo so, ma non possiamo perdere tutto il tempo ad aspettarlo, facciamo un giro, tanto tu hai sempre il telefono in tasca, se dovesse chiamare lo sentiremmo>>.

 La mia amica annuì arresa, così ci dirigemmo verso il cancello per andare in centro. 

Questo parco era leggermente isolato dal resto del paese e dato che c'era uno skate park era il nostro luogo preferito, un luogo perfetto per ritrovarsi di pomeriggio o sera. E mezz'ora fa avremmo dovuto incontrarci proprio qui io, Valentina e Blake, ma lui non si era presentato.

 <<Starà giocando a basket, perdendo il senso deltempo>> mormorai, lei reagì ridacchiando.
Ormai sapevamo entrambe com'era fatto Blake, lo conoscevamo dal primo anno di college ed eravamo abituate al suo carattere strampalato. Era sempre stato un ragazzo solare e chiacchierone,un amico di quelli capaci di farti tornare il sorriso, ma anche in grado di capirti con un solo sguardo. In oltre era un grande appassionato di basket ed un amante dei dolci, anche se il suo fisico non lo dimostrava... 

<<Andiamoa comprare qualcosa in pasticceria così gli mandiamo una foto e si pentirà di non averci raggiunto>> proposi, l'idea mi era venuta anche perché avevo unacerta fame e fare merenda con i browni appena fatti non mi sarebbe dispiaciuto per niente.
Poco dopo ci trovammo davanti alla porta di vetro del negozietto, decorato da vari adesivi di cupcake e tortine dall'espressione buffa. Già lì c'era un profumo irresistibile. Appena entrate riempimmo un piccolo vassoio con biscotti al cioccolato e pasticcini, poi ci fermammo su una panchina per mandare le foto a Blake e sederci.

 Io mi sistemai a gambe incrociate e unmuffin tra le mani, Valentina invece si prese un gelato alla crema. Lei infattiera celiaca, non poteva mangiare cibi che contenessero grano o altre farine dicui dimenticavo il nome ogni volta, tra cui quei dolcetti. Lo aveva scoperto a cinque anni. Ricordavo ancora bene quel giorno. 

Ci eravamo chiuse in camera, sotto la scrivania, come facevamo tutte le volte che dovevamo raccontarci dei segreti o qualcosa di importante.
<<Che succede?>> avevo chiesto a bassa voce, stringendomi di più alla mia amica, <<non posso più mangiare la pizza che prendono gli altri, solo quella speciale>>,
<<speciale?>>,
<<si, ed adesso tutto quello che mangerò sarà speciale così anche io diventerò speciale! Me lo ha spiegato la mamma>>.
<<Anche io sarò speciale allora, perché mangerò sempre pizza che mangerai tu>>.
Da quel giorno compravo sempre la pizza senza glutine, con lei. 

<<Facciamo un giro?>> mi propose Vale, risvegliandomi dal mio stato di trance. Mi misi subito al suo fianco e ci infilammo in una via. Non avevo alcuna intenzione di tornare a casa adesso, anzi, avrei preferito allungare quell'uscita il più possibile. Valentina sembrò leggere i miei pensieri<<non posso rientrare troppo tardi, devo ancora finire il tema per domani>>, <<lo so>> mormorai con un sorriso, lei si riduceva sempre all'ultimo per fare i compiti, io invece avevo già sistemato tutto, anche perchémi piacevano i compiti di scrittura.

 <<La scuola è iniziata da poco piùdi due mesi e gli impegni sono già moltissimi! Mi sento una trottola>>,le sue lamentele mi fecero ridere, quando si comportava così sembrava una bambina piccola. <<Quand'è il corso di pittura?>>, <<per fortuna quest'anno è di mercoledì, odiavo quando era al venerdì! Praticamente mi addormentavo sulla tela>>.

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