Capitolo 4

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James

Rimasi in camera fino all'ultimo momento, poi indossai una felpa grigia e andai nel posto di cui mi aveva parlato Blake qualche ora prima, a scuola.

Ci aveva messo un po' a convincermi, però alla fine avevo ceduto. Era strano per me, ma l'idea di passare il pomeriggio con Valentina, Blake ed Eleonora non mi provocava quel senso di angoscia che sentivo normalmente. 

Appena arrivai notai che Blake si stava già lamentando, e questo mi fece scappare una risata.

 «Che succede?», «ci hanno teso una trappola! James scappa, finché sei in tempo», «perché?» questa volta non nascosi il tono divertito. «Vogliono che le seguiamo in giro per cercare dei colori!», «io dipingo» mi spiegò Valentina. «E' una buona idea, così nel frattempo vedrò il paese, non l'ho mai visitato tutto». Il ragazzo m lanciò uno sguardo di rimprovero, come se si aspettasse che stessi dalla sua parte, io però mi strinsi le spalle con un sorriso, «Andiamo». 

Per tutto il tempo Eleonora e Blake si improvvisarono guide turistiche, mentre Valentina entrava e usciva da un negozio all'altro. 

«Quella che hai davanti è la magnifica fontana di Rutherford, nota in tutto il mondo per la sua... acqua, di quella sfumature verde rarissima» spiegò lui in difficoltà. Evidentemente non sapeva cosa dire, e i suoi buffi tentativi fecero ridere anche Fiammina, ad un metro da me, che osservava la scena davanti a sé. 

«Questi fiori invece sono una bellezza locale, la loro tonalità indica...», «forse è meglio lasciar perdere la parte storica e artistica» suggerii. 

«Sei una guida penosa, lascia fare a me» lo punzecchiò Eleonora, lisciandosi una ciocca rossa con la mano. «Non è vero! Sono solamente fuori esercizio», «quando mai tu hai fatto la guida? Ti manca proprio l'esperienza», «ragazzi» li interruppe Valentina, «il commesso mi ha suggerito di andare a vedere in edicola, a quanto pare lì vendono materiale per dipingere», «incredibile, viviamo qui da tutta la vita e neppure sappiano cosa c'è nei dieci negozietti in centro» sentii Blake borbottare. «Ottimo! Così già che ci siamo, noi mostriamo a Fenomeno il "posticino delle merendine"». 

Dopo pochi minuti ci ritrovammo davanti a questo "posticino delle merendine" di cui i ragazzi parlavano anche a scuola, Valentina sparì alla velocità della luce, sembrava tenerci davvero tanto a trovare questi colori, così rimasero gli altri due, che mi trascinarono dentro. 

«Questo è il centro del paese per rifornirsi di snack, caramelle, salatini, patatine, qui c'è tutto» spiegarono loro quando arrivammo davanti ad un banco pieno di schifezze varie, di cui però io andavo matto. «Vengono qui perfino le prof!» ridacchiò Eleonora, Blake la guardò accigliato «e tu che ne sai?», «da quando è in dolce attesa, Mrs. Hill non fa che mangiare queste caramelle alla fragola. Le vendono solo qui, fidatevi, solo esperta» con la mano ci indicò un pacchetto rosso in bella vista che, pur essendo chiuso emanava un profumo delizioso, amavo la fragola. In effetti la prof ci aveva dato la grande notizia solo qualche giorno prima, nessuno, però si era accorto dei dolcetti che mangiava, nemmeno io che solitamente ero molto attento ai dettagli. Probabilmente ero preso da altri pensieri... 

«Ho trovato la sfumatura perfetta!» esclamò la ragazza dai boccoli neri, raggiungendoci euforica, «bene, allora possiamo proseguire il tour», con la coda dell'occhio notai Eleonora comprare un pacchetto al volo, prima di tornare fuori. 

«Non credevo che la temperatura sarebbe diminuita così in fretta, fa addirittura freddo» mormorò Valentina, osservando il cielo macchiato dai colori della sera. «Non preoccuparti, tieni» senza neanche pensarci lei si tolse il giubbotto di jeans e lo porse alla sua amica, scoprendo una maglietta verde pastello su cui spiccava una piccola collana argentata. 

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