Noemi
Il timore del giorno prima, che mia sorella si accorgesse delle mie difficoltà, era totalmente svanito.
Avevamo passato un bellissimo Natale e questa mattina prima di andare in ospedale ci eravamo fermate nel parco lì accanto, dove c'era anche una pasticceria, per fare merenda.
«Non preoccuparti papà, la porto io a fare riabilitazione, l'ospedale è qui accanto»,
«sicure?»,
«sì, io sto bene e poi ricordati che è pieno di rampe»,
«se ci sarà bisogno la aiuterò, ma sono convinta che Noemi non avrà problemi».Dopo almeno dieci minuti di raccomandazioni e rassicurazioni io ed Eleonora eravamo riuscite a far tornare a casa nostro padre, lasciandoci in pasticceria.
«Wow» sussurrò lei, senza però distrarmi davvero da quei dolcetti.
Stavamo guardando la stessa cosa.
«Ne prendiamo due di quelle al cioccolato?», «ehi! Anche una con il limone», «come fa a piacerti?» risi davanti alla sua espressione sconfortata.
«Mi piace e basta, così come a te piacciono le tortine al cocco», «è buonissimo!», «beh sei fortunata, lì ci sono un paio di pasticcini al cocco», «ci sono anche al pistacchio!».
Mia sorella mise su un'espressione sofferente.
«Non possiamo prendere tutto il negozio vero?», ridacchiai anche io.
Ad interrompere la sceneggiata melodrammatica di Eleonora fu l'arrivo della cameriera.
«Volete qualcosa da bere? Caffè nero, te... qualcosa da mangiare?»,
«per me un te, per favore» si limitò a dire mia sorella, per lasciare a me il compito della scelta dei pasticcini.Il lavoro più duro sempre a me, scherzai.
«Per me un bicchiere di succo. Potrebbe portarci anche il vassoio più piccolo di pasticcini?»,
«certo. Quali gusti preferite?»,
«mmh... Due al cioccolato, e poi uno al limone, al cocco e al pistacchio. Grazie».Appena tornammo sole, mi girai nuovamente verso Eleonora, «vedrai che questi ti daranno l'energia giusta per affrontare un'ora e mezza di riabilitazione», «speriamo».
Non sapevo chi di noi due fosse più impaziente di assaggiare quei dolci, che arrivarono dopo i due minuti più lunghi della storia.
«Ecco signorine, buon appetito», «grazie», «grazie».
«Se ci fosse stato anche papà con noi li avrebbe divorati subito!» commentai non appena la cameriera se ne fu andata, agguantando immediatamente il dolce al limone.
Aveva un profumo incredibile.
«Secondo me è per quello che voleva rimanere!»,
«sì così ne avrebbe mangiato uno anche lui» risi,
«mi dispiace però che se li sia persi, sono così buoni».
«Nessun problema, se ci tieni tanto possiamo avvolgere quello al pistacchio in un tovagliolo e portarglielo a casa» mi provocò.L'idea non era male però...
«Ehi, perché proprio quello al pistacchio?! Prendi quello al cioccolato, tanto ne abbiamo due», «va bene» ridacchiò seguendo le mie parole.
«Se dovessi andare su un'isola deserta... questi li porterei decisamente con me» mormorò Eleonora qualche istante dopo, rivolgendo uno sguardo adorante al pasticcino di fronte a se.
«Perché dovresti andare su un'isola deserta?», «non lo so. Ogni tanto nei film capita che qualcuno voglia scappare da tutto e tutti, così si rifugia in un posto sperduto come un isolotto in mezzo al mare, nel bel mezzo dell'oceano... Nel caso dovesse succedere anche a me, insieme a libri vari, quaderni e penne infiniti, prima passerei di qua per comprare un vassoio, quello grande, di pasticcini al cioccolato».
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Frammenti di vetro
ChickLitTRAMA: Una normale cittadina della California, normali studenti, normali ragazzi. Un normale trasferimento...Ma si può definire normale un terremoto? Si, si può. Quello che scatena però...quello non è normale. Due anime diverse, entrambe forti ma p...