Capitolo 20

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Chissà perché avevo come l'impressione che fosse tutto organizzato.

«Fermi voi due!» li fulminai con un'occhiataccia,

«ferma! Prima che inizi a brontolare, sappi che l'abbiamo fatto solo perché tu ti divertissi, ho parlato anche con tua madre, lei sapeva tutto e mi ha dato il via libera» spiegò Valentina con viso angelico, poi ci si mise anche Blake.

«Non ti azzardare a lamentarti, lei mi ha fatto impazzire per settimane perché fosse tutto perfetto», ridacchiò, li guardai entrambi e alla fine cedetti.

«Grazie ragazzi», «sì, ce l'abbiamo fatta!» festeggiarono loro dandosi il cinque.

«Adesso se volete scusarmi, devo rendere questa una vera festa» e detto questo, da uno degli scatoloni Blake tirò fuori palloncini colorati e bastoncini luminosi, spense la luce e fece partire una delle sue musiche strampalate.

Valentina si girò verso di me e scoppiai a ridere con lei, «dai, aiutiamolo con tutto quel cibo» suggerii.

Avevano portato davvero di tutto, c'erano grissini, panini, pizzette, patatine, snack vari, pasticcini, pastine, persino cioccolatini e una piccola torta.

«Ma quando avete preso tutta questa roba?», «te l'ho detto erano settimane che io e Valentina ci occupavamo di questa festa» sorrisi quasi commossa,

«potresti andare a prendere quello scatolone laggiù?» mi chiesero l'attimo dopo, così annuii. In realtà non vedevo nulla, ma tanto valeva andare a controllare.

Lì, però non c'era effettivamente nulla.

Ma poi cosa dovevo cercare?

Mi voltai pronta tornare indietro, e davanti a me trovai una figura scura illuminata solo dal bastoncino luccicante blu che aveva in mano, «buon compleanno Fiammina!», «Fenomeno!» esclamai, per poco non presi un colpo, ma stavo già sorridendo.

«Sorpresa!»,

«dai scemo, andiamo ad aiutare gli altri» mormorai voltandomi per evitare che vedesse il mio sguardo.

Anche se in realtà la stanza era troppo buia, mentre uno strano calore mi invadeva le guance.

«Si sono proprio dati da fare per trasformare casa tua in una festa» bisbigliò James, però rispose Blake al posto mio, «ci puoi scommettere», Valentina ridacchiò. La guardai trattenere un labbro sotto i denti, ma i suoi occhi parlavano chiaro.

«Prepariamo il tavolo?» mi distrasse James, prese un piccolo snack, lo lancio in aria e infine le prese con la bocca. «Sei sempre il solito Fenomeno» lo sgridai, intanto lui ne stava già prendendo un altro.

Questa volta però non fece l'esibizione, ma lo infilò in uno stuzzicadenti e lo sistemò su un piatto. Preparammo insieme il tavolo con tutto il cibo che avevano portato, c'era di tutto e non vedevo l'ora di assaggiarlo, allungai la mano per prendere una pizzetta, ma prima che potessi darle un morso, James me la rubo per mangiarla lui. «Beh!» incrociai le braccia al petto guardandolo storto, «era la mia pizzetta», «prima gli ospiti» sorrise in modo talmente angelico da farmi ridere anche a me.

«Che buono!» esclamò Blake dietro di noi, Valentina lo imitò dandogli ragione, «è davvero buonissimo!».

Lo avevano assaggiato tutti tranne me.

«Te lo avevo detto che andare in quella pasticceria era la scelta migliore», «avevi ragione» ammise Blake prendendo un altro dolcetto, «posso bere qualcosa?», «certo» risposi distrattamente, mi chinai per prendere una bibita ma... Ma non c'era.

Sul tavolo non c'erano liquidi, solo cibo e snack.

«Blake...», «sì?», «non c'è nulla da bere». Lui mi guardò un attimo smarrito, poi spostò lo sguardo sul tavolo, finendo per picchiarsi la mano sulla fronte, sospirando. «Ecco cosa avevo dimenticato», «Blake!» la mia amica lo fulminò.

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