Capitolo 34

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James

Una spennellata fluida sulla parete, almeno per i bordi toccava fare questo lavoro, così che il risultato fosse migliore.

Lo scotch l'avrei tolto alla fine del pomeriggio. 

Mi abbassai e immersi nuovamente il pennello nella vernice. 

Eleonora aveva fatto bene

Un passo indietro per evitare di macchiarmi di quelle goccioline bianche. 

Aveva fatto la cosa giusta

Era meglio lasciare la finestra aperta ancora un po' anche se ormai si gelava in quella stanza, almeno però il colore si sarebbe asciugato più velocemente.

In fondo noi due cosa eravamo? 

Il telo a terra era pieno di impronte, fortuna che ci eravamo di ricordarti di stenderlo all'inizio della settimana. 

In fondo noi due cosa eravamo?

Durante le vacanze di Natale bisognava comprare una lampadina nuova, quella attuale si era bruciata. 

Noi due cosa eravamo? Niente. Eleonora aveva fatto la cosa giusta. 

Però io quel crack lo avevo sentito comunque.

Blake

Arrivai che le ragazze erano già sulla panchina ad aspettarmi. Ero in ritardo. 

Però tanto succedeva tutte le volte quindi non me ne preoccupai. 

Ero fatto così, con la testa tra le nuvole, però facevo caso a ciò che accadeva intorno a me. E in quel momento notai che stavolta non ero l'unico ad essere in ritardo. 

 Vale mi aveva scritto qualche ora prima mentre cercavo di finire quella tortura chiamata compiti, nel bel mezzo di un'equazione, non che mi fosse dispiaciuto ovviamente. 

Nel messaggio diceva tre e mezza, però erano già quasi le quattro e... 

«Dov'è James?», «non viene». 

Eleonora lo disse venendomi incontro tranquillamente, ma io mi bloccai. 

Cos'era successo? 

«Cosa sta succedendo?» chiesi a voce alta. 

Non ebbi neanche bisogno di indagare se fosse successo qualcosa. Volevo sapere cosa

«Nulla». Gli occhi di Eleonora però erano troppo vuoti, il suo sorriso troppo spento per essere credibile. 

Con un gesto automatico cercai Valentina con lo sguardo, mentre l'altra si era già girata. Mi immersi nelle sue iridi e capii che me lo avrebbe spiegato dopo, era preoccupata quanto me. 

Per il momento invece, preferii nascondere tutto dietro il solito sorriso.

Eleonora

Nonostante ci fosse ancora luce a sufficienza, la temperatura non lasciava dubbi sul periodo dell'anno. 

Quarantotto ore a Natale e la neve ricopriva il marciapiede, gli alberi, le panchine, ma gelava l'aria. 

«Alla pista da bowling!» aveva affermato Valentina. Nessuno di noi era riuscito a dirle di no, ecco perché in quel momento le luci calde che illuminavano l'edificio con l'insegna lampeggiante "Crazy ball" mi accecavano. 

Con un pizzico di curiosità, nonostante tutto, entrai per ritrovarmi davanti un ambiente sorprendente. Nel vero senso della parola, era una sorpresa. 

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