Capitolo 6

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«Fiammina?» adesso ero ancora più confuso.

Lei non mi degnò nemmeno di uno sguardo, però mi trascinò via da lì e imboccò una stradina che non conoscevo.

«Dove stiamo andando?» tentai di nuovo, stavolta con successo, «qui vicino c'è un negozio di elettronica dove vendono anche gli auricolari», finalmente incontrai i suoi occhi e quell'azzurro limpido mi fece capire che lei si fosse resa conto che quelli non erano semplici auricolari per me... Mi senti quasi scoperto, ma in quel momento non mi sembrò un problema.

«Perché mi stai accompagnando?», «è un luogo un po' nascosto, da solo non lo troveresti mai». «Quindi in pratica lo stai facendo per non farmi perdere» la presa in giro con un sorriso, «esatto, così da domani avrai di nuovo i tuoi auricolari, non posso sopportare un altro giorno il tuo fastidioso sorriso finto», «non è stato...», «fenomeno smettila. Non mi prendi in giro a me», le sue parole lasciarono me senza parole.

Per fortuna però eravamo arrivati davanti al negozio così entrammo, anzi, io entrai mentre Eleonora rimase sul marciapiede.

«Cerca quello che ti serve con calma. Ti aspetto qui» mi rassicurò.

Dentro, un commesso mi mostrò subito tutti gli auricolari che avevano a disposizione. Molti erano simili a quelli che avevo perso, ma solo uno attirò la mia attenzione. Erano un paio di cuffiette senza filo blu notte, che sarebbero state benissimo in tasca senza occupare spazio e comode in qualsiasi momento.

Senza pensarci troppo le comprai per tornare da Eleonora, lei come promesso era ancora lì fuori dalla porta del negozio. Solo che adesso aveva un pacchetto di orsetti gommosi tra le mani, «li vendono qui accanto così ne ho approfittato» si difese con aria innocente. «

Non perdi mai occasione eh» nessuno dei due si preoccupò di nascondere le risate mentre ci allontanavamo dal negozio. «Tu conosci la strada vero? Perché io non ho idea di dove ci troviamo...», «cretino stiamo andando verso la scuola e da lì possiamo tornare a casa», «sono costretto a fidarmi».

Lei mi guardò male per un attimo poi decise che meritavo di peggio, così mi lanciò in testa un orsetto, «vuoi davvero ricominciare la guerra come l'altro giorno?», «non vale la pena sprecare le mie caramelle con te». «Certo che no, anche perché non hai motivo di essere arrabbiata con me, anzi, io dovrei esserlo con te», Eleonora mi fissò confusa puntando su di me i suoi occhi chiari sotto le sopracciglia increspate, io però la stavo prendendo in giro. «Non mi hai nemmeno chiesto se ho trovato qualcosa che mi piacesse» mormorai fingendomi offeso, e lei distese i lineamenti in un sorriso divertito. «Hai trovato qualcosa che ti piace?» Ripeté le mie parole con tono canzonatorio, «queste» sfilai dalla tasca la scatolina blu scuro, mostrandogliela.

Eleonora con attenzione le prese dalle mie mani e per poco le nostre dita non si sfiorarlo, lei però non se ne accorse neanche, o forse fece solo finta di niente. Evitando il mio sguardo ispezionò per diversi lunghi minuti le mie cuffiette per poi ammettere che non fossero male, «altro che "non male", sono bellissime», «ok, ok, questo colore è grandioso. Sei contento adesso?» mi sfido mentre alcune ciocche le volavano sul viso ed io non persi tempo a ribattere. «Si sono contento, ma questo non ti salverà dalla punizione che ti aspetta» ridacchiando le rubai il sacchetto di orsetti gommosi mangiandone qualcuno mentre lei mi tirava uno schiaffetto sulla mano indispettita. «Fenomeno non azzardarti a finirle!», «e invece è proprio quello che voglio fare Fiammina», «non credo proprio» impegnato com' ero a ridere, non feci in tempo ad impedirle di strapparmi via la confezione e di iniziare a correre.

Alla fine non ci misi molto a raggiungerla, ma eravamo già davanti a casa sua, «questa volta ho vinto io. Goditi le cuffiette nuove, mentre io mi godrò i miei orsetti gommosi» mi fissò con aria di superiorità ma io mi accorsi del suo sorriso nascosto da quei capelli rossi che le volavano sempre in faccia. «Grazie di avermi accompagnato», «di nulla».

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