Capitolo 17

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«E' nevicato». 

Ci bloccammo entrambe davanti alla porta, davanti allo spiazzo innevato circondato da cespugli con le foglie ricoperte di un candido strato bianco. 

«Wow» feci per prima, avanzando qualche passo sulla neve seguita dalla mia amica affascinata quanto me, «erano anni che non vedevo la neve». 

«È incredibile che sia successo davvero», «io non l'avevo mai vista». 

Il centro era vicinissimo, chissà come era ricoperto di bianco...

«Andiamo in piazza!», «sì». 

E quando arrivammo ci ritrovammo in un'atmosfera tanto natalizia da sembrare un film.

Lampioni pieni di lucine, giardini innevati, vetrine con gli adesivi di Natale, cartelli che indicavano cioccolata calda e infine la pista di pattinaggio davanti alla fontana. 

Era aperta già da qualche giorno, ma non ero mai venuta a vederla. 

I bambini si muovevano insicuri attaccati al bordo per non cadere, con i sorrisi sulle labbra e le guanciotte rosse per il freddo, altri sfrecciavano sul ghiaccio già segnato dai pattini. 

La luce illuminava la pista di colori lampeggianti, era uno spettacolo che avrebbe lasciato chiunque incantato.

«Sai pattinare?» mi chiese Valentina, «no, tu?», «neanche io ma voglio evitare di cadere e farmi ancora più male alla caviglia. Non è ancora guarita del tutto» annuii con il sorriso sulle labbra, anche se un po'mi dispiaceva, mi sarebbe piaciuto provare a pattinare. 

«Torniamo a casa? Sto congelando»,
«sì, andiamo». 

Arrivata da me mi feci una doccia calda perché in piazza c'era davvero freddo, e poi mi buttai sul letto con il telefono, aprii di nuovo la foto della copertina e senza nemmeno ragionare la inviai a Noemi. 

In pochi secondi mi ritrovai gli occhi incollati a quella chat che non pensavo avrei rivisto, piena di cuori rosa infiocchettati e ricordi. 

*

«Ragazzi aspettatemi, vengo con voi» corsi da loro con i capelli rossi svolazzanti per il vento, era appena suonata la campanella e gli avevo solo detto che li accompagnavo per il tragitto verso casa. 

Non vedevo cosa ci fosse di strano, eppure sia Valentina che Blake assunsero un'espressione colpevole scambiandosi sguardi che non capivo, poi finalmente, la mia amica aprì bocca.

 «Perché?»,

 «ho il telefono scarico e dato che vogliamo finire alcune cose prima delle vacanze di Natale, ogni pomeriggio restiamo a scuola fino a tardi. Non posso restare con il telefono morto». 

Quei due si scambieranno un'altra occhiata prima di annuire, 

«vi do fastidio?» indagai, «nooo, ti pare?» ridacchiò Valentina con tono allegro. 

Un po' troppo allegro. 

 Nonostante questo decisi di lasciar perdere, mi limitai a dirgli "vi tengo d'occhio", prima di entrare in casa. 

Avevo fatto proprio bene a fare quella sosta, avevo dimenticato anche il pranzo, così lascai il telefono in carica mentre andavo in cucina a prepararmi qualcosa. 

Quando tornai nella mia stanza trovare lo schermo pieno di notifiche, tra cui una del preside parlava di una certa chiave da ritirare, ma io non facevo più in tempo, così chiamai James. 

Uno, due, tre squilli, niente. 

Misi giù. 

Uno, due, tre, quattro squilli, niente. 

Misi giù. 

Uno, due, tre, quattro, cinque squilli, poi iniziò la solita suoneria che partiva automaticamente da ogni telefono. 

La suoneria che avevo imparato ad odiare. 

Niente, non rispondeva. 

James non rispondeva. Cazzo. 

Spazio autrice

Ciao🤍🤍🤍Scusate per il capitolo così corto, mi dispiace davvero, ma era necessario.

Fidatevi, domani succederanno tante cose, troppe. Vi ho avvisati🤷‍♀️

In ogni caso spero vi sia piaciuto comunque, e di meritare una stellina. 

A volte vorrei tornare nella piazza innevata di questa storia, anche perchè qui si soffoca dal caldo. 

Cosa ne pensate del  capitolo? Sono curiosa di leggere i commenti e ringrazio ancora per OGNI interazione con questa storia, che spero di riuscire a far conoscere di più🤍

Ottimo allora... A domani😈

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