James
«Vicino a quel fruttivendolo strano! Quello con le tendine arancio»,
«me lo ricordo» risi.«Adesso invece dove vivi?»,
«in una stradina con la staccionata bianca e un bel giardino. Finalmente il mio cagnolino può correre un po' nell'erba... Mi piace questo posto, anche se all'inizio facevo fatica a trovare il mio indirizzo e la strada per la scuola!»,
«non dirlo a me».Era bello parlare con Chloe, era ironica e gentile, non mi aveva guardato con lo sguardo che avevano loro, ma nessuna occhiata era come quella di...
Eleonora!
Captai le sue iridi a metri di distanza, però fu come avercela di nuovo di fronte, come in quell'aula a scuola, e aveva l'espressione di chi aveva appena perso una parte di sé, qualcosa che gli dava luce.
Schiuse le labbra in un sospiro, scosse la testa impercettibilmente, pronta ad andarsene.
Ma non potevo permetterlo.
Corsi da lei in un secondo,
«Fiammina! Mia mamma mi ha convinto a parlare con lei, è testarda come te, sia io che Chloe veniamo dallo stesso paesino ed è solo un'amica che...»,
«hai fatto bene James».Lo disse come se stesse recitando, come se fosse estranea a tutto quello, e sentire pronunciare il mio nome non aveva mai fatto così male.
«Noi non siamo niente. Lei è una tua compagna sin da quando eravate piccoli. Hai fatto bene».
Non ci credeva nessuno a queste parole.
Odiavo sentirmi impotente davanti ai suoi occhi lucidi, però non poteva dirmi che non eravamo niente, uno di fronte all'altra, i nostri sguardi che, ad un millimetro di distanza, erano intrecciati.
Mille brividi, i nostri cuori tremanti.
«Ho freddo» sussurrò Eleonora debolmente, «meglio se torno in ospedale...».
Ogni suono, ogni protesta, mi rimase bloccato lì da qualche parte nel petto e lei decise di interpretare il mio silenzio andandosene.
Solo che con lei se ne andò via anche un frammento del mio cuore.
Valentina
«Sarà una giornata tra ragazze»,
«questo l'ho capito. Mica ho comprato maschere di bellezza credendo che dovessi metterle al gatto»,
«non ti chiederò mai più un favore» borbottai a Blake che si divertiva a prendersi gioco di me, e che ora stava ridendo dall'altra parte del telefono.«Povera me che tra una settimana ti rivedo a scuola!» scherzai alzando gli occhi al cielo.
«Poveri noi che dovremmo ricominciare con le verifiche e ricominciare a studiare montagne di roba!», «tanto tu studi poco in ogni caso» lo stuzzicai.
«Non dovevi andare da Ele, Kiwi?»,
«ci sto andando. E piantala di chiamarmi così, non lo sopporto»,
«lo so».Non volevo, ma risi.
Lo sapevo che usava quel nomignolo quando voleva infastidirmi, e ci riusciva tutte le volte.
Era la sua piccola vendetta per avergli fatto comprare le maschere di bellezza al posto mio.
«Beh, noi ci divertiremo un sacco e tu perderai la serata davanti alla televisione»,
«i film horror non sono mai tempo sprecato»,
«certo...».Finalmente arrivai nella via di Eleonora,
«ciao Blake»,
«ciao Kiwi», e prima che potessi protestare delle sue provocazioni mi accorsi che aveva messo giù.
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Frammenti di vetro
ChickLitTRAMA: Una normale cittadina della California, normali studenti, normali ragazzi. Un normale trasferimento...Ma si può definire normale un terremoto? Si, si può. Quello che scatena però...quello non è normale. Due anime diverse, entrambe forti ma p...