Capitolo 35

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Eleonora

C'era una perfetta atmosfera natalizia da mattina del 25 dicembre. 

Ero avvolta dalle coperte calde del divano, ancora in pigiama, con accanto l'albero di Natale decorato da palline tutte diverse che brillavano grazie alle luci che addobbato i rami verdi. 

Il pavimento ricoperto di brandelli di carta da regalo e fiocchi. 

Mia sorella canticchiava allegra con il sottofondo delle canzoni natalizie che aveva tanto insistito ad accendere mentre strimpella corde totalmente a caso, ma con il sorriso. 

Poco prima aveva scartato la chitarra e non se n'era più separata. Sembrava adorarla. 

Inoltre era davvero bella Noemi con quello strumento tra le braccia, nonostante la felpona viola.

Papà indossava addirittura un cappello da Babbo Natale in testa, che si sistemava tra una mescolata e l'altra. 

Insieme alla mamma stava cucinando qualche piatto che la mia mente descriveva in un solo modo: Festivo. 

Dalla finestra si vedeva perfino la neve ricoprire ogni cosa. Era tutto molto allegro, colorato, natalizio... 

Però io potevo solo sorridere per contribuire alla felicità della casa. Un sorriso in totale contrasto con quello che sentivo dentro. 

Avevo bisogno di rimettermi in riga, non potevo rovinare questo giorno alla mia famiglia, soprattutto, non per cavolate come quelle che mi appesantivano i pensieri.

«Vado a vestirmi», ridacchiai vedendo Noemi non staccare neppure gli occhi dal legno e pizzicare una corda che produsse un buffo suono. 

In camera, mi vestiti piano per prendermi un po' di tempo. Mi sistemai i capelli con calma ne uscii una manciata di minuti dopo, con le spalle coperte da un gilet bianco su pantaloni neri morbidi. 

Passai una mano tra le ciocche rosse che ogni volta sfuggivano alla spazzola, districai anche i capelli dalla collanina, indugiando sul ciondolo. Alla fine però mi arresi al tocco della fiammella e raggiunsi Noemi sul divano. 

Si era sistemata nello stesso punto mio di prima, rubandomi il posto. 

«Ehi, lasciami un po' di spazio» la spostai ridendo. 

«Dove hai messo la chitarra?», «mamma l'ha portata nella mia stanza». «Ti è piaciuta?» indagai, anche se credevo di sapere già la risposta, «tantissimo! E puoi scommetterci che Imparerò a suonarla bene».

 «Non c'è bisogno di scommettere. Ti credo sulla parola e poi...». 

«...Potrei avere un'altra sorpresa», sorrisi ancora nel vedere la scintilla nei suoi occhi verdi, e anche perché sapevo le sarebbe piaciuta. 

«Cosa?», con gesti lenti e calcolati per aumentare la suspense le mostrai il libro che tempo prima le avevo prestato. Liberi come la neve

Glielo misi tra le mani. 

«Aprilo», «eh?», anche se confusa seguì le mie parole e iniziò a sfogliarlo, per rimanere a bocca aperta un secondo dopo.

 «Oddio» sussultò emozionata, con gli occhi spalancati studiò ogni dettaglio delle immagini, anche io sbirciai un attimo le foto. 

Erano perfette. 

«Sembrano uscite dal libro...», «lo so» feci orgogliosa. 

«Quando mi sono ritrovata davanti questo panorama ci ho pensato immediatamente», «sono foto di Yountville?» mi interruppe ancora più incredula. 

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