Capitolo 40

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IL VIDEO NON È MESSO A CASO, LO CAPIRETE LEGGENDO🤍

Noemi

Ok, potevo farcela.

"Fa", "mi", "re", "do", "si", "re". Accidenti.

Quel "do" me lo dimenticavo sempre.

Però non potei fare a meno di sorridere guardandomi intorno.

Ero sul letto circondata di spartiti che a malapena riuscivo a leggere, ma erano quelli che era riuscita a darmi Eleonora, dato che da piccola a scuola suonava il flauto.

La mia chitarra se ne stava appoggiata sulle mie gambe con il plettro rosso che spiccava come la stella più luminosa del cielo notturno.

In fondo, la musica era come la poesia, entrambe erano in grado di esprimere emozioni come nient'altro, seguivano una melodia, sapevano leggermi dentro e potevano avere mille sfumature diverse.

Pizzicai le corde producendo dei suoni strani, solo per divertirmi.

Un'unica cosa avrebbe potuto trascinarmi via da tutto quello: La fame.

E fu proprio ciò che interruppe quella specie di canzone che stavo cercando di riprodurre.

«Ely!» la chiamai.

«Mhh»,
«mi aiuti? Muoio di fame».

Pochi attimi dopo vidi la sua chioma rossa spuntare dalla porta della mia stanza,
«mi porti in cucina? Ho fame»,
«ma tra un po' facciamo i muffin» ribatté, anche se mi stava già perdendo in braccio per scendere le scale.

«Non ti ricordi più che è finita la farina?», «mh...». Ovviamente se n'era dimenticata.

«Ieri sera abbiamo preparato tacos! Però papà l'ha già ordinata al supermercato. L'arrivo non era previsto per metà pomeriggio?».

A quel punto mia sorella scoppiò a ridere, «io non sapevo neppure che fosse finita la farina», mi limitai a rimproverarla con un'occhiataccia, e stringendola forte per le spalle mi aiutò a raggiungere il tavolo della cucina, a passi piccolissimi e fin troppo faticosi.

«Sei sicura di non voler aspettare la farina?» mi chiese lei, io però stavo già tirando fuori la confezione del pane.

«No, figurati, manca quasi mezz'ora ancora. Mi faccio un toast con il bacon. Quando arriva prepariamo i muffin»,
«va bene» sorrise.

Aspettando la consegna del supermercato, Eleonora si buttò sul divano con il telefono tra le mani mentre io ripresi il volantino di qualche sera prima, dove spiccava la scritta "Opportunità Españolas".

Eleonora

"Cosa fai?",
"nulla. Un po' mi manca il lavoro a scuola".

Già, noi avevamo finito e la settimana prossima ci sarebbero stati gli ultimi controlli prima di essere riempita di nuovamente per le lezioni.

"Solo un po'?" lo presi in giro.

"Tu invece che fai?",
"nulla", "
ti va di fare nulla insieme?".

"Sì" digitai sorridendo come una bimba.

Un secondo dopo accettai la chiamata di James.

«Bene. Ora dobbiamo stare zitti, no?»,
«certo, avevamo detto di fare niente... Però dopo devo fare i muffin con mia sorella. Quando arriva la farina, ecco».

La sua voce svanì, così aumentai il volume al massimo e solo a quel punto riuscii ad udire dei rumori sommessi.

«Ehi, ci sei?»,

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