Capitolo 2

54 20 13
                                    

James

Entrai in classe con passo sicuro, anche se in realtà fremevo all'dea di incontrare i miei nuovi compagni. 

Il professore mi attendeva accanto ad una vecchia scrivania. Gli risposi cordialmente e osservai gli studenti che avevo davanti. 

Tutti mi guardavano sorpresi, finché non incontrai un paio di occhi azzurri.
L'unica che mi squadrava in malo modo era quella ragazza dai capelli rossi, quella che mi era passata davanti il pomeriggio precedente, mentre ballavo. 

Era la seconda volta che ci vedevamo e non mi aveva rivolto nemmeno mezzo sorriso.
Invece di soffermarmi sul suo sguardo però, studiai velocemente l'aula in cui ero finito.
Era piccola ma luminosa, i banchi abbastanza vicini tra loro, dall'aspetto vecchio così come la cattedra, ma non era niente male.

<<Benvenuto James, questa è la tua nuova classe e presto conoscerai tutti, riguardo alle lezioni ti spiegheremo tutto ne prossimi giorni. Adesso vai pure laggiù accanto ad Eleonora, è l'unico banco libero>> le parole del professore vennero accompagnate da uno sguardo che puntava proprio la sedia accanto a lei.
Annuii e mi sedetti, senza neppure ricevere un saluto, così feci io la prima mossa. 

<<Piacere di conoscerti Eleonora>>,
<<piacere di conoscerti Fenomeno>>. Sentii finalmente la sua voce, ma le parole che aveva appena pronunciato mi lasciarono divertito, Fenomeno?
<<Lo prendo come un complimento>>, <<abituati>>,
<<ah va bene, allora io ti chiamerò Fiammina>> mormorai, osservando i capelli rosso fuoco che le ricadevano sulla schiena, eppure non sembravano tinti...
<<Fai come vuoi, Fenomeno>> e tornò col viso chino sul quaderno. Non mi guardò più, nemmeno una volta, per tutta la mattinata.

Almeno quello non sarebbe stato un problema, il vero problema sarebbe iniziato tra mezz'ora...

Eleonora

Durante la ricreazione mi ritrovai a lanciare sguardi furtivi nel banco accanto al mio. Appena era finita la lezione quel posto si era riempito senza neppure bisogno che lui chiamasse qualcuno. I ragazzi gli davano pugni amichevoli sul braccio, mentre tutte le mie compagne lo mangiavano letteralmente con gli occhi. Indossava la stessa tuta nera del giorno prima, l'unica differenza era che adesso il cappuccio non gli copriva i capelli castani, perennemente spettinati. 

Ero con lui da meno di due ore e già avevo capito che quel gesto di passarsi la mano tra ciuffi ribelli era d'abitudine. 

<<....Quindi non verrà per tutta la settimana>> terminò Valentina, e in quel momento mi resi conto di non aver capito nemmeno una parola.
Mi rivolsi finalmente verso di lei, che guardava con apprensione il telefono. 

<<Ma che succede?>>,

 <<Eleonora!>>, 

<<che c'è?>>,

 <<non mi hai ascoltato!>>,

 <<ehm...>> provai ad inventarmi una scusa, consapevole di aver appena assunto un'espressione fin troppo colpevole. 

<<Blake è malato>>, <<oh no>> riuscii soltanto a dire. Se lui fosse stato presente, probabilmente non avrebbe resistito dal chiacchierare con il nuovo compagno, Blake era un coinvolgitore nato. In realtà James non stava parlando molto, però ascoltava tutti e rideva di gusto con loro, anche se la luce non raggiungeva le sue iridi scure. 

Quel ragazzo era strano, era perfetto, troppo perfetto... Conoscevo questo comportamento e non ci sarei cascata un'altra volta. <<Potremmo telefonargli e portargli dei dolci>> proposi a Valentina, decisa a non lasciarmi più distrarre. 

Frammenti di vetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora