Capitolo 32

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Spero questo capitolo vi piaccia, per me è abbastanza importante... Buona lettura🤍

Eleonora

Appoggiai delicatamente il regalo sulla scrivania ammirando il pacchetto colorato fatto dal commesso poco prima. 

Era incredibile che fossi riuscita a trovare una chitarra così perfetta per Noemi, chiara e delicata, in mezzo a tutte quelle altre chitarre di legno scuro con sofisticate corde in materiali strani. 

Per fortuna mi aveva aiutato il tizio del negozio, così non ci avevo messo troppo tempo, altrimenti sarei ancora lì

Ridacchiai e iniziai a guardarmi intorno, dovevo trovare un buon nascondiglio per il regalo fino a Natale, il biglietto avrei potuto scriverlo dopo... 

Sobbalzai al clacson che arrivò dalla finestra aperta. 

Mancavano pochissimi giorni alla fine del mese e non c'era fatto caldo, però c'era il sole e non potevo lasciare il vetro chiuso in un pomeriggio come quello. 

Mi affrettai a scendere le scale per aprire al corriere, chiedendomi cosa ci facesse qui a quest'ora.

Non avevo neppure ordinato nulla

«Buongiorno signorina. Ho una consegna per Eleonora Lee», 

«sono io» risposi sempre più confusa, 

«scusi, ma è sicuro che ci sia il mio nome?». 

«Sì, Eleonora Lee», mi porse la scatola in cartone e io ne esaminai ogni facciata. 

C'era scritto proprio così

«Grazie», «di nulla, buona giornata», «anche a lei». 

Ritornai in camera tentando di capire cosa contenesse in base al peso, con un pizzico di curiosità. 

Non ci potevo fare nulla, quel pacco era arrivato nel bel mezzo del pomeriggio, per me. 

Mi sedetti sul letto e finalmente lo scartai. 

Aprii curiosa quel pacco e... Mi immobilizzai. 

Un libro. Il mio libro. 

Io, proprio io, che per anni avevo costretto me stessa e gli altri a chiamare ogni mia storia "racconto" e non libro, anche se aveva capitoli su capitoli, perché non mi sentivo in grado di scriverne uno, adesso stavo tenendo in mano il mio libro

Lo avevano accettato, era stato pubblicato sulla piattaforma online, ce l'avevo fatta, ci ero riuscita.

"Non ci riesco e non ci riuscirò mai. 

Il mondo non ha spazio per le mie storie. Lo pensai con il cuore tanto pesante da sembrare di pietra, forse di ghiaccio, anche se in quel momento era l'opposto di ghiacciato. 

Adesso il mio cuore stava lottando contro se stesso, contro i pensieri continui di non riuscire a terminare il racconto, di non riuscire a trasmettere nulla, di non riuscire ad uscire da un blocco.

Come faceva un corpo a sopravvivere se era bloccato e non era più in grado di liberare le emozioni che lo logoravano dentro? 

Non avevo smesso di provare sentimenti, ma avevo smesso di liberarli. 

La scrittura era l'unico modo che avevo per sfogarmi, un blocco metteva fine a tutto ciò e così, anche le emozioni rimanevano bloccate dentro."

*

"Quel posto era una confusione totale, un miscuglio di voci e colori, ma per fortuna non ero più lì. Ero nel mio mondo ad immaginare dialoghi e storie continue. 

Frammenti di vetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora