Capitolo 16

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Noemi, vuoi risolvere le cose o rovinare tutto?

«Dirti che mi dispiace è inutile perché ormai è successo, però mi dispiace» sapeva quanto mi avesse fatto male.

«E' stato tutto uno sbaglio, ogni singolo gesto, lo so, ma non so cosa tu abbia provato esattamente» avvertii il suo sguardo di nuovo addosso, ma il peso che avevo nel petto mi impedì di incontrare i suoi occhi.

«Però ti prego, non pensare di non essere importante per gli altri solo perché lui ti ha fatto sentire così».

A quel punto dovetti stringere i denti e respirare piano con tutta la forza che avevo per evitare di lasciar andare le lacrime.

Quella era la mia ferita profonda. Con la poca lucidità di quegli attimi, valutai se andarmene, perché mettere a nudo in quel modo le mie ferite faceva troppo male, e non sapevo per quanto avrei retto. Eppure... rimasi lì, perché sapevo che se c'era una persona in grado di guarirmi, era proprio lei.

«Ely mi dispiace così tanto di avere il contributo a farti stare così. E la cosa che mi fa stare peggio è che... anche, in quei momenti, tu eri la persona più importante. Ma non mi sono tirata indietro. E questo mi fa sentire... Come se avessi smesso di vivere».

Piccole lacrime si accumularono agli angoli degli occhi nell'udire la sua spezzata per me. Non doveva sentirsi così. Anche lei era sempre stata la persona più importante. E proprio per quello mi aveva fatto così male ciò che era successo.

Non riuscii però a dire nulla ad alta voce perché sapevo che le mie parole avrebbero tradito tutta la mia vulnerabilità.

Anche lei sembrava si stesse sforzando a parlare, «non sapevo quando avremmo fatto pace... Io adesso sono in ospedale, non riesco a muovermi, ma l'idea che posso di nuovo stare con te mi fa star meglio»,

«non potevo evitarti per sempre, sei mia sorella, no?» mormorai con un sorrisino appena accennato.

La vidi riprendere fiato nell'udire il suono della mia voce, e deglutendo, si ricompose, nonostante percepissi ancora il suo cuore tremare con il mio.

«Già, ora però vai via, devo leggere l'ultima storia della mia scrittrice preferita, non distrarmi» Noemi riprese i miei fogli e li strinse emozionata.

«Dai vai» mi incitò facendomi ridacchiare, la salutai prima di uscire mentre lei stava già sfogliando la prima pagina con espressione concentrata e buffissima.

Mi sei mancata. Sorrisi leggera.

Valentina

Eravamo in pizzeria, finalmente.

Stavamo parlando della copertina per il libro, finalmente.

Anche questa volta il cibo era fantastico, avevo deciso di prendere dei condimenti diversi e stavamo condividendo due tranci, ma per il momento la pizza non era il nostro pensiero principale.

«Sì sì, è una parte importante la copertina. Pensa quando va in libreria e...»,

«io non vado in libreria, leggo solo ciò che scrivi tu» la interruppi ridendo, «non so se abbracciarti o lanciarti un tovagliolo».

«Dai continua» la incitai con il capo mentre prendevo un altro morso di paradiso, «dicevo, quando vai in libreria per comprare qualcosa, o sai già cosa prendere oppure ti lasci guidare dall'istinto», «mi fido della tua esperienza», «brava».

«La prima cosa che ti attira di un libro è la copertina, poi il titolo la trama e blablablabla» il suo modo di spiegarmi risoluto e il tono di chi la sapeva lunga mi fecero ridere, ma tentai di rimanere seria, in fondo era una cosa davvero importante.

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