Capitolo 19

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Eleonora

Ero sveglia già da un po' ma mi stavo godendo il calore morbido delle coperte, e soprattutto, la calma, perché sapevo che entro poco sarebbe scomparsa improvvisamente.

I compleanni erano sempre giornate frenetiche, piacevoli certo, ma comunque frenetiche, e non riuscivo mai ad avere un po' di tempo libero per me. Cosa che, proprio oggi, mi sarebbe servita. Però in fondo mi piaceva il modo in cui mi coccolavano, così mi alzai.

Aprii subito la finestra per lasciare che la luce invadesse la stanza e mi raccolsi velocemente i capelli in un piccolo chignon con il mollettone per capelli, mentre con gli occhi ancora stropicciati dal sonno sbloccavo lo schermo del telefono per leggere i messaggi.

Un sorriso mi spuntò spontaneo sulle labbra vedendo i numerosi auguri, un po' da tutti, tranne che da James.

Finsi di non farci caso e cercai di rallegrarmi scorrendo la lista di emoji festose e saluti. Il primo messaggio era di... Valentina. Non me l'aspettavo.

Di solito lei si svegliava molto tardi, e anche se adesso non era presto, era comunque troppo presto per le abitudini della mia amica.

Sorrisi di quel piccolo regalo che aveva fatto per me.

"Tanti auguri Ele! Dalla tua super migliore amica che non vede l'ora di vederti" sorrisi di nuovo, per la foto buffa che mi aveva mandato, e le risposi con un'altra ancora più buffa, contenta per come fosse riuscita a farmi divertire in un minuto.

"Oggi fiocco tra i capelli?",

"certo, nei tuoi sogni",

"allora abito viola",

"è inverno! Mi ammalo". Sapevo che la stessi facendo sbuffare, ridacchiai e guardai il suo ultimo messaggio,

"maglioncino azzurro e jeans scuri?",

"aggiudicato".

"Nooo, stavo scherzando",

"ahahaha ti ho fregato",

"dai ci vediamo dopo Ele",

"va bene, ciaooooo", aggiungi qualche altra o, e passai alla chat di Blake.

Blake, che ovviamente non poteva farmi gli auguri come una persona normale, ma mi faceva gli indovinelli di compleanno.

"Ci si sente più forti ad avere 17 anni?",

"dimmelo tu, li hai compiuti ad aprile",

"mi sono dimenticato. Ci si sente più intelligenti?",

"no",

"giusto. Tu sei già intelligente",

"che strano modo che hai di fare gli auguri",

"te li faccio dopo. Ora rispondi alle domande" non resistetti dal ridere, Blake aveva dei modi tutti suoi.

"Ci si sente più alti?",

"non direi",

"ci si sente...",

"Blake, ho solo fame. Mi sono alzata da 20 minuti e non ho ancora fatto colazione",

"ok. Passo e chiudo. Auguri" lo stomaco brontolò ancora costringendomi ad abbandonare il telefono accanto a me e ad alzarmi in piedi per andare in cucina e comunicare di essere sveglia al resto della famiglia.

Non feci però nemmeno in tempo a raggiungere la porta che il telefono cominciò a vibrare e squillare, non badai al nome sullo schermo e risposi.

«Ely, temevo di svegliarti ma sono riuscita a chiamarti solo ora, dopo ho un sacco di controlli e...» interruppi la parlantina allegra, «Noemi?», «certo che sono Noemi, chi pensavi che fossi? Credevi non ti avrei fatto gli auguri proprio oggi?», «no certo. Solo non me lo aspettavo. Sono innocente signor giudice» scherzai.

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