È stato il weekend più lungo della mia vita.
Amo la mia figlioccia, ma sentirla piangere per due notti mi ha tenuta sveglia tutto il tempo ed i pensieri non hanno fatto altro che infestare gli emisferi del mio cervello, facendomi passare dall'ansia, alla tristezza alla rabbia in meno di pochi attimi.Mi sono umiliata, ho preso il cellulare ed ho scritto a Dough, scoprendo dopo l'ennesimo messaggio con tanto di singola spunta, che l'utente mi ha bloccata e non posso chiamarlo.
Devo averlo ferito parecchio se non mi vuole parlare ed ha avuto tutta questa cura nell'allontanarsi, facendomi perdere qualsiasi traccia della sua esistenza.Ho parlato sia con mia madre che con mio padre... ho dovuto.
Sono stati due deliri legati insieme seppur in due situazioni differenti, ho voluto fare prima il più "semplice" chiamando mia madre, le ho raccontato tutte le mie sciagure, di tutta risposta mi sono sentita dare della poveretta, della frustrata, Dough è stato infimo e Roy ancora peggio ed ora mi ritrovo sola, in mezzo alla strada e senza un lavoro.No... non è proprio così mamma, tutto quello che mi è successo, me lo sono andato a cercare... e ne sto pagando le conseguenze per quanto sia difficile da affrontare.
Mio padre invece mi ha ascoltata con attenzione, Missy al suo fianco è intervenuta qualche volta con la gentilezza di chiedermi come mi sento a riguardo.
Finito di conversare con mia sorella, mio padre si è limitato a dirmi: «Raquel... di nuovo?!» il suo tono era così seccato e saturo da farmi chiudere la bocca all'istante.Ho trascorso il mio intero lunedì a casa con la mia figlioccia, a guardarla, ad accudirla, a darle da mangiare e cambiarle il pannolino mentre i miei amici erano a lavoro.
Mi sono assentata nel cuore del pomeriggio dopo il rientro di Jenny a casa solo per portare quella somma di denaro al mio ex capo, mi hanno praticamente derisa tutti ma ho chiuso con loro e me ne sono andata senza guardarmi mai indietro.Appena rientrata, ho preso il portatile ed ho cominciato a cercare qualche annuncio ma è difficile trovare qualcosa che faccia al caso mio.
La barista non la so fare e nemmeno la cameriera... Jennifer non vuole che mi sottovaluti eppure, mi devo accontentare di partire dal minimo per potermi almeno permettere un monolocale o un bilocale e riprendermi la mia vita o almeno, cercare di costruirne un'altra.«Potresti venire da me.» Jennifer mi appoggia un bicchiere d'acqua davanti al viso dopo avermi vista in stato quasi depressivo per il vuoto intorno a me in campo di annunci.
«E come potrei esserti utile in un salone di bellezza?!
È già tanto che sappia truccare e pettinare me stessa... figuriamoci farlo agli altri... e se sbagliassi e ti facessi perdere delle clienti?!
No... non posso proprio farlo.» mi scuote, «Raquel... esci dal labirinto che è colpa tua e non riesci a fare niente... sei nata per lavorare, è il lavoro che ti cerca, che ti vuole, hai chiuso quattro relazioni perché eri dedita al tuo lavoro!
Sei una lavoratrice!» «Sì... questo è vero... questa storia sovrasta di gran lunga quella chiusa con Dough...ma credimi, anche questo mi fa male... stanotte gli ho scritto per scoprire che mi ha bloccata ovunque.» alza gli occhi e si porta il bicchiere pieno d'acqua alle labbra, «Trentatré anni e dimostrarne quattordici... mi dispiace Raquel... se invece di parlare ha fatto ciò e non tollerava chi sei... allora significa che non ti meritava.» abbasso lo sguardo, «Sarà... però da quando ho età per aprirmi alle relazioni ne ho chiuse già sette... e questa aveva anche una convivenza di un anno e mezzo alle spalle.» è inutile, sono caduta nel baratro ove tutto è nero e non si può risalire, la sto tirando dentro con me nel mio malumore.La porta alle nostre spalle si apre, Eric fa il suo ingresso salutando a gran voce e si dirige da Jenny per baciarla sulle labbra.
Lei lo contraccambia e lo colpisce sul pettorale destro come per dirgli di non scambiarsi questo genere di smancerie davanti a me.
«Tranquilli.. è bello vedere che nel mondo c'è ancora qualcuno che prova ancora un po' d'amore... ciao Eric.» lui mi sorride mostrandomi il suo sguardo più dolce, «Mi piace che la pensi così o almeno, che tenti di farmelo vedere... io vengo a portarti una cosa che forse, ti può interessare.» aggrotto le sopracciglia prendendo un briciolo di vita che si trasforma subito in malinconia, «No... i tuoi amici non fanno per me... scusami.» scuote il capo prendendo dalla tasca dei suoi jeans un annuncio, «L'amico di un mio collega cerca disperatamente una segretaria.. è il capo di un'azienda di bellezza dove le parrucchiere come mia moglie si appoggiano per acquistare i prodotti... è simile al tuo campo... potresti ripartire da lì seppur come segretaria e se dovesse sceglierti... beh... potresti far vedere quanto vali.» afferro il depliant.Beauty Farm Lewis&Son.
La conosco questa ditta, è la nostra rivale.
Roy si lamentava sempre sul fatto che molti prodotti li lanciassero prima dei nostri e riscuotevano maggiore successo e premeva su di me perché vincessi i diritti sui prodotti per potergli portare via il successo... un po' come il Galaxy 1.0.... il mascara che mi ha levato il lavoro.
Sorrido, lavorerei per quella che un tempo definivo come la concorrenza.«Eric... ti ringrazio, mi presenterò al colloquio.» i miei amici mi sorridono caldamente, spero di dare una svolta alla mia vita anche se questo implicherà cominciare come una segretaria.
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Favorite ▪️Bill Skarsgård▪️
Teen FictionRaquel Miller è una donna che ha in mano il mondo, travolta dalla sfortuna perde tutto e si deve rimettere in gioco. Il primo passo è cercarsi un lavoro, ella infatti trova un posto come segretaria al fianco di un uomo che è tutto eccetto che monoto...