27. Due film diversi

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Daniel mi sorride sempre ogni volta in cui mi vede.
Mi avvicino a lui chiudendomi la giacca, ho freddo stasera, ho sbagliato ad indossare una semplice maglia di cotone, forse un tessuto più resistente al freddo mi avrebbe parata maggiormente.
Non appena lo raggiungo mi bacia su entrambe le gote, «Grazie di essere venuta Raquel.» la sua dolcezza è quasi sorda perché nelle mie orecchie suona il suo: "Cercami Raquel." legato alla sua figura che si avvicina al mio viso.

«Non preoccuparti, mi trovo bene con te, stiamo lavorando senza problemi e mi piace trascorrere del tempo in tua compagnia.» dico in maniera distaccata, non riesco a recitare, è un mio grandissimo difetto, mi sembra di prenderlo in giro.
Ha capito il mio distacco, il sorriso gli cade dalle labbra.
«Dimmi la verità... a casa di Kyler c'era una donna... e dovevi uscire per l'imbarazzo... vero?» non ha capito che provo qualcosa per lui e tra di noi vedo quella che potrebbe diventare una bellissima amicizia.

«Paio una stronza?!» dico lasciandogli vedere un piccolo sorriso, «No, hai ragione... intanto mi stai dando la possibilità di conoscerti ancora, spero che Kyler faccia andare a casa sua ogni sera una donna.» oh no... spero proprio di no.
Lascio cadere la frase cercando di non dimostrarmi veramente una stronza: «Beh... se la vedi così grazie... mi sto trovando bene in tua compagnia e la storia con tua moglie e tua figlia mi sta catturando.» alza l'indice destro, «Ex.» annuisco, un tasto dolente, meglio cambiare discorso.

«Riuscirai a vedere tua figlia questo weekend?» «Devo stare dietro al set fotografico... purtroppo come pomeriggio balza...» annuisco e una nota di malinconia mi assale.
Ricordo le cose che ho dovuto disdire con Dough perché ero sempre impegnata al lavoro, magari era tutto pronto, dovevamo partire ed io non ero presente oppure c'ero ma con il capo dentro al laptop o costantemente al telefono a dare direttive.

«Ma è la tua bambina... la puoi vedere due volte al mese!» scuote il capo, «Se voglio darle gli alimenti... purtroppo devo fare così Raquel... allora... hai in mente un film da vedere?» lascio perdere il discorso visti i suoi tentativi di non pensarci, so bene non essere giusto rammentarglielo ed i ricordi sono nitidi alla mia memoria a farmi capire quante cose ho bruciato nei miei anni migliori.

Guardo le locandine dei film e mi soffermo su quello dell'orrore.... sorrido se penso a Kyler, al suo modo di sussurrarmi di voler essere cercato stanotte.

«Sei una patita dell'horror?!» mi guardo attorno, a dire il vero preferisco il fantasy ma... lo vedo entusiasta ed optiamo per quello.

Entriamo nella sala, è ghermita da poche persone, lo credo, la fiera dello splatter non piace a nessuno, Daniel pare esserne contento ed il film comincia lasciandomi a bocca spalancata per i buchi di trama che possiede, seguito da una scena piena di sangue dietro l'altra, tagli, urla e facce che spuntano dal buio in cerca di un jump-scare.
Ogni tanto qualche salto sulla sedia l'ho anche fatto, avendo la testa altrove per tutto il tempo, con la forte acustica, mi è venuta paura, ho tolto la mano da quella di Daniel nei suoi tentativi di confortarmi per lo spavento.

Tra un saltino e l'altro, il film termina e mi lascia l'amaro in bocca.

«Delusa?» mi chiede data la mia espressione e scuoto il capo, «Hanno tutti la stessa trama quei film... questioni in sospeso, un serial killer che si maschera per uccidere un gruppo di amici e solamente la protagonista riesce a salvarsi... che nervoso.» si morde il labbro inferiore, devo avergli distrutto un grattacielo: «Hai appena descritto la saga di Scream.» annuisco mostrandogli un sorriso, «Jenna Ortega è l'unica che vale di tutto quel cast, poteva evitarsi i film.» ammicco un occhiolino e mi scanso involontariamente una volta che la sua mano si appoggia alla mia gota.
Lo faccio ritrarre un po' deluso; «Scusa... non ti piace il contatto fisico a quanto pare.» non è quello, siamo colleghi e ci conosciamo da pochissimi giorni.

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