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25. Nel limbo

Mi sveglio di soprassalto come se stesse venendo giù la casa.
La musica portata ai livelli eccessivi mi fa capire di non essere sola, mi spavento, so esserci solamente Kyler, ma se lui è in ufficio, oltre a me, chi potrebbe esserci?

Mi alzo ed indosso una vestaglia per coprire la camicia da notte e mi sposto in direzione del rumore.
Musica di pessimo gusto fa tremare le casse del salone dove Carmen, con indosso solamente una camicia di Kyler, sta pulendo il pavimento utilizzando un panno umido.

«Carmen!» urlo, non mi ascolta, si muove a ritmo di musica e le devo rendere atto di questa cosa, per la sua età, è atletica.
Cerco di farmi notare sapendo alla perfezione di non essere una sua priorità e se mi avesse vista, non si sprecherebbe a rivolgermi la parola, ormai lo ha fatto diventare uno sport quello di ignorarmi.
Mi guardo attorno, trovo lo stereo e mi ci avvicino premendo il tasto OFF lasciandola cantare con la sua voce stridula.

«Ehi!
Ce l'hai per vizio quello di starmi in mezzo ai piedi!» questa oca non mi era mancata per nulla e mi chiedo cosa ci fa qui.
«Innanzitutto buongiorno, secondo, sono le otto del mattino, si può sapere perché stai mezza nuda nel salotto del mio capo e pulisci con la musica a tutto volume?!» mi guarda indignata, sospira stufa: «Mi sono seduta sul divano, era pieno di sale.» sorrido, mi viene spontaneo, ieri sera abbiamo visto un film, nella scelta della pellicola abbiamo avuto da ridire e mi ha lanciato qualche popcorn che ho ricambiato.
È stata una bella serata, quasi come se quella di prima non fosse esistita.

«Ride... lei ride... senti Rachel...» «Mi chiamo Raquel!» «È uguale... ascoltami bene! Non so cosa ti sei messa in testa, come sabotarmi il lavoro, risaltare davanti agli occhi di Kyler... non ci riuscirai, preferisce me... ieri sera avrà cenato con te e guardato un film... ma stamattina, c'ero io nel suo letto, ci siamo sentiti stanotte ed abbiamo deciso di riprovarci, hai capito?!» il mio sorriso si spegne, Kyler mi aveva detto di essersela tolta dai piedi insieme al lavoro e di non volerla vedere più.
«Ma tuo marito...» «Mio marito è vecchio e stanco, pensi che mi meriti di stare chiusa in una casa dove il miglior avvenimento mai accaduto, è vederlo andare in bagno senza l'uso dei lassativi?!» scuoto il capo, «Ti basterebbe lasciarlo e ricominciare da zero... aspetta... hai questo lavoro per grazia divina signora: non so ancora dove mettere le acca per dare alla frase un senso compiuto!» mi guarda sbigottita, mi sto riferendo alla sua presentazione.
«Io so scrivere e so farlo bene... capito?» la guardo, alzo le sopracciglia facendola andare su tutte le furie.
«Smettila di mettermi i bastoni tra le ruote, ricordati che uno del livello di Kyler, non sceglierebbe mai una come te come compagna di vita e se sei arrivata fino a qui... è perché gli fai pena!» urla come una matta e per quanto la vorrei colpire, la verità delle sue parole mi trafigge il cuore.

Comincio a pensare che l'altra sera fosse il travolgimento momentaneo a spingerlo verso di me, si era appena lasciato con lei, probabilmente aveva voglia di fare un po' di sesso a mente leggera perché spiegherebbe tante cose sulla nostra misteriosa rappacificazione senza tornare sul discorso ed affrontarlo...
Sospiro.
Volto le spalle e la lascio andare a riaccendere lo stereo.

Entro nella mia stanza e mi cambio, dovrei stare qui oggi ad aspettare notizie di Daniel, oppure che Kyler si ricordi della mia esistenza per darmi qualche compito.
Afferro il mio telefono.

- Scusami... ieri sera mi sono persa nella lettura di un libro... è ancora valida quell'offerta per prendere un caffè insieme?🙂

***

Dopo il messaggio, mi sono tenuta in contatto con Daniel tutto il pomeriggio, mi ha parlato dell'incontro con Gordon.
Nei prossimi giorni ci saranno degli altri aggiornamenti.
Ho discusso con il medesimo per la possibilità di aprire un canale social dove potremmo lanciare il mascara anche in un'altra direzione, mi ha detto essere una buona idea, purtroppo tutte devono passare da Kyler e in seguito da Jonathan.