30. La cena per festeggiare

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Arrivati a casa saliamo per andarci a cambiare.
Sono ancora elettrizzata per questo suo cambio d'idea sulle mie proposte, inizialmente era titubante, non pareva potesse farlo, ora ho il via libera per sponsorizzare un prodotto che conosco a menadito e potrebbe fare davvero il giro del mondo.

Apriamo la porta di casa, «Vai... cambiati, farò lo stesso, ci rivediamo qui tra poco.» annuisco contenta.
«Perché mai dovreste cambiarvi?» Carmen è seduta al bancone della cucina, in mano ha un calice pieno fino all'orlo di vino rosso e ci sta scrutando con fare sospetto.

«Il progetto, sta andando avanti come previsto e stiamo andando a festeggiare.» mi prendo la briga di rispondere.
Sul suo viso si dipinge una nota di acidità: «Non di certo grazie a te, Rachel.» coglie l'occasione per schernirmi e denigrarmi allo stesso tempo, «Invece è proprio grazie a lei se le cose stanno andando bene, dovresti smetterla di parlare a sproposito Carmen, ciò fa di te una donna poco matura.» interviene Kyler e la bionda rinsecchita dalle braccia cadenti, appoggia il calice al bancone alzandosi dalla sedia.

«Perché tu pensi lei sia in grado di farcela a portare avanti il tuo progetto!?
Ti ricordo che sullo stesso prodotto ha fatto fiasco ed è stata cacciata dalla concorrenza, le stai dando tutta la fiducia del mondo!» si riferisce a lui, lo guarda in cagnesco, «Per me è okay, sa lavorare meglio di te, non per niente sei ritornata nella sede di papà a fare le fotocopie... o sbaglio?» Carmen lo squadra da capo a piedi, sul volto ha l'espressione di chi ha finito di perdere tempo, «Sai... non mi merito tutto questo... per cosa?
Dire di portarmi a letto uno che potrebbe essere mio figlio?! Mi hai rotto, stai dietro a questa poveretta, non ti porterà a nulla se non in direzione di un muro, tuo padre ti toglierà tutto e lavorerete insieme in una sala giochi a staccare le gomme da masticare dai tavoli, allora mi farai sapere se avevo ragione!» lo schiaffeggia con l'eco e lascia la scena.

Chiude la porta in maniera sonora, tanto da far tremare i vetri, questo mi porta a spostare lo sguardo su di lui.
«Ehm... scusa...?» sono incerta, in realtà sono contenta si sia levata dai piedi questa donna.
«Non scusarti... non ci andavo nemmeno più a letto... era diventata una madre praticamente... bene... ci cambiamo?» recupera il sorriso e capisco che per lui, Carmen, non era niente di speciale.

Entro nella mia stanza ed apro il mio armadio.
Dunque... cosa si indossa per festeggiare un bell'avvenimento accompagnato dall'uscita di scena di una mummia?!

Un abito rosso, il rosso è la passione, il fuoco, la rinascita.
Voglio indossare delle scarpe molto alte, Kyler è più di un metro e novanta, non voglio apparire la sua bambina, ma una donna, una collega di tutto rispetto.

Mi trucco utilizzando lo specchio presente nella mia stanza ed esco trovandomelo di fronte con un paio di jeans color fumo ed una camicia grigia.
La reazione in entrambi è la medesima: stupore.

Lui non mi ha mai vista tanto elegante ed io non l'ho mai visto casual.

«Dovrei cambiarmi... tu sei troppo...» «Il successo del mascara va festeggiato così...» anche se vorrei tu mi notassi.
«Ma non cambiarti, sul serio, stai bene in abiti un po' informali.» si dà una rapida occhiata, «Con gli anfibi nei piedi?» mi strappa un sorriso, siamo due opposti che però combaciano alla perfezione.

«Hai il tuo perché.» gli do un colpetto con il gomito al braccio, «Al ritorno dobbiamo andare a prendere la mia auto, l'abbiamo lasciata parcheggiata in quella strada.» sbuffa in maniera scherzosa mentre ci accingiamo a raggiungere l'uscita di casa, «Quanto la fai lunga, mal che vada, la ritroveremo al deposito!» «Kyler!»

***

«Oh!
Mi venisse un colpo!
Kyler Lewis in persona!
Sei sceso dall'Olimpo per mischiarti ai comuni mortali?!» un biondo dagli occhi scuri si avvicina a noi appena giunti all'entrata del ristorante "Marea", non molto distante da casa, il tempo di circumnavigare Central Park.
Kyler gli dà una pacca sulla schiena che gli fa stringere i denti per il dolore, «Piantala Ricky! Ho avuto da fare.» il biondo dallo sguardo sincero ed il viso paffuto spalanca la bocca, «Sì, negli ultimi anni!» mi strappa un sorriso, è molto simpatico.

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