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31. In leggerezza

Abbiamo aspettato la chiusura del locale, Kyler ed io non siamo più entrati in argomento, per quanto la curiosità avesse preso parte di ogni fibra del mio corpo, ho preferito non rovinargli la serata, siamo qui per festeggiare e non per tirare in ballo dei discorsi che possano dargli fastidio.

Non sono la sua ragazza ma una semplice collega di lavoro ed è meglio non scavare in profondità a nervi scoperti.

Una volta visto il suo amico Ricky, la sua espressione è cambiata, si sono corsi incontro cominciando a pizzicarsi come due bambini.
Ho aspettato che mi raggiungesse Charlie, sua moglie, per incrociare insieme le braccia al petto e scuotere il capo, «Quei due non cambieranno mai.» annuisco con il sorriso sulle labbra e ci spostiamo in un altro locale, uno di quelli che apre solamente di notte.

Strano.
Ho vissuto a New York per tutta la vita, ho avuto modo di girare parecchio ma questi posti, non mi ero mai sognata di poterli frequentare.
Ovunque mi giro vedo gente vestita di tutto punto, persone che nonostante le quantità di alcol assunte, mantengono un certo decoro, come se sapessero il loro ceto e devono mantenere la posizione anche da ubriachi.
Kyler e Ricky ignorano i presenti, il secondo afferra la mano della moglie e ci fanno strada oltre la tenda viola, il paradiso di chi invece ha voglia di trasgredire.
Questo infatti, pare un altro locale, un altro modo di vivere.

Tavoli da biliardo tutt'intorno, nuvole di fumo investono la stanza e l'alcol scorre senza freni, la musica è alta ed assordante e le luci sono forti.
Kyler mi si avvicina, il suo profumo come sempre mi invade i sensi, «Quando ero un ragazzino e volevamo sentirci grandi, venivamo qui.» è bello vedere il suo sorriso.

Annuisco contenta che a poco a poco, qualche pezzo della sua vita prima di divenire un capo, si sta svelando.
Ricky afferra quattro stecche, una la lancia a Kyler e le altre due le passa a me e sua moglie.

«Ehm... non so come si gioca...» il biondo dagli occhi scuri mi scruta alzando le sopracciglia, «E che problema c'è?
Si impara giocando.» ammicca un occhiolino e Kyler afferra un vassoio di passaggio con quattro bicchierini passandomene uno, «Bevi, ti aiuta a scioglierti Nosy.» di solito non faccio di queste cose ma ho trent'anni, ho passato la vita a buttarmi nei letti delle persone sbagliate senza avere uno straccio di amico con la quale divertirmi, queste persone stasera sono qui con me e stanno cercando di farmi scoprire cosa significa farlo.

Afferro il bicchierino dalle mani di Kyler, do un colpetto contro al tavolo da biliardo e lo bevo tutto d'un sorso.
Non so onestamente cos'ho bevuto, scende caldo nella gola e mi dà un senso di bruciore iniziale che mi fa tirare un sospiro di sollievo e fa cominciare gli altri.
«È semplice... ora Ricky colpirà la prima palla, quella che entra in buca, sarà il nostro stile.» Ricky si piega sul tavolo e con un colpo ben preciso, prende la palla bianca, dopo che Kyler ha spostato il triangolo.

È fatta, le palline si disperdono disegnando un arcobaleno di colori mentre battono da una parte all'altra della tavolata.
Ne imbuca una, quella a tinta unita.

«Piena fratello.» batte un cinque a Kyler che si volta verso di me dopo aver preso una sigaretta, «Ora noi colpiremo le piene, voi quelle di due colori, è semplice, bisogna imbucarle tutte, l'ultima che entra è la numero otto per entrambe le squadre.» non capisco al cento per cento la dinamica, lo sento fuori dal contesto dell'ufficio e mi sta piacendo.

Tocca a lui, il suo amico ha fatto buca e ha guadagnato un altro tiro.
Si piega sul tavolo, ogni tanto Ricky gli passa vicino e gli strizza il sedere cercando di distrarlo seppur è in squadra con lui, dopo averlo schernito colpisce la palla bianca con un colpo secco che manda la numero due in buca.

Rimango basita, è veramente bravo.
Si alza con lo sguardo convinto, si toglie la sigaretta dalle labbra ed annuisce, «Pensavo di essere fuori forma.» si piega ancora, a quanto pare, più buche si fanno e maggiore è la possibilità di tirare.