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YUMI

La mamma e papà stanno litigando di nuovo.
Le loro grida, le loro parole affilate come coltelli, rimbombano nei muri della casa che sta per crollare per il troppo dolore che sta trattenendo.

Perché non la smettono?
Perché litigano quando prima si amavano?
Perché hanno perso così facilmente la loro felicità?

Kenjiro dice che tutto ciò ha avuto inizio quando papà ha accettato di lavorare come guardia sotto il comando di Helios. È diventato un soldato.

Non so se l'ha fatto per soldi, o perché crede nelle stronzate che spara quel comandante.

So solo che da quando ha avuto il lavoro abbiamo più acqua e cibo. Ma mamma e papà non fanno altro che litigare. Lui dice che vuole portarci in un posto. Dice che se ci porterà lì potremmo renderci utili, e loro avranno anche qualcosa... ma non sono riuscita a sentire cosa.

Io e Kenjiro stiamo origliando dalla porta della nostra cameretta.

Mia madre li grida contro, e poi si sentono dei forti rumori. Oggetti che si spaccano. Urla. Altri oggetti che si spaccano, e ancora urla.

Ormai sono giorni che continuiamo a sentire tutto ciò.

Io e Kenjiro indietreggiamo non appena sentiamo dei passi avvicinarsi.
Ci gettiamo in un angolino della cameretta, ma nostro padre entra e ci afferra per le braccia, trascinandoci in salotto.

Strillo e mi dimeno senza successo, sentendo il braccio bruciare sotto la sua presa.

Una volta arrivati in salotto vedo nostra mamma: è accasciata a terra, con sopra di se una sedia del tavolo rovesciata. Tiene una mano premuta sopra la testa, e lo spigolo del mobile dietro di lei è macchiato di rosso. Il suo viso è ancora pieno di lividi e sporco di sangue.

Ormai la mamma non ha più il viso pulito, le labbra colorate con il suo rossetto preferito, le guance rossastre e gli occhi dipinti con qualche ombretto. Ora è solo sangue, graffi e lividi.

«Abbiamo a stento cibo e acqua!» Urla mio padre, sempre tenendoci stretti per i polsi.
«Ho accettato il lavoro per permetterci un futuro dignitoso, perché il mondo sta andando a rotoli!» Sbraita, e mia mamma piange.
«Loro andranno alla Sighs House. Si renderanno utili per il progetto, e noi verremo ricompensati. Offrono acqua, cibo e ogni tipo di beneficio per chiunque decida di offrire i propri figli per il bene del mondo. E che vi piaccia o meno, tra qualche giorno li porterò via. Non ho intenzione di morire in questo merda di posto!»

Sento le lacrime bagnarmi il viso e offuscarmi la vista, mentre il mio cuore perde un battito.

«Non ti lascerò scambiare i miei figli per un po' d'acqua e cibo!» Grida mia mamma alzandosi da terra. Si regge al tavolo con una mano.
«Troverò un altro lavoro, e mi procurerò quello che ci serve per sopravvivere. Ma non ho intenzione di vedere i miei figli a degli psicopatici!»

«Quelli che tu chiami psicopatici, stanno trovando disperatamente un modo per salvare questo cazzo di mondo!» Urla lui.
«E questi due si renderanno utili almeno una volta nella loro vita.»
La presa nel braccio si stringe ancor di più. Così tanto che devo costringermi a non urlare.

«Sei un bastardo! Un maledetto bastardo! Come puoi voler scambiare i tuoi figli per un po' d'acqua?» Urla mia madre con le lacrime che le rigano il volto.

«Ci sono altri modi, altrimenti...» papà si avvicina a lei, trasciniamoci con sé.
«Sai, ora che il mondo sta per finire, parecchi uomini hanno bisogno di una via di fuga... un po' di piacere, perché troppa merda ci viene gettata addosso. Preferisci fare la puttana insieme a tua figlia per guadagnare una bottiglia d'acqua e, magari, se siete particolarmente dotate, anche un po' di pane? È questo che vuoi? Diventare una puttanella insieme a tua figlia?»

«Sei un fottuto stronzo! Non azzardarti a dire mai più una cosa del genere!» Urla la mamma, alzando la mano per tirarli uno schiaffo sulla guancia.

Lui si bagna le labbra per togliere il sangue, fa un sorrisino inquietante, e, d'un tratto, lascia andare la presa dalle nostre braccia. Da uno spintone a Kenjiro facendolo cadere a terra, e la mamma corre verso di lui.

Papà invece mi spinge con forza contro il mobile, tenendomi le braccia bloccate. Grido, alzo di scatto la gamba colpendolo nelle parti basse — come mi ha insegnato Kenjiro —ma lui alza il braccio tirandomi uno schiaffo in pieno viso.

Urlo sentendomi la guancia prendere fuoco, e il labbro sanguinare. La mamma e Kenjiro gridano cercando di fermarlo, ma lui è più forte.

Mi guarda sorridendo mentre dice: «Sei ancora piccola per avere un corpo da donna, ma scommetto che ci sono pervertiti che pagherebbero tre bottiglie d'acqua per averti.»

Strillo cercando di dimenarmi, mentre le lacrime mi rigano il viso e i singhiozzi prendono il sopravvento.

«Lasciami andare! Basta!»

«Avanti, non desideravi tanto poter avere di nuovo acqua e cibo in abbondanza?»

«Ho detto basta! Vattene!» Papà mi tira un pugno nello stomaco facendomi finire a terra.
Un urlo mi si strappa in gola mentre il dolore lancinante pervade il mio corpo.
Fisso le lacrime che gocciolano sul pavimento.

La mamma e Kenjiro si gettano contro di papà, ma lui sfugge alla presa, e afferra dal tavolo una bottiglia di birra.
Si dirige verso l'uscita di casa, ma prima di andarsene dice: «Tra tre giorni vi porterò via, oppure sapete che fare.» E se ne va.

Mi mordo nervosamente il labbro, lo guardo negli occhi e dico: «Ti basta? Oppure preferivi più dettagli?»

Lo strizza cervelli finisce di appuntare qualcosa, per poi chiudere il taccuino e mettere la penna nel taschino del camice.
«È abbastanza per oggi, la ringrazio.»

«Avete preso mia mia madre?» Chiedo, con le lacrime che mi rigano silenziosamente il volto.
«L'avete catturata?»

«Le consiglio di riposarsi.» Si alza dalla sedia, senza distogliere lo sguardo da me.
«L'aspettano giorni difficili, ma non si preoccupi, una volta che non ricorderà più nulla il dolore svanirà nel nulla.»

«Che farete con mia mamma? Lei non c'entra nulla.» Ribatto, ignorando quello che mi ha detto.

Se hanno trovato mia madre hanno anche trovato Thomas.

«Non le accadrà nulla se collaborerete.» Risponde lui, andando verso l'uscita.
«Collaborate, e lei vivrà. Lasciateci fare il nostro lavoro, e lei vivrà. È più facile a farsi che a dirsi.» Mette la mano sulla maniglia, e dice: «A presto, Signorina.» E se ne va.

𝑷𝑶𝑾𝑬(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora