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YUMI


È notte fonda, ma ho troppa paura per riuscire a chiudere occhio.

La paura è fatta così: ti avvolge lentamente, fino a stritolarti, accende ogni nervo nel tuo corpo, e ti elettrizza come se fossi attaccato ad una spina elettrica. La paura può anche spingerci al nostro limite.

Kenjiro è stato sveglio tutto il tempo a farmi compagnia, ma ora è crollato. Lo osservo dormire nel suo letto, — è al mio fianco, siamo divisi solo da un comodino è un vecchio tappeto rettangolare — e mi chiedo davvero come riesca a riposare.

Anch'io sto morendo di sonno, ma la paura mi tiene sveglia come se fossi collegata ad una presa elettrica.

Mio padre ha detto che tra qualche giorno ci spedirà in quella casa — la Sighs House, mi pare — ha detto che ci renderemo utili a questo pianeta, e mamma e papà verranno ricompensanti con più provviste.

Da una parte sono felice per la mamma, perché ogni volta, a tavola, lascia un po' del suo cibo a me e Kenjiro. Lei mangia poco, per poterlo dare a noi. Dice di non avere fame, anche se in realtà so che è il contrario.

Dall'altra parte, invece, sono triste per lei. Se io e Kenjiro finiremo in quella casa... lei rimerebbe a casa sola con mio padre. E ho paura che lui possa farle del male, un'altra volta.
Se senza di noi non riuscisse a fermarsi?

E ancora una volta... la paura si trasforma in lame che si conficcano nel mio corpo.

Prendo un lungo e profondo respiro, mandando giù gli aghi nella mia bocca: improvvisamente sento dei rumori.
Mi rannicchio sotto le coperte, stringendo le ginocchia al petto.

"Non è nulla, non avere paura."
"Fingi di dormire, stai zitta."

Mi mordicchio il labbro, e cerco di rannicchiarmi il più possibile, sperando di diventare magicamente invisibile.

Il sangue mi si ghiaccia nelle vene, e il cuore mi salta in gola, non appena sento al porta della camera aprisi con un piccolo scricchiolio.

Le lacrime mi offuscano la vista, mentre conficco le unghie nelle gambe, stringendo troppo forte.

«So che non stai dormendo, la notte sei sempre sveglia.» Dice una voce, proprio affianco al mio letto. È mio padre.
«Ti va di fare un lavoretto, nel frattempo che aspettiamo i documenti per mandarvi alla Sighs House? Lo faresti, per tuo padre e tua mamma?»

"Fai finta di dormire, fai finta di dormire, fai finta di dormi..."

«Sarebbe un peccato se vostra madre di facesse male proprio quando voi non ci siete, non credi?»

All'improvviso esco fuori dalle coperte, mettendomi seduta, mentre fisso mio padre con tale intensità che potrebbe esplodere.

Peccato che sia terrorizzata a morte.

«Non farle del male!», Esclamo, cercando di non urlare troppo, e rischiare che Kenjiro si svegli.

«Non lo farò se tu farai ciò per cui sei stata creata. Non mi sembra difficile, cazzo!», mi afferra il mento stringendolo forte.

«Sarei stata creata per il piacere dei pervertiti e per lavare le pentole? Per fare il bucato? O... magari per preparare da mangiare?», sbotto, anche se forse avrei fatto meglio a stare zitta.

Ho nove anni e lui cinquantuno.
Me le potrebbe dare di santa ragione, e l'indomani Kenjiro si sveglierebbe senza una sorella e mia madre senza una figlia.

𝑷𝑶𝑾𝑬(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora