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ADELINE

Oggi mia madre mi ha spedito nel suo ospedale psichiatrico.
Buffo, vero?
Fa quasi ridere.

E perché mi ha cacciata qui dentro?
Perché ho provato a tagliarmi le vene con un bisturi. Ho provato ad uccidermi, e non me ne pento. Lo rifarei pure adesso. Lo rifarei mille altre volte ancora, peccato che mi abbia legata ad un lettino. Peccato che mi stia imbottendo di farmaci, e ora tutto è così confuso.... Così offuscato... che giorno è oggi?

Penso di non aver mai riso così intanto nella mia vita. Non so nemmeno perché sto ridendo... so solo che è tutto così bizzarro e surreale.

Mia madre mi ha spedito in questo posto per pazzi, dicendo che non sono sana di mente, e che non è normale che alla mia età soffra così tanto di depressione a tal punto da avere tendenze suicide. Sono una ragazzina, che problemi dovrei mai avere?

Ma quello che non sa è che è colpa sua.
È colpa sua se sono pazza. Colpa sua se ho tentato di uccidermi, e se non faccio altro che urlare e piangere.

Mi ha cresciuta tenendomi segregata in una stanza. Tenendomi lontana da qualsiasi altra persona ci sia stata nella camera affianco alla mia.

Lei mi ha sempre nascosto tutto. Ogni cosa.

Ma questa volta mi ha rivelato un segreto. Mi ha confidato dopo anni e anni un segreto che non pensavo mi avrebbe mai detto. E la cosa divertente... è che è ancor più bizzarro di tutto ciò. Così bizzarro che vorrei mettermi a strillare e ridere contemporaneamente.

Mi ha detto che presto il mio dolore svanirà.
Che presto non starò più così male, perché lei mi cambierà la vita. Ha detto che le servirò per rendere di nuovo il pianeta abitabile. Che grazie a me riuscirà a far tornare il mondo come era anni e anni fa.

E tradotto, sarebbe che presto sarò il suo nuovo giocattolino da laboratorio. Presto si divertirà a rendermi un mostro, più di quanto io sia già.

Buffo, vero?

Mi ha legata ad un lettino dicendomi che presto il mio dolore svanirà nel nulla, perché non ricorderò più nulla. Niente di niente.

Ha detto che ricorderò solo il mio nome.

E basta.

Tutto svanirà come polvere nell'aria.

E questo mi fa ridere. Perché che ricordi mai dovrei perdere? Di aver provato a suicidarmi? Di aver urlato fino a strapparmi le corde vocali? Di aver pianto fino a che i mani occhi sanguinavano? Oppure quelli di aver contato i giorni che passavo chiusa dentro ad una stanza?
O aspetta... magari quelli di essermi ferita da sola? Che cosa dovrei dimenticare?

Non ho nulla da perdere, e nulla da prendere.

La mia vita è così esilarante che diventerò pazza.

O magari... lo sono già?

Sono di nuovo legata ad un lettino.
Ho passato più anni legata che da persona libera.
Solo, che a differenza dell'ultima volta... questa volta non sto urlando. Per anni l'ho fatto. Ho urlato e urlato a squarciagola, così tanto da finire col strapparmi le corde vocali.
Poi ho desiderato morire.
Supplicavo chiunque di uccidermi, e ci ho provato io stessa in ogni modo possibile.

E infine...
Infine è arrivato Kenjiro.
Mi ha regalato la voglia di vivere. Mi ha regalato un sorriso, e le miliardi di emozioni che mi fa provare ogni volta che mi sfiora.

Ed ora non so neanche come stia.
Non so se è ferito, e che cosa li stiano facendo.

So solo che mia madre c'entra con tutto ciò. Prima che suonasse l'allarme l'ho anche vista. Mi sono svegliata legata a questo fottuto lettino, dopo essere stata per ore immersa in un cilindro pieno d'acqua ghiacciata. Ma lei non è venuta per farmi visita. Non è venuta per far nulla, se non per osservarmi e lasciarmi un flacone di pasticche sul mobile affianco al mio letto.

Io le avrei staccato la testa.
Avrei voluto far esplodere tutto questo merdoso edificio del cazzo in cui siamo rinchiusi.
E invece niente. Non posso fare niente, perché sono legata come un salame.

È venuta per lasciarmi un flacone di pasticche, come per dire: "prego, intossicati pure come hai fatto in tutti questi anni".

Che stronza.
Che grande e maledetta stronza.

Mi ha cresciuta tenendomi chiusa in una stanza. Mi intossicava dalla mattina alla sera così che non mi ribellassi, cercando di scappare.
Mi ha drogata per anni. Anni interi, e mi ha spedita nel suo ospedale psichiatrico, così che potesse sfruttarmi come cavia da laboratorio.

E ora vuole fare lo stesso.
Vuole continuare ad utilizzarci come oggetti, come se non ci avesse già torturati abbastanza.
Mi chiedo cosa li dica il cervello.

Sospiro, e mi ritrovo a fissare il flacone di pastiglie accanto a me.
Non ho mai avuto la mente così lucida per così tanto tempo. E ora... tutto è così strano da sconvolgermi e destabilizzarmi più del dovuto.

Ora penso troppo. Penso troppo a ogni cosa, e ho una fottuta paura di rimanere chiusa qui dentro a vita. Ho paura di tornare ad essere la Adeline di qualche mese fa, e ho paura di morire.

Non avrei mai pensato che sarei arrivata a desiderare così tanto la vita. Ma dopo che ho conosciuto Kenjiro, — e ovviamente i suoi amici e i miei fratelli — la voglia di vivere arde dentro di me così tanto che sono pronta a tutto pur di uscire da questo inferno.

Più osservo quelle pasticche... e più mi torna in mente lo sguardo di Kenjiro. Di quel cretino del mio ragazzo, di cui mi sto innamorando come un'idiota. Mi manca. Mi manca la sua voce, il suo sorriso, le sue battute di merda, i suoi aneddoti sulla merda, le sue mani sul mio corpo, i suoi baci, il suo profumo e sapore...

Dio... quanto mi piace.

Forse sto impazzendo, ma nella mia testa sento la sua voce dirmi di non prendere 'quelle che cazzo di pasticche'. Sento la sua voce ripeterlo e ripeterlo ancora e ancora... 'se stai male, se vuoi urlare a squarciagola e farti sentire dal mondo intero... chiamami e spaccheremo qualcosa. Chiamami e faremo più casino che mai.
Ma ti prego... non prendere più pasticche, d'accordo? Non sei più sola, Ady.'

Mi volto dalla parte opposta, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni.

Nella mia testa sto urlando il tuo nome.
Nella mia testa ti sto chiamando, sperando che arrivi ad abbracciarmi come al tuo solito.

E mia madre può pure andare a farsi fottere.
Perché fanculo, non prenderò quelle pasticche di merda. Non tornerò ad essere il suo oggettino da ricerca. Non questa volta.

Adesso sono cambiata.
Sono una persona diversa.
E ora che ho scoperto cosa significa veramente vivere... non abbandonerò le speranze tanto facilmente. Lotterò come fanno quegli svitati dei miei... amici. Lotterò e combatterò al loro fianco.

Perché cosa ho da perdere?
Chi mi fermerà?
Sono pronta a far crollare il mondo intero solo per poterlo vedere rinascere.

𝑷𝑶𝑾𝑬(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora