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ADELINE

Oggi il mondo ha scelto di girare.
Di girare come una trottola, più veloce che mai, e senza rallentare neanche per un secondo.
Io sto appesa al mondo per miracolo.
Sono viva per miracolo.

Ormai mangio di rado, perché ho scoperto che la mamma mi nasconde le pasticche nel cibo, oppure le fa sciogliere nell'acqua.
Ma dopo giorni la fame è troppa per non toccar nulla.

Ho appena mangiato alla velocità della luce una ciotola di riso. Erano tre giorni che non mangiavo. Non ho resistito, anche se dovevo.

E ora il mondo gira.
Fa il giro tondo intorno a me, facendomi girare la testa, e facendomi sentire così leggera che potrei spiccare il volo da un momento all'altro.

Peccato che sono rinchiusa dentro la mia stanza.
Peccato che non posso volare mia da nessuna parte.

Ridacchio, accasciandomi a terra e alzando le braccia in aria.

Chissà come deve essere bello poter volare come gli uccellini che una volta esistevano.
Mi piacerebbe poter volare e sentirmi libera per una volta nella mia vita. Ma non posso. Non posso, perché il mio destino è un'altro.

Così sorrido, perché... perché... no, non lo so perché sorrido... so solo che nel cibo la mamma ci ha nascosto di nuovo qualche farmaco.

Lei dice che lo fa per il mio bene.
Dice che così non starò male, e potrò fare bei sogni la notte. Ma lei non sa che durante la notte non chiudo occhio. Non sa che aspetto la notte solo per sentire il fantasma della stanza accanto bussare due volte contro il muro.

Ogni tanto mi chiedo se non sia tutto uno scherzo della mia testa, per via delle pasticche che mi da. Forse sto impazzendo. Forse sto davvero diventando pazza.

Ma non mi importa.

Osservo il soffitto, e degli uccellini svolazzano colorando tutta la stanza. Sono azzurri, viola, rosa, verdi, gialli, rossi... sono bellissimi. Bellissimi e liberi. Così alzo le mani al cielo, cercando di sfiorarli con le dita. E non appena lo faccio, si trasformano in bellissime farfalle che volano tutte intorno a me.

Anche se so che questi sono gli effetti delle pasticche... mi sento bene, spensierata e leggera.
È bello avere la mente libera da ogni pensiero e preoccupazione, anche solo per qualche istante.

E forse non dovrei sentirmi così bene.
Ma per qualche volta...
È bello non dover urlare a pieni polmoni.

Fisso il cibo che ho nel piatto, stuzzicandolo con la punta della forchetta. Mi hanno messo una sorta di fottuta catena alle braccia, così che possa mangiare senza scappare.

Nel piatto c'è del riso, accompagnato con delle verdure. Dio, se vorrei mangiare. Fisso il bicchiere pieno d'acqua con una tale intensità che potrebbe scoppiare da un momento all'altro.

Sono quattro giorni che non mangio.
Due giorni che non bevo l'acqua.
Tre giorni che non chiudo occhio.

Però non ho ancora urlato fino a farmi scoppiare le corde vocali, e non ho ancora pianto fino a che gli occhi sanguinassero.

𝑷𝑶𝑾𝑬(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora