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HEAVEN

Ho fatto esplodere i sieri per cancellarci la memoria.

L'ho fatto pur sapendo a cosa sarei andata incontro. Dio, se l'ho fatto. L'ho fatto e ho scatenato un bel casino.

Non ho solo distrutto i sieri, ma ho dimostrato che anche se ci hanno sotto mano, non possono controllarci del tutto.

Anche Hell era riuscito a scappare.
L'ho visto nascosto tra le guardie. Ho visto gli smeraldi nei suoi occhi che mi fissavano, ma poi le guardie mi hanno fatta inginocchiare e non l'ho perso di vista.

Non so come sia riuscito a scappare, ma forse si trovava con suo padre. Non so neanche se sapeva che fosse vivo, e se è stato una sorpresa scioccante per me non oso immaginare per lui.

Mi vengono i brividi solo al pensiero.

E poi...
Poi urlo cercando di trattenere le lacrime mentre delle scosse elettriche scuotono tutto il mio corpo. Tremo, mi dimeno, sperando che le cinghie del lettino che stingono i miei polsi e le mie caviglie, scompaiano da un momento all'altro.

Dopo essere stata presa mi hanno gettata di nuovo nel cilindro d'acqua ghiacciata, lasciandomi immersa per... giorni, forse?

Non so quanto tempo sia passato.
Sembra che sia stato ieri che abbia fatto esplodere i sieri, ma a quanto pare non è così.

Mi hanno sedata, quindi ho passato gli ultimi giorni a dormire.

Ma ora mi hanno svegliata.
Mi hanno svegliata con delle scosse elettriche. Torturandomi e facendomi pentire a morte di quello che ho fatto. Ma io non sono pentita, e mai lo sarò. Ne vado fiera, e non ho intenzione di nasconderlo.

Urlo non potendone fare a meno, ma cerco con tutte le mie forze di non scoppiare in lacrime per dagliela vinta.

Lo so che mi stanno guardando.

Mi osservano dal quella finestrella divertiti, così come mia madre.

Ogni singola scossa scuote il mio corpo e mi colpisce come se fosse un fulmine. Il dolore è lancinante, atroce, tanto che devo sforzarmi e ricordarmi di respirare, perché l'ossigeno si rifiuta di entrare nei miei polmoni.

Stringo la presa nei bordi del lettino, e tutti i miei muscoli sono tesi, mentre un'altra scossa, e un'altra e un'altra ancora fanno tremare ogni singola membra del mio corpo.

È così doloroso che sembra che mi stiano scuoiando viva.

Ma so che questo è solo l'inizio.
Mia madre ha detto che il loro piano è indebolirci a tal punto che una volta iniettato il siero perderemo la memoria definitivamente.

Magari a quest'ora staranno già preparando altri sieri. Magari ne avevano alcuni nascosti altrove, e quindi sarà solo questione di tempo prima che torneremo a guardarci ancora una volta come sconosciuti.

Il solo pensiero mi uccide.

Urlo, urlo e urlo ancora, e la mia gola brucia così tanto che vorrei prendere le corde vocali e strapparmele via. Ma questa volta non urlo per le scariche elettriche... no, ma perché non voglio tornare a guardare Hell, i miei fratelli e i miei amici come se fossero estranei mai visti prima d'ora. Non voglio dover presentarmi a loro una seconda, terza e quarta volta.

Non voglio perdere tutto ciò che abbiamo creato.

«La tua forza mi stupisce sempre...» M̶i̶a̶ m̶a̶d̶r̶e̶ Roxanne entra nella stanza. Fa cenno alla sue guardie di restare fuori, così richiudono la porta la porta lasciandomi sola con lei.

La mia voglia di correre e scappare via inizia a farsi sentire.

«Devo ammettere che ti ho sottovalutata. Non avrei mai immaginato che saresti arrivata a tanto. Di solito non facevi male nemmeno ad una mosca, ma sei cambiata, a quanto vedo. Adesso non ti fai più scrupoli ad uccidere.» Si avvicina a me, incrocia le braccia al petto e con un sorriso sulle labbra mi guarda urlare.

«Stai... zitta.»

«Quante vite ai tolto? Quanti uomini hai ucciso, Heaven? Li hai torturati tutti con il tuo sguardo. Non ti senti in colpa? Non senti un briciolo di vergogna nei tuoi confronti?»

«Smettila...» Ringhio, con le lacrime agli occhi mentre la rabbia mi acceca la vista.
«Smettila!»

«Non sono la sola assassina qui dentro. Lo sei per tu, e i tuoi amici. Avete ucciso per salvarvi la vita. E noi stiamo facendo la stessa identica cosa: uccidiamo per salvare il mondo intero.» Una pausa, e le sue parole sono proiettili che mi perforano il petto.
«Cosa ti fa credere che tu e i tuoi amici siete diversi da noi? Abbiamo lo stesso obiettivo, quante volte ancora devo ripetertelo?»

«Stai zitta, tu non sia niente! Niente di niente!» Grido. «Noi non uccidiamo innocenti! Non ammazziamo bambini e ragazzini torturandoli!» Urlo, questa volta più per la rabbia che per le scosse elettriche.
«Sì, hai ragione, entrambi uccidiamo per salvare. Ma c'è una cosa che ci distingue: voi uccidete innocenti, noi uccidiamo chi ci punta un fucile alla testa, o chi ci lega a dei lettini d'ospedale torturandoci.»
La guardo negli occhi, con il fuoco e l'ira che mi scorre nelle vene.
«C'è differenza, quindi puoi anche smetterla di tormentarmi con i tuoi giochetti mentali, perché con me non funzionano. Le scosse elettriche sono persino meglio di quello che ti esce dalla bocca.» Sorrido, sapendo che questa volta ho vinto io.

Lei mi guarda mantenendo la calma, anche se so che sta per scoppiare dalla rabbia. Glielo leggo negli occhi.
«Sì, forse le mie parole non sono così forti da torturarti, ma qualcos'altro sì. E questa volta, posso assicuranti che vi distruggerò a tal punto che sarà un gioco da ragazzi cancellarvi la memoria.» Una pausa. «I miei scienziati sono già all'opera per ricreare nuove dosi del siero, quindi abbiamo un po' di tempo, giusto?»
Gira intorno al lettino, accarezzandomi le gambe, le braccia e il viso. Poi si ferma, mi guarda negli occhi, tira fuori dalla tasca una radiolina, l'accende, e dice: «Portare qui il figlio di Helios, ho una splendida sorpresa per lui.»

Il cuore mi esplode in gola.
Urlo istericamente strattonando le cinghie del lettino mentre m̶i̶a̶ m̶a̶d̶r̶e̶ Roxanne mi guarda con un sorriso sulle labbra, prima di andarsene via.

«No! No, aspetta!» Urlo.
«Lui non c'entra nulla! È tutta colpa mia, sono io che ho fatto esplodere i sieri!» Le lacrime mi lacerano il viso.
«È me che dovete punire! Sono io quella che deve essere torturata, non lui! Uccidetemi adesso, ma non fateli del male, vi prego... vi prego!»

Le mie urla però muoiono nell'aria.

𝑷𝑶𝑾𝑬(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora