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KENJIRO

Qualche giorno fa mi sono reso conto che tra poco faccio vent'anni. Siamo già a settembre e il ventotto è il mio compleanno. Cazzo. Buffo, vero? Mi sembra ancora di averne diciotto. Fa un po' strano pensarci, ma è così che va la vita.

Mi passo una mano tra i capelli, apro la portiera del pick-up che mi hanno imprestato i ragazzi, ed entro. Heaven mi segue, sedendosi nel posto del passeggero.

«Ti ricordi come si guida, vero?» Mi chiede allacciandosi la cintura.

«Lo scopriremo, donzella» metto in moto la macchina e parto, seguendo la strada sterrata. Ho imparato a guidare quando nel bel mezzo di una sparatoria, mentre Hell perdeva sangue e Heaven piangeva. Che ricordi.

Tra un po' esce Thomas da scuola, così ho chiesto a Heaven di andarlo a prendere insieme, dato che era un po' in ansia per Hell. Oggi è andato a parlare con suo padre, nel centro di detenzione.

Qualche giorno fa è andata Heaven da sua madre, per convincerla a trovare la chiave. Non che avesse molta scelta, a dire il vero.
Ad ogni modo ha fatto un'ottimo lavoro. Presto inizieremo le ricerche, e Roxanne e la sua combriccola sono già all'opera. Speriamo che trovano la chiave in fretta, così che possiamo avere finalmente un po' di pace.

Soprattutto Heaven e Hell, che negli ultimi giorni fanno avanti e indietro dal centro di detenzione, costretti a scambiare chiacchiere con quegli stronzi manipolatori dei loro genitori. Io ne sarei uscito pazzo. È una vera e propria tortura.

In questi giorni, io Yumi e Ady stiamo dando una mano a Ryan e gli altri, per mantenere a posto il nostro piccolo mondo. Inoltre stiamo già stilando una lista delle possibili cause per cui la New Age è ricca di vita.

Ady ha iniziato a fare danza, e questo la rende ancor più felice. Ballare e ascoltare la musica l'aiuta molto a liberare la testa dai pensieri, e, ultimante, sembra stare molto meglio, anche con se stessa. E questo mi rende più felice che mai.

Ad ogni modo anch'io mi tengo un po' occupato. Mentre lei va a danza, io faccio un po' di boxe. È un'ottimo modo per sfogare la rabbia e spaccare il culo alle persone senza finire arrestati o e ammanettati da qualche parte. È grandioso, in poche parole.

«Ancora non riesco a crederci che Thomas va a scuola. Frequenta bambini della sua età, impara e si diverte. È bellissimo.» Dice lei con un sorriso sulle labbra, mentre guarda il mondo fuori dal finestrino.

«Già... se lo merita quel piccoletto. Ha visto i suoi amici venire portati via, a passato un sacco di merda, più ti quando ne abbiamo passata noi alla sua età. Ma è felice. Lo vedo, cazzo. Si diverte un mondo, e sta bene con mia madre. Lui la chiama mamma, te l'ha detto?» Gli dico, lanciandoli un'occhiata.

Lei annuisce.
«Sì, lo so. Dovremmo ringraziare Evy a vita. Ma sono felice, Thomas l'adora come mamma. Dice che è fantastica.»

«Mia mamma è contentissima di potersi occupare di lui.» Le dico, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada.
«Quando io e Yumi eravamo piccoli, non si è potuta occupare molto di noi. Non ci ha visti crescere, ma ora può farlo con Thomas.»
Svolto a sinistra, e parcheggio, proprio fuori della scuola. Ci sono già alcuni genitori ad aspettare i propri figli.

La scuola è una piccola casetta gialla, con le finestre e il tetto bianche. Una tipica casetta Norvegese, tutta in legno. È graziosissima. E la cosa bella, è che si trova sul prato, un po' più sopra del lago. Far crescere dei bambini qui è il massimo.

𝑷𝑶𝑾𝑬(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora