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ADELINE

Chi siamo quando nessuno ci sta guardando?

Chi siamo quando non dobbiamo fingere di sorridere, e di stare bene?

Chi siamo quando siamo soli con i nostri stessi demoni?

Quando mia mamma mi teneva segregata nella mia stanza, ogni tanto urlavo più forte che potevo, così da non sentire i pensieri nella mia testa.

"Sei questo, sei quest'altro. Morirai qui dentro, perché sei malata. Sei malata, e non stai bene. Sei inutile, a cosa servi? Perché continui a vivere? Perché continui a respirare? Lo fai per tua madre? Infin dei conti vuoi lasciare che ti utilizzi come un oggetto da laboratorio, non è vero?"

Ogni tanto però i pensieri nella testa sono troppo forti. Troppo chiari, troppo distinguibili, e non hai modo di sfuggirli. Ti senti impazzire, uscire di testa, ti senti perso e non sai cosa fare.

Sono arrivata a provare così tanto dolore, che ho finito per pensare che la morte non deve essere poi così male. Non deve essere terribile come si pensa. O almeno, so morivo, non avrei più sofferto. Sarei stata libera. Libera dal dolore, dai pensieri, e non avrei più dovuto urlare fino a farmi scoppiare le corde vocali, e non avrei più dovuto piangere fino a farmi sanguinare gli occhi.

Tutto sarebbe finito una volta per tutte.

Eppure, improvvisamente, quando pensavo che finalmente tutto sarebbe finito, qualcuno arrivò a mettere un cerotto su ogni ferita che avevo.
E tutto faceva meno male. Nonostante la ferita  fosse sempre lì, il cerotto mi impediva di sanguinare.

Quella persona ha ribalto il mio mondo per sempre.

E anche se sento la testa sempre pensante, e i pensieri martellando senza fermarsi, quella persona riesce ad attutire i colpi. Riesce a placare le tempeste in cui navigo.

Quando vorrei urlare, mi ricordo che posso andare a spaccare qualcosa con lui.
Quando vorrei piangere, mi ricordo che lui mi farà sorridere.
Quando vorrei farmi del male, mi ricordo che lui mi stringerà forte a se, spazzando via ogni cosa.

Penso di amare quella persona.
E il "penso" è perché mi rendo conto che non so cosa significhi amare.
Nessuno mi ha mai amato nella mia vita. Nessuno mi ha mai voluto bene.

Lui è il primo e unico a farmi sentire la persona più speciale di questo fottuto universo.

Il modo in cui mi parla, il modo in cui mi guarda, il modo in cui mi sfiora... è differente da ogni persona che abbia avuto la sfiga di incontrare.

Lui tiene a me.
Ed io darei la mia vita per lui.
Correrei sui carboni ardenti, avanti e indietro, per lui. Farei qualsiasi cosa.

Odio gli abbracci, ma da lui mi farei abbracciare fino all'infinito.
Odio essere toccata, ma da lui mi fare toccare fino a che ogni millimetro del mio corpo prenda fuoco.

Correi sul Sole per lui.
Danzerei tra le fiamme, tra le tempeste, solo per vederlo sorridere.

Forse tutto questo... riassunto, significa amare. Perché non c'è altra spiegazione altrimenti. Proprio nessuna.

Quindi ti amo, idiota.

𝑷𝑶𝑾𝑬(𝑹𝑬𝑫)  -𝒾𝓃𝒻𝑒𝓇𝓃𝑜 𝑒 𝓅𝒶𝓇𝒶𝒹𝒾𝓈𝑜-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora